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ANTROPOLOGIA, FILOSOFIA E PSICOANALISI: APPRENDERE DALLA "METAFISICA" DELL’ESPERIENZA...

LA NASCITA DELL’ESSERE UMANO E IL GIOCO DEL ROCCHETTO. Al di là del giogo di Edipo e Giocasta - di Federico La Sala

"LA FRECCIA FERMA". La connessione emersa tra il gioco del rocchetto del nipotino di Freud e la metafisica greca, e l’ipotesi marxiana che noi siamo ancora fermi nell’orizzonte dei greci ... non mostra noi stessi ancora fanciulli?!
giovedì 20 luglio 2023
FILI DI ’FUGA’ INTORNO A UN ROCCHETTO. Tracce per una discussione...*
Freud, in Al di là del principio di piacere (1920), riporta il caso di un bambino di un anno e mezzo che non piangeva mai quando la sua mamma lo lasciava per alcune ore, "sebbene fosse teneramente attaccato a questa madre che non solo lo aveva allattato di persona ma lo aveva allevato e accudito senza aiuto esterno".
"Ora questo bravo bambino aveva l’abitudine - che talvolta disturbava le persone che lo circondavano - di (...)

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> LA NASCITA DELL’ESSERE UMANO E IL GIOCO DEL ROCCHETTO - "L’enigma della sfinge e il segreto della piramide". Una rensione (di R. Pozzo).

domenica 4 settembre 2022

Una recensione* del lavoro di Federico La Sala

      • L’enigma della sfinge e il segreto della piramide. Considerazioni attuali sulla fine della preistoria in forma di lettera aperta, Ripostes, Roma-Salerno, 2001, pp. 64.

di Riccardo Pozzo (ildialogo.org, Domenica, 15 febbraio 2004)

(a) Nato a Contursi Terme, in provincia di Salerno, nel 1948, e da decenni insegnante di filosofia e pedagogia all’Istituto Magistrale Agnesi di Milano, dove è un illuminato punto di riferimento per studenti e colleghi, La Sala è un pensatore che a una notevole originalità di pensiero affianca una profonda radicalità nella tradizione fenomenologica aperta da Enzo Paci. Ha pubblicato La mente accogliente. Tracce per una svolta antropologica (Pellicani, Roma, 1991), Della terra il brillante colore (Rispostes, Roma-Salerno, 1999) e diversi saggi apparsi su Alfabeta, Aquinas, Belfagor, La critica sociologica e altre riviste.

(b) La Sala propone con questo volumetto un manifesto “sul coraggio di servirsi della propria intelligenza, oggi - per diventare uomini liberi e donne libere, cittadini sovrani e cittadine sovrane, non imprenditori e imprenditrici, sfruttatori o sfruttatrici, della propria o dell’altrui forza lavoro” (p. 7). Con esso, La Sala chiude la trilogia iniziata con La mente accogliente e proseguita in Della terra il brillante colore, nella quale viene compiutamente elaborata un’ontologia chiasmatica, un’ontologia “segnata da una relazione illuminata dal sapere-potere dell’amore, umano e politico, di sé, dell’altro e dell’altra” (p. 7), e dunque “una via chiasmatica alla conoscenza” che prenda le vesti di un materialismo storico, “liberato dalla sua cecità e capace non solo di realizzare un’anamnesi della genesi e risolvere il miracolo greco passando attraverso il denaro”, ma anche, e specialmente, “di sognare meglio quello che hanno sognato tante generazioni e anche noi ancora sogniamo” (p. 12).
-  Sopratutto, La Sala invita a considerare il gradino ontologico presente nell’inizio dell’avventura della vita umana, nella nascita di un bambino, nella quale “si passa dal dentro al fuori e dal sensibile (materiale-materno) all’intelligibile (altrettanto fisico, materiale-paterno)” (p. 16). La Sala nota la confusione e la guerra che da sempre si stagliano nell’orizzonte antropologico occidentale, che non è mai andato al di là del cosmo pensato dai Greci, nel quale “tanto la donna e la femminilità quanto il bambino e l’infanzia non hanno mai avuto diritto di cittadinanza e sono sempre stati domesticati e confinati nel recinto della debolezza e della minorità” (p. 18). Ma proprio l’esclusione della femminilità e dell’infanzia dal linguaggio della filosofia e della politica è ciò che ha fatto dimenticare che “fuori dal tutto non c’è il nulla (al piú, la volontà di negare l’essere), ma la vita e la via della vita: si viene dalla vita, si nasce alla vita e si muore nella vita. E’ la vita a comprendere e illuminare il mondo, non il contrario. E, ancor piú precisando, è la vita che determina la coscienza, non viceversa” (p. 22). La Sala pone il seguente aut aut che non ammette altre soluzioni: o si resta all’interno del progetto antico della moderazione e di quello moderno della libertà o si prosegue si prosegue con occhi aperti e piedi per terra sulla strada della ricerca aperta da Rousseau di un contratto sociale che sappia dire “agisci in modo che il tuo desiderio non si trovi a essere antagonistico rispetto a quello di un altro, affinché non finisca col ritorcersi contro di te” (p. 34).

(c) Va detto che l’umana ontologia che La Sala si è posto a ricostruire non è cosa nuova. Già Dante, come ricorda La Sala (p. 62), ne individuò il nucleo concettuale nelle seguenti nove parole: “Dio, cielo, amore, mare, terra, è, vive, muore, ama” (De vulgari eloquentia, I, 8). Lo stesso, l’originalità del contributo di la Sala va vista nella riflessione sulle possibilità e i limiti di un’antropologia filosofica che sia in grado di esprimersi sulle tematiche che definiscono il ventunesimo secolo, e penso in primo luogo alle questioni connesse alla vita, alla famiglia e alla cittadinanza. Basti pensare alla fertilità che il suo approccio prende una volta che lo si usi per discutere, per fare solo qualche esempio, di libertà riproduttiva, clonazione, aborto, adozione in loco e a distanza, libertà civili e diritti del bambino. Questo di La Sala non è un libro dotto (come i tanti sulla cosidetta philosophy of sex and love, che tra l’altro è oggi materia d’insegnamento in molte università degli Stati Uniti), è un libro che risulta da un serio lavoro intellettuale (nel senso weberiano), ovvero da un lavoro che mira a incidere sulla vita politica di una nazione.

Riccardo Pozzo

* Cfr. Magazzino di Filosofia, n. 9, 2002, pp. 61-62, Franco Angeli editore, Milano 2003.


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