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MITO E STORIA, POLITICA E TEOLOGIA: "LUCIFERO!" E LA STELLA DEL DESTINO. Storiografia in crisi d’identità ...

LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE FELICE: LA NECESSITÀ DI RICOMINCIARE DA "CAPO"! Alcune note - di Federico La Sala

I. BENITO MUSSOLINI E MARGHERITA SARFATTI - II. ARNALDO MUSSOLINI E MADDALENA SANTORO.
mercoledì 24 aprile 2024
[...] "SAPERE AUDE!" (I. KANT, 1784). C’è solo da augurarsi che gli storici e le storiche abbiano il coraggio di servirsi della propria intelligenza e sappiano affrontare "l’attuale crisi di identità della storiografia" [...]
KANT E GRAMSCI. PER LA CRITICA DELL’IDEOLOGIA DELL’UOMO SUPREMO E DEL SUPERUOMO D’APPENDICE.
-***FOTO. Xanti Schawinsky, Sì, 1934
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LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE (...)

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> LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE FELICE: LA NECESSITÀ DI RICOMINCIARE DA "CAPO"! ---- Dall’ «Inno a Satana» di Carducci al «Soffio di Satana» di d’Annunzio: la sua "Alfa Romeo 6C 2300 T" torna al Vittoriale.

martedì 18 maggio 2021

LETTERATURA, STORIA, E IMMAGINARIO. DALL’INNO «A SATANA» (1863) DI CARDUCCI AL RITORNO DEL «SOFFIO DI SATANA» DI D’ANNUNZIO AL VITTORIALE DI GARDONE RIVIERA (2019) ... *


L’Alfa «Soffio di Satana» appartenuta a d’Annunzio, torna al Vittoriale

L’Alfa Romeo 6C 2300 Turismo Touring era amatissima dal Vate, dopo anni di oblio è stata sequestrata al suo proprietario

di Savina Confaloni (Corriere della sera, nov 28, 2019) *

      • [Foto] Alfa Romeo Touring Gabriele D’Annunzio - Assocastelli

Torna al Vittoriale degli Italiani, l’Alfa Romeo 6C 2300 Turismo Touring «Soffio di Satana» di Gabriele d’Annunzio: dopo anni di oblio e la messa all’asta della vettura due anni fa a Firenze, un’azione della magistratura ne ha disposto il sequestro all’attuale «misterioso» proprietario e il rientro a Gardone Riviera come bene inalienabile del Vittoriale.

La vettura costruita in soli due esemplari, carrozzata da Touring e soprannominata «Soffio di Satana» per la sua linea leggerissima - era stata conservata per più di cinquant’anni dal suo ultimo proprietario, mai restaurata e in condizioni originali.

Storici e collezionisti la ritenevano scomparsa perché mai esibita in occasioni pubbliche finché nel settembre del 2017 non aveva debuttato a sorpresa come regina della prima asta automotive della Casa d’aste Pandolfini di Firenze, stimata tra i 500.000 e i 700.000 euro e aggiudicata da un collezionista al telefono per circa 450mila euro.

«Comandante Gabriele d’Annunzio, Principe di Montenevoso» è il proprietario trascritto nei documenti di circolazione originali che accompagnavano la vettura.

Le cronache del tempo fanno risalire la passione del Vate per le Alfa Romeo al 28 aprile del 1932, data dell’incontro fra Tazio Nuvolari e Gabriele d’Annunzio a Gardone Riviera con una loro conversazione sul predellino di un’Alfa Berlina 6C 1750.

A questa sarebbero seguite in poco più di due anni una 6C 1750 GT quinta serie e una 6 cilindri 2300 T carrozzeria berlina Touring 4 posti, targa BS 10764, soprannominata appunto «Soffio di Satana».

La vettura venne usata da d’Annunzio negli ultimi tre anni della sua vita al Vittoriale per ricevere gli ospiti alla stazione di Desenzano e per viaggi personali verso Verona per incontrare Arnoldo Mondadori.

Ed è su questa auto che d’Annunzio faceva arrivare da Milano la sua ultima amante, la giovane contessina Evelina Scapinelli Morasso.

Dopo la morte del Poeta la proprietà dell’Alfa Romeo venne trasferita alla «Fondazione del Vittoriale degli Italiani» e venduta il 5 agosto ’46, dall’allora Commissario Straordinario della Fondazione, alla Società Autotrasporti Industriali di Busto Arsizio per appianare parte dei debiti del periodo di guerra, perdendo la sua originale targa, BS 10764, per quella che porta ancora oggi, VA 18580.

In seguito, nell’aprile del ‘63 la 6C 2300 venne acquistata da due fratelli di Castellanza e iniziò una «vita privata» lontana dai radar di commercianti e collezionisti finché non è stata messa all’asta.

Dopo oltre settant’anni dunque l’Alfa Romeo 6C 2300 T torna a casa, esposta nel museo «L’automobile è Femmina» del Vittoriale.

*Fonte: Corriere della Sera, 28 novembre 2019 (ripresa parziale - senza immagini).


* Sul tema, Iin rete e nel sito, si cfr.:

      • A SATANA. "L’inno nella prima stesura del 1863 fu inviato da Carducci all’amico Giuseppe Chiarini accompagnato da questo commento:
      • «È inutile che io avverta aver compreso nel nome di Satana tutto ciò che di nobile e bello e grande hanno scomunicato gli ascetici e i preti con la formola "Vade retro Satana"; cioè la disputa dell’uomo, la resistenza all’autorità e alla forza, la materia e la forma degnamente nobilitate. È inutile che io segni al tuo giudizio le molte strofe tirate giù alla meglio per finire: nelle quali è il concetto dilavato ma non la forma. Bisogna tornarci su, su questa poesia, e con molta attenzione. Ma non ostante mi pare che pel concetto e pel movimento lirico, io possa contentarmene. Pigliala adesso com’è [...] Dopo letto ricorda che è il lavoro di una notte.»" (Giosuè Carducci).

IL MITO DELLA ROMANITÀ, LA MONARCHIA, E IL FASCISMO: MARGHERITA SARFATTI E RENZO DE FELICE.

FLS


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