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Poesia della settimana

Lentamente muore - di "Pablo Neruda"

Trattasi di una poesia di Martha Medeiros, brasiliana di Porto Alegre, pubblicitaria e cronista per Zero Hora (fls).
lunedì 16 febbraio 2015 di Vincenzo Tiano
"Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca o colore dei vestiti,
chi non rischia,
chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni;
emozioni che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori ed ai sentimenti! (...)

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> Neruda, "Fica proibido" (È proibito) --- L’ombra di Malva sul mito Neruda. La scrittrice e storica olandese Hagar Peeters ha ricostruito la vicenda (di Mary Villalobos)

sabato 20 luglio 2024

L’ombra di Malva sul mito Neruda

La scrittrice e storica olandese Hagar Peeters ha ricostruito la vicenda della figlia malata che il Nobel cileno, simbolo degli oppressi, abbandonò all’età di due anni insieme alla madre. L’indagine è diventata un libro che accende la rabbia delle femministe: “Basta idolatrarlo"

di Mary Villalobos *

      • [Foto] Pablo Neruda con la moglie Maryka Antonieta Hagenaar

"Mi chiamo Malva. Il nome è stata un’idea di mio padre, il grande poeta Pablo Neruda. Ma non l’ha mai pronunciato in pubblico". Inizia così Malva il romanzo di Hagar Peeters, scrittrice olandese, già uscito in Francia, Gran Bretagna e nei Paesi Bassi ma ancora inedito in Italia. Mette sul banco degli imputati Pablo Neruda, il premio Nobel cileno, per l’abbandono della sua unica figlia, una bambina diversamente abile, quando aveva due anni e quattro mesi. È un processo poetico con una trama reale.

Peeters, 48 anni, oltre ad essere poetessa pluripremiata, è anche una storica. Per un decennio ha seguito le tracce della figlia di Neruda, sepolta nel cimitero di Oude Begraafplaats, alla periferia della città olandese di Gouda, 60 chilometri a sud di Amsterdam. E ha trasformato l’indagine nel suo primo romanzo, un monologo con la voce di Malva nel ruolo di piccola inquisitrice: "Perché tu, poeta degli oppressi, paladino della giustizia, mi hai espulso dalla tua vita? Perché sono fragile? Perché affetta di idrocefalia? Papà, perché mi hai abbandonata?". Neruda nelle sue memorie Confesso che ho vissuto, pubblicate postume nel 1974, non fa alcuna menzione dell’esistenza di una figlia sofferente. Un segreto custodito da ben 70 anni.

Hagar Peeters racconta perché ha deciso di riscattarla dal limbo dove vivono i bambini abbandonati. "Nel libro sono letteralmente la ghost writer dello spirito di Malva, lei mi ha scelto come sua portavoce. Era un dovere svelare questa storia nascosta. L’ho scritta in modo molto nerudiano, perché come lui anch’io cerco verità e giustizia".

Malva vola con il peso impercettibile di una farfalla intorno ai 69 anni della vita di suo padre per attirare la sua attenzione: vuole esistere ed essere riconosciuta. Nel tribunale immaginario del romanzo lei è parte e giudice. Con una prosa cristallina chiede giustizia usando un’arma identica a quella paterna, la poesia. La sua giuria popolare sono i lettori.

Così ci ricorda che i genitori, Maryka Antonieta Hagenaar, di origine olandese, e Pablo Neruda si erano sposati nel cuore dell’Indonesia, sull’isola di Giava, dove il poeta era console onorario nel 1930. Evoca la sua nascita a Madrid, nella cosiddetta “Casa de las Flores”, piena di gerani e luce, il 18 agosto 1934 e richiama il messaggio in cui Neruda scrive a una delle sue amanti: "Mia figlia è una vampiretta di tre chili, un essere ridicolo, un punto e virgola".

Con un flash, rievoca i bombardamenti della guerra civile spagnola del 1936. Suo padre che la accompagna ad imbarcarsi insieme alla madre su un treno diretto a L’Aia. Sarà l’ultima volta che lo vede. Neruda scrive all’amante del momento, di essersi liberato di un peso. Riconosce che suo padre era un idolo della sinistra internazionale, perseguitato dalla destra che - tra le altre accuse - avrebbe voluto processarlo per bigamia. In Messico sposò in seconde nozze Delia del Carril, senza aver divorziato né informato sua madre, Maryka Antonieta.

In questo tribunale letterario ci sono altre aggravanti: "Negli archivi della corrispondenza di Neruda in Cile ho trovato l’Sos della moglie Maryka Antonieta perché non gli arrivano le rate mensili concordate. Deve lavorare per mantenersi ed è costretta a lasciare la bambina, malata, in custodia presso un’altra famiglia. Negli archivi olandesi ho trovato poi anche tracce ben più drammatiche: la sua tessera di detenzione nel campo di transito nazista di Westerbork (lo stesso di Anna Frank), paradossalmente detenuta per essere sposata con uno straniero. Neruda era un diplomatico ma aveva proibito ai collaboratori di dare a sua moglie un passaporto cileno per fuggire dall’Olanda occupata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, dopo la morte della bambina" dice Hagar Peeters.

