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San Giovanni in Fiore

Nessun problema di eleggibilità per gli Operatori di quartiere candidati al Consiglio comunale

Lo chiarisce il Ministero dell’Interno, su richiesta di uno Studio legale sangiovannese, con un parere che sarà inserito nella raccolta dei pareri in materia di enti locali
venerdì 13 maggio 2011 di Vincenzo Tiano
Il Comitato pro Antonio Barile Sindaco interviene in merito ad una questione relativa alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale nel Comune di San Giovanni in Fiore. Una questione tecnico-giuridica con risvolti pratici e politici. Serpeggiava nell’opinione pubblica l’ipotesi di ineleggibilità alla carica di consigliere comunale degli Operatori di quartiere candidatisi nella lista “Uniti per la Libertà” e in altre liste. L’ipotesi faceva riferimento ad una norma del (...)

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> Nessun problema di eleggibilità per gli Operatori di quartiere candidati al Consiglio comunale

sabato 14 maggio 2011
Caro Vincenzo, non ho resistito dallo scriverti queste brevi riflessioni. Si, è vero, qualcuno tra noi tutti cerca di volare alto, ma non per sporcarsi le scarpe o per evitare i muri in faccia. Solo, unicamente, semplicemente per respirare un po’ di aria pulita. Tutto qui. Non io, chiaramente, con i miei scarponi da contadino della penna, troppo pesanti per volare. Non tu, che preferisci la pratica quotidiana all’esercizio da iureconsulto. Ma qualcun altro si. E come poterlo criticare. E’ vero, però, che le sale si sono lentamente svuotate, a favore delle piazze, delle strade e dei bar. Pensi sia un bene? Io no. Credo sia il terribile sintomo di un imbarbarimento nel e del sociale. Ritengo costituisca la mia sconfitta, quella di alcuni altri con me, ma anche la tua, visti i tuoi primitivi ideali di purezza. Ma forse hai ragione tu. E, conseguentemente, io torto. Chissà. Nel frattempo, personalmente, leggo come un mantra quelle poche righe di Sciascia, un mio conterraneo, ancora troppo avanti nel pensiero per essere compreso a fondo. Te le propongo, tratte da "L’Onorevole": <<"Ma questa lotta, innegabilmente deleteria e indecorosa per certi aspetti, giunge ad effetti di indubbio vantaggio: quel gusto di votare contro qualche cosa, che è tipico del nostro popolo, noi lo coltiviamo anche all’interno del nostro partito. La gente vota per Frangipane contro Ferlazzano, per Ferlazzano contro Frangipane: e dimentica così di votare per un partito che, diciamolo francamente tra noi: per un partito che naturaliter non ama, per un partito non congeniale, per un partito che dal suo inno...">>. Chiudo queste mie brevi, bonarie e sgrammaticate riflessioni, ricordando, a me per primo, il meraviglioso esempio riportato da Umberto Eco, ospite di un recente incontro pubblico sullo stato della democrazia in Italia. Il professore ha ricordato a tutti che pochi professori, inadeguati, non sottoscrivendo la tessera del Partito Fascista, persero la cattedra universitaria, salvando così la dignità di un’intera Istituzione. Pochi. Inadeguati. Quanto quelli dei sindacati e dei Sit-In.

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