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MITO E STORIA, POLITICA E TEOLOGIA: "LUCIFERO!" E LA STELLA DEL DESTINO. Storiografia in crisi d’identità ...

LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE FELICE: LA NECESSITÀ DI RICOMINCIARE DA "CAPO"! Alcune note - di Federico La Sala

I. BENITO MUSSOLINI E MARGHERITA SARFATTI - II. ARNALDO MUSSOLINI E MADDALENA SANTORO.
mercoledì 24 aprile 2024
[...] "SAPERE AUDE!" (I. KANT, 1784). C’è solo da augurarsi che gli storici e le storiche abbiano il coraggio di servirsi della propria intelligenza e sappiano affrontare "l’attuale crisi di identità della storiografia" [...]
KANT E GRAMSCI. PER LA CRITICA DELL’IDEOLOGIA DELL’UOMO SUPREMO E DEL SUPERUOMO D’APPENDICE.
-***FOTO. Xanti Schawinsky, Sì, 1934
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LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE (...)

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> LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE FELICE: LA NECESSITÀ DI RICOMINCIARE DA "CAPO"! -- Contro la retorica del fascismo buono: il caso di Crollalanza (di Mario Spagnoletti).

giovedì 30 settembre 2021

Il libro

Contro la retorica del fascismo buono: il caso di Crollalanza

Nel saggio “Un ministro all’ombra del duce” Nicola Fanizza ricostruisce le vicende dell’ex podestà di Bari e sodale di Mussolini: la sua adesione alla barbarie del regime dall’omicidio di Giuseppe Di Vagno alle leggi razziali fu sempre incondizionata

di Mario Spagnoletti*

Contro la scivolosa retorica secondo la quale “anche il fascismo ha fatto cose buone”. Esemplare, in questo senso, è la vicenda di Araldo di Crollalanza, nella vulgata collettiva della memoria cittadina barese salutato come un eroe. Ma non da tutti come attestano vent’anni fa le polemiche in ordine all’erezione del busto in suo ricordo in piazza Eroi del Mare. Fu proprio su Repubblica Bari, allora, che lo storico Luciano Canfora sgombrò il campo da ogni ipotesi di riabilitazione di questa figura: «Chi è rimasto fascista anche dopo il 1938 della promulgazione delle leggi razziali, e Di Crollalanza fu tra questi, non è degno di essere celebrato. La città potrebbe fare tranquillamente a meno di questo monumento. C’è già una strada a portare il suo nome. Mi sembra che basti e avanzi».

Ora nella collana “Storia e memoria” della casa editrice Progedit è appena uscito un interessante contributo di Nicola Fanizza sulla biografia intellettuale e politica di Araldo di Crollalanza: Araldo di Crollalanza. Un ministro all’ombra del duce. Il volume si segnala, sin dalle prime pagine, per essersi sottratto ad ogni forma di mitografia, ancorandosi al solido terreno di una ricostruzione storica basata su fonti giornalistiche, memorialistiche, emerografiche epistolografiche e soprattutto archivistiche. Un’impresa per nulla agevole, se si pensa che non esistevano biografie complete e storiograficamente fondate sul personaggio, ma per lo più scritti di “laudatores” acritici, impegnati a costruire l’immagine di un “santino fascista” da utilizzare per accreditare la falsa immagine di un fascismo “onesto” e “operoso”.

Fanizza si sforza di ricostruire, invece, con ricchezza documentaria e perizia storiografica, l’ambiente familiare e sociale, le difficoltà economiche insorte dopo la morte del padre, il successivo trasferimento a Mola di Bari - città natale della madre Maria Noya - grazie all’aiuto finanziario generoso e disinteressato di Piero Delfino Pesce, i primi anni della formazione nel liceo-ginnasio Domenico Morea di Conversano.

Nel Convitto conversanese, Araldo ebbe per compagni di studio molti personaggi di grande rilievo nella successiva storia intellettuale politica pugliese, da Tommaso Fiore ad Alfredo Violante, da Giuseppe Di Vagno a Michele Viterbo. Le necessità familiari e il non brillante profitto indussero la madre a spingere il giovane Araldo a inserirsi precocemente nel mondo del lavoro, cosa che egli farà secondando la sua passione giornalistica e pubblicistica, con l’aiuto amicale di Piero Delfino Pesce.

