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L’ALBA DELLA MERAVIGLIA ("EARTHRISE"), IL "SORGERE DELLA TERRA". AD EFESO, IN PRINCIPIO C’ERA IL "LOGOS" (DI ERACLITO), NON IL "LOGO" DI PAOLO DI TARSO ("EFESINI" 1-5).

CAMBIARE PARADIGMA: USARE "LE DUE METÀ DEL CERVELLO" (1980)! URGENTE UNA "RICAPITOLAZIONE", MATEMATICAMENTE CORRETTA, SECONDO FILOLOGIA.

APPUNTI PER IL CONGRESSO MONDIALE DI FILOSOFIA ROMA 1-8 AGOSTO 2024 (WCP2024 - XXV World Congress of Philosophy)
giovedì 5 settembre 2024
"L’ONTOGENESI RICAPITOLA LA FILOGENESI" (ERNST HAECKEL). INDIVIDUO E SPECIE: QUALE "RICAPITOLAZIONE" (COME DA ANTROPOLOGIA O COME DA ANDROCENTRISMO)?!
APPUNTI PER IL CONGRESSO MONDIALE DI FILOSOFIA ROMA 1-8 AGOSTO 2024 (WCP2024 - XXV World Congress of Philosophy). "I soggetti sono due, e tutto da ripensare". In memoria di Franca Ongaro Basaglia e di Laura Lilli...
Federico La Sala, Le due metà del cervello, "Alfabeta", n. 17, settembre 1980, p. 11.
UNA DOMANDA AI MATEMATICI E ALLE (...)

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>ARCHEOLOGIA E ANTROPOLOGIA FILOSOFICA. "L’«IO SONO» E’ CIBO: UN "CASO" DI FILOLOGIA STORICA E DI TEOLOGIA ECONOMICA (E, ANCHE, DI AGRICOLTURA BIOLOGICA), LEGATO AL PRINCIPE DI SALERNO, FERRANTE SANSEVERINO-

giovedì 4 gennaio 2024

RITORNO AL FUTURO, 5.

ARCHEOLOGIA STORICA E FILOSOFICA: "SÀPERE AUDE" (ORAZIO), IL CORAGGIO DI ASSAGGIARE, E LA "CRITICA DELLA FACOLTÀ DI #GIUDIZIO" (#KANT), OGGI -

#EPIFANIA2024.

STORIAELETTERATURA. Un "invito" a rifflettere su quanto la qualità del #cibo materiale e spirituale (#materialismo e #spiritualismo) siano legati insieme e determinino la #vita che ogni essere umano ("Ecce #Homo": #Nietzsche, 1888) conduce....

#VITAEFILOSOFIA: CIBO ED #ESSEREUMANO. "L’ESSENZA DEL CRISTIANESIMO" E "L’UOMO E’ CIO’ CHE MANGIA": CIBO COME #ELEMOSINA ("EU-#CARESTIA") O CIBO COME #DONO DI #GRAZIA "EU-#CHARIS-TIA")?

STORIOGRAFIA E RELIGIONECATTOLICA: UN "CASO" DI FILOLOGIA STORICA E DI TEOLOGIA ECONOMICA (E, ANCHE, DI AGRICOLTURA BIOLOGICA), LEGATO, NEL REGNO DI NAPOLI, "VICEREAME SPAGNOLO", AL PRINCIPE DI #SALERNO, #FERRANTE #SANSEVERINO:

      • "FERRANTE SANSEVERINO Nacque il 18 gennaio 1507 a Napoli, da Roberto - principe di Salerno, conte di Marsico e signore d’altri feudi - e da Marina d’Aragona, dei duchi di Villahermosa, nipote naturale del re Ferdinando il Cattolico. Dalla coppia nacque anche una bambina, di nome Giovanna.
      • Rimasto orfano di padre a meno di due anni (2 novembre 1508), e risposatasi la madre con Iacopo Appiano, Sanseverino si trasferì con lei a Piombino, di cui il patrigno era signore. Morta, però, anche la principessa nel novembre 1511, tornò a Napoli l’anno successivo. Nell’ottobre 1516, quando non aveva compiuto ancora dieci anni, sposò Isabella Villamarino (o Villamarina), figlia del suo tutore Bernardo, conte di Capaccio e grande almirante del Regno. Morto quest’ultimo all’indomani delle nozze, i due sposi bambini restarono sotto la tutela della vedova del conte, Isabella de Cardona (sorella del viceré di Napoli), fino al 1522, quando Sanseverino compì i quindici anni ritenuti al tempo sufficienti per l’emancipazione dei rampolli delle famiglie nobiliari. Iniziò allora a governare i propri feudi, vivendo tra Napoli e Salerno e circondandosi di letterati come il filosofo Agostino Nifo e l’umanista Pomponio Gaurico, già maestro suo e della sua consorte. [...]
      • Negli anni Trenta, infatti, iniziò a interessarsi alle discussioni religiose che animavano anche il Regno. A quel tempo viveva a Napoli l’esule spagnolo Juan de Valdés, eresiarca che raccolse attorno a sé un numero notevole di discepoli, molti dei quali appartenenti all’aristocrazia. Ora, già nel 1537 Sanseverino aveva cercato di ottenere che Bernardino Ochino - molto vicino alle posizioni valdesiane - predicasse a Salerno, mentre negli anni successivi chiese chiarimenti a Girolamo Seripando sulla scottante questione del libero arbitrio. Tali interessi lo portarono a frequentare lo stesso Valdés, col quale «ragionavano de varie cose et massime della sacra Scrittura» (Firpo - Marcatto, 2011, p. 815).
      • Non è certo un caso, quindi, che a Salerno si diffondessero in tutti gli strati sociali posizioni eterodosse [...] una circolazione delle idee frenetica, al punto che «parlavano» d’opinioni ereticali «insino alle donne dalle finestre» (cit. in Miele, 1970, pp. 846 s.).
      • [...]. La posizione dominante tra gli eretici salernitani era quella sacramentaria, comune a molti valdesiani, secondo la quale «non credevano [che] nel’hostia consacrata vi fusse in alcun modo N. S. Jesu Christo» (ibid.). Verosimilmente, però, non mancò la circolazione delle idee dei valdesiani radicali [...]"
      • (cfr. Luca Addante, Dizionario Biografico degli italiani, Treccani).

ANTROPOLOGIA, FILOSOFIA, TEATRO E METATEATRO.

"L’«IO SONO» E’ CIBO ... [....] Alla radice dell’«Io sono», prima di essere, si è nulla, o almeno si è senza sapere di essere. Il passo al di là di «Io sono» è terribilmente arduo. L’istinto naturale è di andare incontro al mondo, uscire nel mondo, viceversa bisogna retrocedere, riflettere sul fatto che pensiamo e abbiamo coscienza grazie al corpo, e il corpo altro non è che cibo trasformato. «Se non c’è il cibo, dove sei tu?» Occorre tornare al momento in cui da piccoli si accese in noi il primo indizio di consapevolezza, spogliandoci perciò di ogni concetto, ponendoci sul piano dal quale emerge la concettualizzazione. Una volta postici lì, forse ci avvedremo di essere tutti, come l’attore che interpreta ogni ruolo sulla scena che è l’universo. Torniamo al punto in cui entrammo nel mondo, afferma la tradizione indù, riacquistiamo il volto che avemmo prima di nascere. [...]" (cfr. #Elemire Zolla, "Gli arcani del potere").

Federico La Sala


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