La conoscenza
Fame di istruzione
Da Antonio Gramsci a Giuseppe Di Vittorio fino a Gianni Rodari la forza dell’umanità ma anche uno dei suoi primi bisogni è: sapere. Magari "tutti leggessero non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo”
di Ilaria Romeo (Collettiva, 08/12/2020)
Insediandosi in Parlamento diceva Giuseppe Di Vittorio nel 1921: “Onorevoli colleghi, questa mattina qualcuno seduto in quest’aula, per dimostrare il suo disprezzo per la mia presenza qui, ha mormorato: “Un cafone in Parlamento...”. Ebbene sappiate che questo titolo non mi offende, anzi, mi onora, infatti se io valgo qualcosa, se io sono qua, lo devo ad Ambrogio, a Nicola, a Tonino, a tutti quei braccianti analfabeti che hanno dormito insieme a me nelle cafonerie e con me hanno mangiato pane e olio, che hanno lottato duramente per i diritti dei lavoratori, di tutti i lavoratori, perché la fame, la fatica, il sudore non hanno colore e il padrone è uguale dappertutto”.
Sempre Di Vittorio affermava in occasione del secondo Congresso nazionale della cultura popolare (il primo Congresso si era tenuto a Milano, nella sede del Castello Sforzesco, il 7 e l’8 dicembre 1946; il terzo Congresso si terrà a Livorno dal 6 all’8 gennaio 1956, relatori Norberto Bobbio, Tommaso Fiore e Giulio Trevisani)
Perché la cultura è, e deve tornare ad essere, esattamente questo: uno strumento di emancipazione, di integrazione, dialogo, valorizzazione, sviluppo, coesione sociale. “Istruitevi - diceva Antonio Gramsci - perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza”. “Vorrei che tutti leggessero - affermava il maestro per eccellenza, Gianni Rodari - non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo”.
La cultura rende liberi perché ci permette di pensare con la nostra testa, perché fa in modo che i nostri pensieri non si fermino alle apparenze, non siano superficiali. In un mondo infestato dalle fake news sulla politica, sulla salute, su ogni ogni singolo aspetto della nostra vita, ciò di cui più di ogni cosa in questo momento l’essere umano ha bisogno è di allenare la sua capacità di discernimento, di autovalutazione.
Abbiamo bisogno di cultura. Una cultura messa a dura prova dalla pandemia e dal lockdown. Ma mai come oggi universalmente a disposizione di chi chiunque voglia accedere al sapere. Istruiamoci, perché abbiamo bisogno di tutta la nostra intelligenza, oggi come non mai.