Nel biennio 1911-1912 il ventenne di Crollalanza è repubblicano con accenti mazziniani, come Pier Delfino Pesce, ma altrettanto infiammato dalla prosa e poesia dannunziane e assai sensibile al richiamo delle teorie del sindacalismo rivoluzionario. Coniugando la penna con la spada - come più tardi farà con l’azione parlamentare, amministrativa e governativa - di Crollalanza parteciperà alla Grande guerra come volontario e ne riporterà quell’esperienza indelebile che ne segnerà l’impegno politico del primo dopoguerra nel combattentismo pugliese, accanto a Fiore, Violante e Salvemini esitato, più tardi, nell’adesione convinta al movimento dei mussoliniani Fasci di combattimento.

Nella fase cruciale dell’avvento del fascismo di Crollalanza, negli scritti e nell’azione, mostrerà un’inedita e contraddittoria miscela di tutela di istanze sociali e di intransigente difesa dell’ordine e degli equilibri di classe borghesi, con ogni mezzo, compresa la barbarie della violenza squadrista. Non per caso, nonostante le sue esibite posizioni modernizzatrici, “produttivistiche” e sin quasi “industrialiste”, non si schiererà mai apertamente contro il reazionario e violento “fascismo agrario” di Caradonna, neppure quando nel settembre 1921 si giungerà al feroce assassinio del suo antico compagno di studi Peppino Di Vagno.

Su tali basi si spiega anche la fase di ascesa dell’ancor giovane Araldo, accorto e pragmatico, capace di aver ragione e di imporsi sulle posizioni di una parte del fascismo barese politicamente meno dotato di intelligenza “tattica”, tra la marcia su Roma e le elezioni politiche successive. Inizia a partire di qui la sua inarrestabile ascesa: deputato nel 1924, podestà di Bari nel 1926, sottosegretario ai Lavori Pubblici nel 1928 e infine ministro dello stesso dicastero dal 1930 al 1935.

Fanizza ripercorre l’opera amministrativa e di governo del di Crollalanza, non mancando di registrarne la fattività e l’operosità nella realizzazione di grandi e monumentali opere pubbliche a Bari, in Puglia e nella Penisola: opere, peraltro, sempre tese a raffigurare “nella pietra” il volto imperialista e aggressivo del regime, con una monumentalità retorica che sovrasta e sopprime ogni dimensione di una effettiva socialità. E qui spicca il caso delle architetture del lungomare monumentale di Bari che, di fatto, negano il rapporto fra la città e il mare.

L’azione del ministro pugliese è così analizzata senza mitizzazioni e ricostruendo anche l’insieme delle reti e dei rapporti politici e di potere di un personaggio, fondamentalmente onesto sul piano personale, ma “pervasivo” e non alieno da intensi e talora torbidi rapporti clientelari, come mostra la documentata vicenda dello scandalo truffaldino di Alberotanza a Mola di Bari che, probabilmente, sarà alla base del suo allontanamento dal ministero.

Non meno puntuali e storiograficamente preziose appaiono le analisi sull’attività del di Crollalanza quale presidente dell’Opera nazionale combattenti sino al 1943 - tanto più che su questa importante istituzione del fascismo persiste una grave lacuna storiografica -, nonché sulla sua successiva e ingiustificabile adesione alla Repubblica di Salò, vissuta marginalmente ma sempre “all’ombra del duce” e con un’adesione mai rinnegata all’efferata opera del governo nazifascista.

Attenta e documentata appare anche la ricostruzione del lungo impegno politico, amministrativo e parlamentare nel Movimento sociale italiano per tutto il secondo dopoguerra e sino alla sua morte nel 1986.

Impreziosisce il volume la pubblicazione e l’analisi del carteggio D’Annunzio-di Crollalanza, prevalentemente incentrato utilitaristicamente dal Vate sui problemi della viabilità per Gardone e delle ristrutturazioni del Vittoriano e della sua casa pescarese, al di là delle retoriche affermazioni di amicizia e comunanza spirituale.

Se la storia non può essere mitografia questa biografia di Araldo di Crollalanza merita di essere apprezzata per il suo sforzo di documentata storicizzazione che lascia emergere un personaggio “in carne ed ossa”, decostruendo il “santino fascista” accreditato nell’immaginario collettivo delle forze di destra e talora anche in quello di sin troppo tiepidi antifascisti.

      • [Foto] L’autore e la biografia. Nicola Fanizza ha 70 anni e, nato a Mola, vive a Milano. È storico e filosofo. Araldo di Crollalanza. Un ministro all’ombra del duce è edito da Progedit (pagg. 188, 20 euro)

      • [Foto] L’album. Araldo di Crollalanza nel 1934 al Vittoriale (il primo da destra, dall’archivio del Vittoriale). Nella foto grande il busto sul lungomare

* la Repubblica/ Bari Cultura, 28 settembre 2021 (ripresa parziale, senza immagini).


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