Tuttavia, Malva presenta alcune attenuanti. Rivela un episodio in cui è orgogliosa del padre: ha 5 anni, sente e capisce ma non può parlare. Nel suo corpo esile, cresce solo la testa. Guarda il mondo da una carrozzina in legno. È il 1939, anno della grande impresa umanitaria guidata da Pablo Neruda che riuscì a salvare 2 mila spagnoli antifranchisti rifugiati in Francia. Tra loro 250 bambini, alcuni della stessa età di Malva. Mobilitò donazioni in tutta Europa per noleggiare e riparare una nave, la Winnipeg, dove li imbarcò perché potessero iniziare una nuova vita in Cile. Due piccole mani applaudono l’eroismo di questo padre che incarna l’avanguardia poetica e politica. Ma perché a me non hai dato una seconda possibilità?

Attorno a Malva ci sono altri bambini, compagni di gioco e sofferenza. Si diverte con altri figli abbandonati da personaggi celebri, impegnati a migliorare l’umanità. Come Lucia, la figlia schizofrenica dello scrittore irlandese James Joyce. O Daniel, secondogenito del drammaturgo Arthur Miller, affetto da sindrome di Down. L’autore di Uno sguardo dal ponte ed Erano tutti miei figli si era battuto contro la guerra del Vietnam definendosi “la coscienza dell’America”. Lui, uno dei mariti della divina Marilyn Monroe, quando con la grande fotografa e prima photoreporter dell’agenzia Magnum Inge Morath ebbe un figlio imperfetto, lo nascose per 40 anni. Malva menziona anche Edward, primogenito del Nobel per la fisica Albert Einstein: ricoverato e dimenticato in una clinica psichiatrica di Zurigo fino all’ultimo dei suoi giorni. Dalla sua casa di Amsterdam, dove vive, Peteers racconta: "Volevo dare a Malva un’infanzia migliore dopo la sua morte. Ma volevo anche dimostrare che Neruda non era l’unico intellettuale che ha emarginato sua figlia".

Prima di emettere un verdetto, Malva raccoglie le forze per comprendere suo padre. Lo fa scendere dal piedistallo della letteratura e lo giudica come un uomo, con le sue luci e le sue ombre, con i suoi limiti. Le femministe cilene, invece, già da qualche tempo sono implacabili nel condannare il maestro. Un gruppo di loro ha chiesto alla Camera dei Deputati di non intitolare l’aeroporto di Santiago del Cile a Neruda. Considerano che sia arrivata l’ora di smettere di idolatrarlo. Oltre ad aver abbandonato la figlia, è stato contestato per aver abusato di una delle sue collaboratrici domestiche quando era diplomatico a Ceylon, episodio da lui stesso raccontato nelle memorie Confesso che ho vissuto.

In Spagna, altri gruppi femministi propongono di cancellare le opere di Neruda dalle lezioni di letteratura nelle scuole. Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, anche lui approdato al Nobel, ha stigmatizzato la “nuova inquisizione”: "Con questo atteggiamento dobbiamo mettere al rogo buona parte della letteratura universale", ha polemizzato sul quotidiano spagnolo El País.

"La mia critica non è né femminista fondamentalista, né politica. È poetica e umana" gli risponde a distanza, documenti d’archivio alla mano, Hagar Peeters. "Politicamente sono dalla parte di Neruda. Vengo da una famiglia di combattenti contro il franchismo e il nazismo. Per la sinistra la figura di Neruda è stata impeccabile. La sua poesia è un simbolo di resistenza politica e culturale. I partiti comunisti sia in Europa sia in Cile hanno nascosto il tragico episodio per evitare di fare il gioco della destra. Ma fare giustizia letteraria con sua figlia e con la sua prima moglie è un dovere storico", conclude.

Hagar Peeters sa molto bene cosa significhi sentirsi orfana di un padre vivo. Il suo, il giornalista olandese Herman Vuijsje, negò l’esistenza della figlia nei primi anni della sua vita. Era impegnato a denunciare le ingiustizie in America Latina. Alla sua nascita, lui era lontano, in Cile, affascinato dal governo socialista di Salvador Allende. Visse in prima persona e pubblicò resoconti sul colpo di stato dei militari e il funerale di Pablo Neruda. Il riconoscimento della figlia avvenne soltanto dopo 11 anni. La scrittrice è stata più fortunata di Malva: la primogenita del Nobel è morta all’età di 8 anni, esiliata dalla sua vita e dalla sua opera. Sulla tomba di Malva, Reyes, il vero cognome del padre, Neftalí Ricardo Reyes Basoalto, conosciuto como Pablo Neruda, è inciso sbagliato. Sua madre non ebbe nemmeno i soldi per cambiare la lapide.

* Fonte: la Repubblica, 07 novembre 2020.


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