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LA PAROLA, LA GIUSTIZIA E LA CARITA’, CONTRO LA VIOLENZA E LA MENZOGNA. ORA E SEMPRE RERSITENZA ...

QUESTA LOTTA VI RIGUARDA: LA LEZIONE DI ALBERT CAMUS. Corrispondenze per ’Combat’ 1944-1947. Una nota di Francesco Tomatis - a c. di Federico La Sala

(...) confessa Tarrou ne La peste , «ho capito come tutte le disgrazie degli uomini derivino dal non tenere un linguaggio chiaro»: al­lora «basta dire la verità perché la menzogna stessa si sgonfi».
venerdì 24 dicembre 2010
[...] «Attraverso i cinque conti­nenti, negli anni a veni­re, verrà ingaggiata una lotta senza quartiere tra la violenza e la parola. È vero che le possibilità di vittoria della prima sono mille volte superiori a quelle della seconda. Ma ho sempre pensato che se chi spera nella condizione umana è un pazzo, chi dispera degli eventi è un vile. E or­mai l’unico motivo d’onore sarà ingaggiare quella formidabile scom­messa che deciderà una buona volta se le parole sono più forti delle (...)

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> QUESTA LOTTA VI RIGUARDA: LA LEZIONE DI ALBERT CAMUS. - Nelle lettere ritrovate dalla figlia, una storia lunga sedici anni con l’attrice Maria Casarès (di Leonardo Martinelli).

martedì 14 novembre 2017

I segreti tra Camus e l’amante nelle lettere ritrovate dalla figlia

Una storia lunga sedici anni con l’attrice Maria Casarès parallela al matrimonio con Francine, finita solo con la morte

di Leonardo Martinelli (La Stampa, 14.11.2017)

Albert Camus salì su quel coupé dal motore grintoso, una Faciel Vega. Il suo editore Michel Gallimard ne andava così fiero. Si trovavano a Lourmarin, Sud profondo della Francia, nella dimora acquistata dallo scrittore con i soldi del Nobel: un rifugio per la sua famiglia, la moglie Francine e i due figli. Michel si propose di riportarlo a Parigi, un lungo viaggio sotto la pioggia che non finiranno mai: si schianteranno su un platano, poco prima di Fontainebleau. Era il 4 gennaio 1960. Quattro giorni prima di morire, Albert aveva scritto la sua ultima lettera all’amante Maria Casarès, attrice e diva ai tempi: «Sono così contento all’idea di rivederti che rido, scrivendo».

Un secolo dalla nascita di Camus, il 7 novembre 1913, Gallimard ha pubblicato la corrispondenza, finora segreta, tra lui e la Casarès: 865 lettere, dal 1944, l’inizio della loro storia, libera e appassionata, fino alla fine. Una costante è la fiducia reciproca e una maturità inaudita, nonostante le mille paure e le ripetute distanze. «L’ho deciso una volta per tutte - scrive lui -: saremo uniti per sempre. Queste non sono altro che ombre leggere. Passano. E resta il sole del nostro amore». «Ti amo irrimediabilmente - risponde lei -, come si ama il mare».

I due s’incontrarono il 19 marzo 1944, in una Parigi ancora occupata dai nazisti, a casa dello scrittore Michel Leiris. Camus sceglierà poi quella donna bruna e magra, dallo sguardo incandescente e la voce rauca, per interpretare Marta in Il malinteso, suo testo teatrale. Al termine di una serata a casa di Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, Maria e Albert trascorreranno la loro prima notte d’amore: era la stessa dello sbarco in Normandia, tra il 5 e il 6 giugno. Lui aveva trent’anni, lei 21.

Lo scrittore viveva da solo a Parigi, mentre la moglie, Francine, pianista e matematica, era rimasta a Orano, in Algeria, a causa della guerra. Ma da lì a poco lo raggiungerà. Camus non sapeva scegliere. E poi nel 1945 nasceranno i due gemelli della coppia: Maria lo lascerà. Ma quattro anni dopo, ancora un 6 giugno, i due s’incontreranno per caso. Camminavano su Saint-Germain-des-Prés. La passione riprenderà il sopravvento, ormai per sempre. Albert, comunque, non abbandonerà mai Francine, pur lamentandosi delle sue depressioni nelle lettere a Maria: provava tenerezza (anche quello amore?) per la consorte. La Casarès sopporterà anche le altre amanti, soprattutto negli ultimi anni, pure un’attrice come Catherine Sellers, che inizierà a rubarle i ruoli nelle pièces teatrali di Camus.

Maria era la figlia dell’ultimo primo ministro della Spagna repubblicana: con l’inizio della guerra civile, era fuggito a Parigi. Determinata, nonostante il suo accento, la ragazza riuscirà a imporsi come interprete di film e drammi radiofonici, oltre a diventare una delle prime star del festival d’Avignone. Come diceva lei, con Albert condivideva « la vulnerabilità e la forza, entrambi frutto dell’esilio » (lui dall’Algeria).

Nelle lettere si scambiavano commenti sulle letture, spettegolavano sui circoli parigini alla moda, discorrevano della loro vita quotidiana (come lei arredava con gusto il suo appartamento con vista sui tetti di Parigi). Ma se Catherine Camus, figlia dello scrittore, ha deciso dopo tante reticenze di pubblicare questa corrispondenza, di cui era venuta in possesso, si deve al fatto che a tratti è pura letteratura.

Catherine ha raccontato di aver incontrato la Casarès negli Anni Ottanta, dopo la morte della madre, in un albergo di Nizza, dove la donna si trovava in tournée : «Passammo tutto il pomeriggio stese sul letto a mangiare cioccolato, come se ci conoscessimo da una vita ». Catherine ha rivelato che perfino Francine parlava con rispetto dell’amante del marito. «Le loro lettere - scrive la figlia di Camus nell’introduzione all’epistolario - fanno sì che la terra sia più vasta, lo spazio più luminoso e l’aria più leggera semplicemente perché loro due sono esistiti».


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