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DOVE VA OGGI L’ISTRUZIONE? DOVE VA LA SOCIETA’? Non si tratta di una domanda da poco. Una democrazia si regge o cade grazie al suo popolo e al suo atteggiamento mentale e l’istruzione è ciò che crea quell’atteggiamento mentale

STUDIARE?! MA A COSA SERVE?! Una riflessione di Martha C. Nussbaum - a cura di Federico La Sala

La maggior parte dei Paesi moderni, ansiosi di crescere economicamente, hanno cominciato a pensare all’istruzione in termini grettamente strumentali (...) Ciò che nel fermento competitivo è stato perso di vista è il futuro dell’autogoverno democratico.
domenica 17 aprile 2011 di Federico La Sala
[...] in tutto il mondo, gli studi umanistici, l’arte e persino la storia vengono eliminati per lasciare spazio a competenze che producono profitti, che mirano a vantaggi a breve termine. Quando ciò avviene, le stesse attività economiche ne risentono, perché una sana cultura economica ha bisogno di creatività e di pensiero critico, come autorevoli economisti hanno sottolineato. Di recente, la Cina e Singapore, Paesi che certamente non hanno a cuore lo stato di salute della democrazia, (...)

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> STUDIARE?! MA A COSA SERVE?! ---- COME L’UOM S’ETTERNA. Ecco non solo il ritratto di un professore, ma la scopo, il fine, il traguardo cui un professore e tutta la scuola dovrebbe giungere (di Maria Rosa Panté - Perché la scuola pubblica fa paura a Berlusconi?)

martedì 19 aprile 2011

Perché la scuola pubblica fa paura a Berlusconi?

di Maria Rosa Panté *

-  la cara e buona imagine paterna
-  di voi quando nel mondo ad ora ad ora
-  m’insegnavate come l’uom s’etterna
:
-  (Inferno, XV)

Dante Alighieri così ricorda il suo maestro, Brunetto Latini. L’uomo dalla cara immagine paterna e che insegnò a quell’allievo “come l’uom s’etterna”. In pochi versi com’è nella poesia di Dante (insuperata) ecco non solo il ritratto di un professore, ma la scopo, il fine, il traguardo cui un professore e tutta la scuola dovrebbe giungere: insegnare ai ragazzi “come l’uom s’etterna”.

Cosa vuol dire? Brunetto Latini fu un grande maestro per Dante perché gli diede i mezzi, gli strumenti per far fiorire al massimo la sua umanità. Lo fece diventare un vero essere umano, un uomo a tal punto grande e completo da essere eterno, insomma una persona che lascia traccia di sé. Per Dante fu attraverso la poesia, per altri attraverso modi molto diversi, anche i più umili. Ogni vera persona lascia traccia di sé e una persona diviene tale crescendo, avendo una famiglia, degli amici e un buon maestro, una buona scuola.

Una persona che vive bene la scuola, cioè che arriva a imparare come l’uom s’etterna è una persona libera, intelligente, attiva, una persona che ha propri pensieri e non si lascia condizionare. Una persona che pensa e ragiona.

Contro tutto questo, contro questo tipo di persona si scaglia Berlusconi nei suoi attacchi alla scuola pubblica.

Certo c’è anche il fine di ingraziarsi una Chiesa sempre più imbarazzata dai suoi eccessi. Una Chiesa che, da cristiana, mi auguro abbia al più presto forza profetica e abbandoni una persona e una parte politica così sinistri.

Dico sinistri non a caso, giacché le accuse di Berlusconi contro la scuola pubblica si concentrano sul fatto che gli insegnanti sono per la maggior parte di sinistra e dunque inculcano valori contrari a quelli delle famiglie.

Non sto ad analizzare una tale somma di fesserie e di incongruenze.

Cerco di rispondere a domande quali: perché tali attacchi alla scuola? Perché tanti tagli alla scuola e all’istruzione? Perché un ministro così palesemente incapace (ha sul gobbo una miriade di condanne per le decisioni prese) e per giunta arrogante?

La mia risposta è questa: Berlusconi e quelli come lui non vogliono che i ragazzi imparino “come l’uom s’etterna”. Questo sì è un valore che non si apprende, se non raramente in famiglia; questo è compito della scuola. Berlusconi vuole essere eterno solo lui e non vuole contraddittori, la scuola gli fa paura, fa paura a quelli come lui.

La scuola terrorizza chi non ha idee e basa il suo potere sul vuoto mentale. Proprio per questo credo che i docenti debbano sentire la responsabilità e l’orgoglio del loro difficilissimo (sempre più difficile) lavoro. I docenti sappiano che, se sono nel mirino di certe persone, è perché sono i membri più importanti della società, sono gli educatori, loro sono sulla breccia, sulle barricate. Quando si vuole distruggere uno Stato, infatti, si distrugge prima di tutto il pensiero e l’educazione al pensiero. Insomma i docenti se lo ripetano quando sono stanchi, demotivati, davanti a ragazzi che non studiano, che addirittura sono maleducati; davanti a famiglie che difendono i loro rampolli, davanti all’attuale Presidente del Consiglio. Se lo ripetano con orgoglio: io ho un compito grande, il più grande, insegnare come l’uom s’etterna. Qualcuno dei miei allievi lo imparerà!

* MEGACHIP, Lunedì 18 Aprile 2011


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