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CAMBIARE PARADIGMA: USARE "LE DUE METÀ DEL CERVELLO" (1980)! URGENTE UNA "RICAPITOLAZIONE", MATEMATICAMENTE CORRETTA, SECONDO FILOLOGIA.

Non è il caso di ripensare i fondamenti e uscire dall’orizzonte della tragedia e dall’infernale letargo antropologico ed epistemologico?!
venerdì 18 ottobre 2024
"L’ONTOGENESI RICAPITOLA LA FILOGENESI" (ERNST HAECKEL). INDIVIDUO E SPECIE: QUALE "RICAPITOLAZIONE" (COME DA ANTROPOLOGIA O COME DA ANDROCENTRISMO)?!
APPUNTI PER IL CONGRESSO MONDIALE DI FILOSOFIA ROMA 1-8 AGOSTO 2024 (WCP2024 - XXV World Congress of Philosophy). "I soggetti sono due, e tutto da ripensare". In memoria di Franca Ongaro Basaglia e di Laura Lilli...
Federico La Sala, Le due metà del cervello, "Alfabeta", n. 17, settembre 1980, p. 11.
UNA DOMANDA AI MATEMATICI E ALLE (...)

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> PER UN CAMBIO DI PARADIGMA. --- L’ONDA LUNGA DEL DEMIURGO: DEMOGORGONE. Ricordando le "Dicerie Sacre" di G.B. Marino, una ricognizione sul tema (di Giuseppe Fragola).

mercoledì 28 giugno 2023

FILOLOGIA STORIA E LETTERATURA. L’ONDA LUNGA DEL DEMIURGO: DEMOGORGONE. Ricordando le "Dicerie Sacre" di G.B. Marino, una ricognizione sul tema... *


STORIA E PASSATO

Demogorgone: dalle origini del mito a Stranger Things

Non si è trattato certo della prima volta che il mondo ha sentito il suo nome, ma il Demogorgone ha senza dubbio acquisito maggiore visibilità, tale da non essere mai stata raggiunta in passato, grazie alla serie TV horror, esclusiva della piattaforma Netflix, Stranger Things.

di Giuseppe Fragola (Wonews, 26 nov

Non si è trattato certo della prima volta che il mondo ha sentito il suo nome, ma il Demogorgone ha senza dubbio acquisito maggiore visibilità, tale da non essere mai stata raggiunta in passato, grazie alla serie TV horror, esclusiva della piattaforma Netflix, Stranger Things. Nella serie, ideata dai fratelli Matt e Doss Duffer, la creatura è conosciuta anche come Signore dei Demoni nel gioco di ruolo fantasy Dungeons & Dragons. Siamo andati a scavare a fondo, immergendoci nei meandri più oscuri della storia, per scoprire le origini del mito.

In un dramma lirico del 1820 scritto da Percy Shelley, due sorelle si imbarcano in un pericoloso viaggio negli inferi alla ricerca del Demogorgone, il “Supremo Tiranno” che governa su uomini, bestie e perfino fantasmi. A quale scopo rischiare la propria vita in questa ricerca? Nel dramma le due sorelle vogliono persuadere il demone ad aiutare uno sfortunato individuo di nome Prometeo. Quando la ricerca ha successo e le due sorelle si ritrovano davanti il Demogorgone - il quale abita una oscura caverna - tutto ciò che riescono a vedere è una “potente oscurità” in grado di emettere “raggi di oscurità”. Quasi un ossimoro, quasi un paradosso. Come il voler immaginare una fonte di luce di colore nero (potreste farvi un’idea con alcuni particolari dettagli grafici del videogame Hollow Knights). In ogni caso, torniamo alle sorelle: ritrovatesi faccia a faccia con il demone, il Demogorgone non soltanto non strappa via loro la vita ma, alquanto loquace, decide perfino di aiutarle. Pensate che l’opera si conclude con la creatura che tiene un discorso finale sull’amore. Quale spaventoso demone, eh...?

Bene, ma Shelley, vi starete chiedendo, da dove ha preso ispirazione per la creazione del Demogorgone? Di certo sappiamo che non fu opera sua. L’idea di questa creatura circolava in letteratura già da circa 500 anni (viene nominata da Giovanni Boccaccio e Edmund Spenser, per dirne due a caso). Molti erano gli scrittori che consideravano il Demogorgone il padre degli Dèi. Il termine assomiglia senza dubbio a due parole greche antiche: “Dèmos” (che significa “popolo”) e “Gorgon” (riferito a Medusa, la perfida creatura il cui solo sguardo bastava per trasformare gli uomini in pietra).

