Nel sanatorio di Davos l’origine della tragedia tra la forma e il caos
Mi avvicino alla (rilettura della) Montagna incantata con sentimenti misti, persino con un certo senso di colpa, come quando ci si abbandona all’ascolto di una musica troppo sentimentalmente accattivante (certo Chopin, certo Rachmaninoff) o anche a un testo letterario troppo «meridiano» (ho letto per esempio Les nourritures terrestres di Gide in tram, andando e tornando da scuola, per evitare di espormi a tentazioni). (...)
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