Le parole della cura e la cura delle parole
di Agostino Racalbuto *
“Le parole della cura e la cura delle parole. E già, perché per reperire parole che curano è fondamentale avere cura delle parole, conoscerle, distinguere la specificità di ognuna di esse, viverne la trama affettiva, conservarle nel loro ampio potenziale di significazione. «Leggere» le parole della psicoanalisi è un tema fondamentale per ogni psicoanalista, a partire dalla lettura dei testi di Freud. Così come scrivere. Freud ha infatti potuto parlare della sua esplorazione dell’inconscio e del lavoro della cura solo a condizione di poterci testimoniare e trasmettere la sua familiarità e la sua sensibilità nei confronti delle parole.
Faccio riferimento a quella sensibilità che permette di ascoltare, di ascoltare in senso psicoanalitico.
Questo tipo di ascolto potrebbe essere forse un’invariante fra l’accaduto in seduta e il resoconto clinico, come se in entrambe le situazioni occorre contattare e «ascoltare» l’inconscio (ascoltarsi) per poter procedere nel recupero di emozioni, affetti, pensieri e parole appropriate a significare l’esperienza. Si presume possa infatti essere rintracciata un’analoga sensibilità di ascolto, quella con i propri pazienti in seduta e quella che, in un diverso contesto, ha presieduto alla scrittura di un lavoro psicoanalitico. O anche quella che occorre in fondo per leggerlo. Come se per scrivere, e per leggere, occorresse ascoltarsi, dicevo in un altro lavoro, e ascoltare quelle «voci» che, in una dialettica interna, ci permettono di pensare, di evocare immagini, di suggerire ritmi, di aprire a certe associazioni e non ad altre, di inventare le «forme» più appropriate per esprimere ciò che le parole vogliono dire.
La qualità e l’efficacia della comunicazione dipendono da come si ascoltano e si trascrivono le «voci» interne che presiedono ai nostri pensieri nella scrittura, da ciò che ne fa cioè un discorso «vivo»”.
* Agostino Racalbuto, "Le parole della cura e la cura delle parole",
in "Rivista di Psicoanalisi", 2004, (50)(Supplemento), pag. 275, 276.