Passaporto spagnolo per i Sefarditi
Riparazione storica alla «Cacciata»
di Stefano Jesurum (Corriere della Sera, 7 marzo 2013)
«Ah, Granada mia!»... da oltre cinque secoli, in molte famiglie sparse ormai per il mondo, si canta e si ricorda con romantica passione la patria perduta. E la si piange e la si invoca con i suoni poetici e cantilenanti dello judezmo o ladino o spaniolito che dir si voglia, insomma della lingua con cui ancora comunicano tra loro molti ebrei sefarditi - così chiamati perché da Sefaràd, dalla Spagna appunto, provengono. Sono i discendenti dei 300 mila perseguitati, convertiti a forza, cacciati dall’Inquisizione nel 1492, la cancellazione di un mondo. Gli stessi discendenti che ora il governo spagnolo invita a tornare offrendo loro la nazionalità.
Un paio di mesi fa, il ministro della Giustizia Alberto Ruiz-Gallardon annunciò infatti una procedura riparatrice. E da allora sono moltissimi, pare, coloro che stanno cercando di capire come fare ad ottenere il passaporto, magari più per sentimentalismo che per reale volontà di usarlo.
Un atto di giustizia? Un tentativo di riavvicinamento nei confronti dello Stato di Israele dopo che Madrid ha sostenuto la richiesta palestinese di un seggio all’Onu? Semplicemente una «sparata» propagandistica impossibile da attuare? Sia come sia, la mossa sembra abbia fatto breccia (e rumore) in una parte dell’ebraismo internazionale.
Il segretario generale della Federazione delle Comunità ebraiche spagnole, Mauricio Toledano, ha spiegato alla Bbc che il governo sta ancora lavorando sui dettagli, ma che quando la nuova legge sarà presentata al Parlamento, le Comunità si aspettano che vi sia affermato il principio che tutti i discendenti di quei 300 mila cacciati, siano essi ebrei o no oggi, potranno usufruirne.
Un ipotetico terremoto che riguarda mezzo pianeta, Italia in prima fila. Basti pensare che circa il 90% degli ebrei turchi è sefardita, come la quasi totalità di chi proviene dai Paesi del Nord Africa e si è poi trasferito in Israele, in Europa e in America a causa delle nuove persecuzioni subite, questa volta per mano araba. Ironia della Storia: nuove persecuzioni subite da quegli stessi musulmani che in quanto «moriscos» cinquecentoventuno anni fa furono cacciati come gli ebrei dalla regina Isabella di Castiglia.