Ma “Demogorgone” non era nemmeno una divinità che faceva parte della mitlogia greca o romana e, a dirla tutta, non era nemmeno una parola reale. La popolarità del termine risale addirittura al lontano 1300, comparendo per le prime volte nella letteratura latina nella città italiana di Firenze. Jean Seznec, defunto storico ed esperto in mitologia affermò al riguardo: “Demogorgone è un errore grammaticale, e per questo errore è diventato un Dio”.

Il Demogorgone, inizialmente, non aveva nemmeno un nome preciso negli antichi poemi latini. James K. Coleman, assistente professore di italiano all’Università di Pittsburgh scrisse di questa creatura: “Nel poema epico latino di Lucan, il Pharsalia, la strega Erichto costringe alcune divinità infernali a eseguire i suoi ordini minacciando altrimenti di invocare il terribile dio che anche loro temono. Quindi, nella Tebaide di Stazio, il profeta Tiresia si riferisce al terribile ‘Signore del Triplice Mondo’, di cui si rifiuta di pronunciare il nome”. Il fatto che questi antichi scrittori non utilizzassero un nome preciso per indicare questa creatura permise a scrittori successivi di introdurre una loro libera interpretazione. Ad esempio, come si vede nell’immagine di copertina, l’artista tedesco Hendrick Goltzius (1558-1617) ritrasse uno splendido dipinto intitolato “Demogorgon in the Cave of Eternity”, senza possedere alcun reale riscontro delle caratteristiche fisiche di un “Demogorgone”, qualsiasi cosa volesse dire all’epoca, in base alle interpretazioni (appunto). Goltzius lo immaginò come un uomo anziano intento a scrivere un testo, mentre con l’altra mano sembra effettuare qualche tipo di calcolo (forse basato sulla posizione degli astri celesti in base al suo punto di vista?). Dalle sue labbra spunta uno sbuffo di fumo al termine del quale sembra materializzarsi una “bolla” contenente una figura femminile. La figura dell’uomo anziano (secondo il portale ufficiale dell’Art Museum della Princeton University) si basa su un passaggio dell’antico testo “De Consulate Stilichonis” redatto dal poeta romano Claudiano (IV Secolo). In esso un vecchio residente in una grotta è intento a determinare il numero e la natura stessa delle stelle, scrivendo al contempo le leggi che governano il destino di tutti gli uomini.

Secondo Lewis, come affermato in un suo libro di letteratura medievale e rinascimentale, uno scriba medievale leggendo la parola greca “demiurgo” (il nome che Platone diede al Creatore dell’Universo) la trascrisse per errore in “Demogorgon”. “Questa è forse l’unica volta in cui un errore di trascrizione di uno scriba ha vissuto un tale successo in termini di visibilità”, affermò Lewis.

Nel XIV secolo lo scrittore italiano Boccaccio lo dichiarò “Padre degli Dèi Greci”. Boccaccio, secondo Coleman, non era particolarmente preparato sul greco antico. Presumibilmente lo scrittore italiano si imbatté nel termine “Demogorgone” e lo prese alla lettera, come verità assoluta. Secondo lo stesso Boccaccio il Demogorgone è “una figura oscura, avvolta da nuvole e tenebre che ne mascherano ogni dettaglio dell’aspetto”.

Dopo la trasformazione da entità apocrifa a divinità suprema portata da Boccaccio, il Demogorgone divenne (come diremmo oggi) virale. Molti scrittori e poeti iniziarono a citare la creatura, da Ficino a Verino, passando per Boiardo e perfino Ludovico Ariosto. La creatura divenne talmente celebre che nel 1565 un manichino raffigurante il Demogorgone sfilò per le strade di Firenze durante una processione nuziale dei Medici.

Il semplice errore di uno scriba ha trasformato la parola “Demiurgo” in un demone perfetto per i film dell’orrore, come appunto Stranger Things. Il fatto che i testi antichi non fornissero una descrizione fisica dettagliata di questa temuta creatura permise agli autori e agli artisti venuti in seguito di liberare la propria immaginazione. Coleman, infine, chiude così l’argomento: “Quando i testi storici parlano di divinità classiche come Apollo o Ade è difficile, per noi, risalire fino alla vera fonte. Fino alla persona precisa che ispirato tali racconti. Ma quando si parla del Demogorgone possiamo risalire fino alla fonte della sua creazione”.


