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COSTITUZIONE E MUTAMENTI. "CATASTROFI POLITICHE. Sofocle e la tragedia del vivere insieme" (Davide Susanetti)

ELEZIONI, VOTI, PRINCIPIO DI MAGGIORANZA, E INDIFFERENTI: C’E’ UNO E "UNO", E CI SONO ANCHE GLI "ZERO"! Il numero e la qualità. Gramsci, Trilussa, e Sofocle (una nota di Luciano Canfora) - a c. di Federico La Sala

(...) al centro della serrata disputa che Sofocle mette in scena viene appunto affrontata la questione delle questioni: la fondatezza o meno del principio di maggioranza (...)
domenica 17 aprile 2011 di Federico La Sala
[...] non è vero, in nessun modo, che il numero sia “legge suprema”, né che il peso dell’opinione di ogni elettore sia “esattamente” uguale. I numeri, anche in questo caso, sono un semplice valore strumentale, che danno una misura e un rapporto e niente di più. E che cosa poi si misura? Si misura proprio l’efficacia e la capacità di espansione e di persuasione delle opinioni di pochi, delle minoranze attive, delle élites, delle avanguardie, ecc., cioè la loro (...)

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> C’E’ UNO E "UNO", E CI SONO ANCHE GLI "ZERO"! Il numero e la qualità. ----- L’OSSESSIONE DELL’"UNO", DEL "CAPO": PRIVATIZZARE LA LIBERTA’!!!

venerdì 21 dicembre 2012
un popolo indifferente lo è perchè impaurito confuso di perdere anche il niente che possiede o crede di possedere ed abituato a sentirsi inadeguato nell’esprimere i propri dissensi ed ad essere soggetto attivo e non passivo.Quindi questi giudizi di Gramsci sono condizionato ad una realtà politica all’epoca della barbarie mediatica che appunto inizia negli anni trenta e si sviluppa in seguito alla grande, dove impera l’edonismo il colonialismo "delle specie inferiori" il carrierismo ed ed il cialtronismo nelle sedi che indegnamente rappresentano il popolo e servono male la nazione. La scuola non deve essere mitizzata come idea astratta; quella di adesso accentua con una visione edonistica e tecnocratica della realtà economica materiale e nozionistica della cultura la passività la confusione del cittadino, puntualizzandolo (direi espellendolo)all’interno di un suo ruolo economico e dei suoi doveri sociali letti da un una prospettiva individualista ed egocentrica borghese e neoliberale producendo rifiuti e frustrazioni invece di maestri ed allievi.Se la scuola andasse in direzion e opposta rivalutando il concetto di relazione sociale e di economia all’interno di un discorso collettivo in cui l’autorità è diffusa fra soggetti differenti ma ugualmente partecipi responsabili concretamente, la reltà umana e l’ambiente potrebbero essere diversi e meno disillusi.

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