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L’ALBA DELLA MERAVIGLIA ("EARTHRISE"), IL "SORGERE DELLA TERRA". AD EFESO, IN PRINCIPIO C’ERA IL "LOGOS" (DI ERACLITO), NON IL "LOGO" DI PAOLO DI TARSO ("EFESINI" 1-5).

CAMBIARE PARADIGMA: USARE "LE DUE METÀ DEL CERVELLO" (1980)! URGENTE UNA "RICAPITOLAZIONE", MATEMATICAMENTE CORRETTA, SECONDO FILOLOGIA.

APPUNTI PER IL CONGRESSO MONDIALE DI FILOSOFIA ROMA 1-8 AGOSTO 2024 (WCP2024 - XXV World Congress of Philosophy)
giovedì 5 settembre 2024
"L’ONTOGENESI RICAPITOLA LA FILOGENESI" (ERNST HAECKEL). INDIVIDUO E SPECIE: QUALE "RICAPITOLAZIONE" (COME DA ANTROPOLOGIA O COME DA ANDROCENTRISMO)?!
APPUNTI PER IL CONGRESSO MONDIALE DI FILOSOFIA ROMA 1-8 AGOSTO 2024 (WCP2024 - XXV World Congress of Philosophy). "I soggetti sono due, e tutto da ripensare". In memoria di Franca Ongaro Basaglia e di Laura Lilli...
Federico La Sala, Le due metà del cervello, "Alfabeta", n. 17, settembre 1980, p. 11.
UNA DOMANDA AI MATEMATICI E ALLE (...)

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> PER UN CAMBIO DI PARADIGMA. --- "PENSARE L’ ALTRO COME UN SOGGETTO": "MINIMA MORALIA. MEDITAZIONI DELLA VITA OFFESA" (THEODOR W. ADORNO) E UNA SOLLECITAZIONE AD USCIRE DAL SONNO DOGMATICO.

lunedì 11 settembre 2023

"PENSARE L’ALTRO COME UN SOGGETTO": "MINIMA MORALIA. MEDITAZIONI DELLA VITA OFFESA" (THEODOR W. ADORNO) E UNA SOLLECITAZIONE AD USCIRE DAL SONNO DOGMATICO.

VITA E FILOSOFIA E ANTROPOLOGIA: "SÀPERE AUDE!" (KANT, 1784).

Riprendere il filo "kantiano" della critica della ragione della "dialettica negativa" e positiva, ripartire dalle riflessioni antropologiche di "Minima Moralia", e, al contempo, rimettersi al lavoro per una "seconda rivoluzione copernicana" (Theodor W. Adorno ).

"Nel ricordo del giorno di #nascita di Theodor Ludwig Wiesengrund #Adorno (Francoforte sul Meno, #11settembre 1903 - Visp, 6 agosto 1969), una ’occasione’ per rileggere da "#MinimaMoralia" l’af. 21 ("Non si accettano cambi"):

“Gli uomini disapprendono l’arte del dono. C’è qualcosa di assurdo e incredibile nella violazione del principio di scambio; spesso anche i bambini squadrano diffidenti il donatore, come se il regalo non fosse che un trucco per vendere loro spazzole o sapone [...] La vera felicità del dono è tutta nell’immaginazione della felicità del destinatario: e ciò significa scegliere, impiegare tempo, uscire dai propri binari, pensare l’altro come un soggetto: il contrario della smemoratezza.
-  Di tutto ciò quasi nessuno è più capace. Nel migliore dei casi uno regala quel che desidererebbe per sé, ma di qualità leggermente inferiore. La decadenza del dono si esprime nella penosa invenzione degli articoli da regalo, che presuppongono già che non si sappia cosa regalare, perché, in realtà, non si ha nessuna voglia di farlo. Queste merci sono irrelate come i loro acquirenti: fondi di magazzino e dal primo giorno. Lo stesso vale per la riserva della sostituzione, che praticamente significa: ecco qui il tuo regalo, fanne quello che vuoi; se non ti va, per me è lo stesso; prenditi qualcosa in cambio. Rispetto all’imbarazzo dei soliti regali, questa pura fungibilità è ancora relativamente più umana, in quanto almeno consente all’altro di regalarsi quello che vuole: dove però siamo agli antipodi del dono. Di fronte alla maggior dovizia di beni accessibili anche al povero, la decadenza del dono potrebbe lasciarci indifferenti. Ma anche se, nell’abbondanza, il dono fosse diventato superfluo - e questo non è vero, sul piano privato come sul piano sociale, perché non c’è nessuno oggi, per cui la fantasia non potrebbe scoprire proprio quell’oggetto che è destinato a fare la sua felicità -, continuerebbero a soffrire della mancanza di dono quelli che non donano più. Deperiscono in loro quelle facoltà insostituibili che non possono fiorire nella cella isolata della pura interiorità, ma solo a contatto del calore delle cose. Un gelo afferra tutto ciò che essi fanno, la parola gentile che resta non detta, l’attenzione che non viene praticata. Questo gelo si ripercuote, da ultimo, su coloro da cui emana. [...]” ("Minima Moralia").

Federico La Sala


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