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      • FILOLOGIA E #STORIOGRAFIA. L’ONDA LUNGA DEL #RINASCIMENTOMERIDIONALE E LA LEZIONE #CRITICA DI PADRE #GIOVANNIPOZZI: GIOVAN BATTISTA MARINO, LE "#DICERIESACRE", E DUE MAGISTRATI DELLA FAMIGLIA #PEPI DI #CONTURSITERME (#SALERNO), NELLA Basilica di San Domenico Maggiore - Napoli.

      • [...]

D ) GIOVAN BATTISTA MARINO, LE DICERIE SACRE" (1614), E LA PROPOSTA DI "LETTURA" DI GIOVANNI POZZI: "[...] Possiamo accogliere l’indicazione metodologica di Pozzi anche per quanto riguarda il rapporto con il mito, qui assunto da Marino come “prisca teologia”: sulla scorta di una lunga tradizione, s’intende, ma declinata secondo modalità, se non del tutto inedite, certo pochissimo praticate. Subito all’inizio, Marino rintraccia in molti miti pagani il nucleo di altrettante verità cristiane. L’elenco è sorprendentemente lungo:

      • Piú oso di dire: che sotto queste bende misteriose non solo si celano le fallacie delle bugiarde Deità degli Etnici, ma chiunque con zelo pio e con ingegno catolico prende a spiarle addentro, [Fulgen.] vi può contemplare eziandio adombrati assaissimi sacramenti della Cristiana religione. Cosí ritroverà in certo modo (quantunque imperfetto) figurata la Trinità in Gerione, la generazione eterna in Minerva, la creazione dell’uomo in Prometeo, la rovina degli Angioli ne’ giganti, Lucifero in Fetonte, Gabriello in Mercurio, Noè in Deucalione, la moglie di Lot in Niobe, Giosuè in Leucotoe, la conservazione del mondo in Atlante, l’incarnazione del Verbo in Danae, l’amor di Cristo in Psiche, le battaglie col diavolo in Ercole, la predicazione in Anfione, la risuscitazione de’ morti in Esculapio, l’instituzione del Sacramento in Cerere, la passione in Atteone, la discesa al limbo in Orfeo, la salita al cielo in Dedalo, l’incendio dello Spirito Santo in Semele, l’Assunzione della Vergine in Arianna, il giudizio in Paride, e cento, e mille altre menzogne al vero applicabili, che studioso della brevità tralascio.

Una simile presa di posizione, che inevitabilmente finisce, [...] per parificare mito pagano e religione cristiana, non passò certo inosservata [...] Marino cerca dunque di dimostrare che «la figura di Pan è figura di Dio» e, piú esattamente, di Cristo, procedendo ad un minuzioso e sofistico raffronto punto per punto. Eccone uno stralcio:

      • Pan fu figliuolo di Demogorgone: Cristo è figliuolo del Padre eterno; Demogorgone fu da’ creduli della vecchia età stimato primo di tutti gli altri Iddii, [Lactan. Stat. Lucan.] eterno di tutte le cose padre, da niuno generato, intorniato di nuvoli e di nebbie, e nelle viscere della terra abitante. Questo è simbolo del Padre, capo e radice di tutta la divina natura (parlo in quanto all’origine, non in quanto al tempo) Iddio terribile e formidabile (che tanto monta l’interpretazione di quel nome Greco) onde fu a lui in particolare assegnato l’attributo della potenza: da niuno altro prodotto, essendo egli principio della eterna produzzione; di tutte le cose genitore, perché tutte le cose creò: ma nascosto dentro latebre oscure e caliginose, per esser impenetrabile agl’intelletti de’ mortali: [Psal. 17] posuit tenebras latibulum suum. [Psal. 96] Nubeset caligo in circuitu eius. Alcuni confusero queste due deità [Theodont.] e volsero che tra Pan e Demogorgone non fusse differenza alcuna; ed ecco l’unità dell’essenza tra Padre e Figlio, che quantunque personalmente distinti, in quanto però alla sostanzadivina sono amendue una cosa medesima.

Accenno appena al provocatorio inserimento di Demogorgone, qui assurto - ovviamente sulla scorta di autorità anche irreprensibili - a padre di tutti gli dei e confondibile con Pan, in un rapporto che sarebbe figura di quello che il Padre e il Figlio intrattengono tra loro; con una notevole forzatura rispetto alla fonte primaria, già indicata da Pozzi nelle Genealogie deorum gentilium, i 3. [...]"
-  (Cfr. Pierantonio Frare, "ADONE. IL POEMA DEL NEOPAGANESIMO", "Filologia e Critica", Salerno Editrice, maggio-dicembre 2010, pp. 229-231, senza le note).

Federico La Sala


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