Inviare un messaggio

In risposta a:
MEMORIA EVANGELICA E FILOLOGIA. LA GRAZIA ("CHARIS"), L’ AMORE ("CHARITAS"), E L’ "EU-CHARISTIA". "La parola «Eucaristia» deriva dal verbo greco «eu-charistèō/rendo grazie» che a sua volta proviene dall’avverbio augurale «eu-...-bene» e «chàirō-rallegrarsi/essere contento»" (Paolo Farinella, prete).

LA "NUOVA FILOCALIA", L’AMORE DEL BELLO, E IL MESSAGGIO DELLA "BUONA CARESTIA" ("EU-CARESTIA")!!! UN "LAPSUS" MILLENARIO ’RILANCIATO’ DA PIETRO CITATI. La sua recensione: "Così i Padri della Chiesa raccontano Dio" - a cura di Federico La Sala

(...) la comunità di Bose pubblica la Nuova Filocalia: testi spirituali d’oriente e d’occidente a cura di Olivier Clément (edizioni Qiqajon, con prefazione di Enzo Bianchi , pagg. 514, euro 40)
lunedì 29 novembre 2010
[...] In realtà Gesù, il mistero nascosto, si era già manifestato. La Scrittura era una forma di
incarnazione: la lettura della Bibbia una specie di eucarestia. Mentre leggiamo i Vangeli, ci cibiamo
di Dio e beviamo il sangue di Cristo. Così ci introduciamo nel midollo e nell’intimo delle parole
celesti. Poi giunge l’eucarestia. Dio è il pane della vita, e chi mangia la vita non può morire [...]
Mentre mangiamo il corpo di Dio e beviamo il sangue dello spirito,
anticipiamo il ritorno di (...)

In risposta a:

> LA "NUOVA FILOCALIA", L’AMORE DEL BELLO, E IL MESSAGGIO DELLA "BUONA CARESTIA" ("EU-CARESTIA")!!! ---- Quando vediamo i più alti dignitari della Chiesa banchettare allegramente in tempi così grami (di don Aldo Antonelli - Le mancate risposte del cardinal Bagnasco)

martedì 30 novembre 2010

Le mancate risposte del cardinal Bagnasco

di don Aldo Antonelli (la Repubblica, 28.11.2010)

Caro Augias,

avevo mandato al cardinale Bagnasco una lettera piena di dubbi alla quale non ha mai risposto. Allora scrivo a lei. Si va ingrossando la valanga di volgarità e di oscenità che investe il paese cancellando ogni traccia di pudore, di dignità, imponendo un degrado dell’etica pubblica, cancellando quelle virtù che con fatica noi parroci cerchiamo di tener vive nei fedeli. Il disorientamento è forte.

Soprattutto quando vediamo i più alti dignitari della Chiesa banchettare allegramente in tempi così grami, quando anche le bestemmie vengono «contestualizzate». Cosa altro deve avvenire perché finalmente si oda il grido della condanna? Quale maledizione perché i Vescovi finalmente parlino? Il disagio, alla base, è grande.

E in questo disagio si fa strada lo smarrimento, la desertificazione degli orizzonti, il dubbio di non essere più all’altezza dei problemi che la realtà impone. Insorgono domande, penose: ci possono essere situazioni nelle quali la bestemmia diventa lecita? Noi parroci vorremmo conoscerle queste situazioni, anche per risparmiare ai nostri fedeli inutili rimorsi di coscienza. Perché questa "accortezza cautelativa" è stata usata per il presidente del Consiglio mentre è stata accantonata per casi ben più drammatici come per Welby ed Eluana Englaro?

Forse che nell’applicazione della legge morale, anche nella Chiesa esistono corsie preferenziali per l’imperatore ed impraticabili ai comuni mortali? Per i funerali religiosi di Welby, crudelmente vietati dalla chiesa, fui contattato dai familiari per una benedizione in aperta piazza; declinai l’invito, ricorrendo quel giorno la Domenica della Palme, ma anche per una mancanza di coraggio di cui oggi mi vergogno. Questi silenzi non saranno segno di un baratto con vantaggi concreti, per esempio il finanziamento delle scuole cattoliche?

Che differenza c’è tra una prostituta che vende il corpo ed una Chiesa che, sempre per danaro, svende l’anima? Io la vedo una differenza: una donna povera ha comunque il diritto a vivere, mentre la Chiesa, memore delle parole del suo Maestro, per vivere deve pur saper morire. Ma sono un semplice parroco e a queste domande non so più rispondere.

-  di Corrado Augias

Ospito con piacere questa lettera del parroco don Antonelli. Le sue domande fanno eco a quelle che una parte vasta della chiesa di base si pone. Potrei anzi dire che si è sempre posta fin dai tempi di Francesco d’Assisi. È l’eterna questione del divario tra Dio e Mammona, tra l’esercizio pastorale e quello del potere. Non sono certo io a poter dare (o tentare) una risposta. Lascio le domande così come don Aldo le pone, rammaricato che il cardinale Bagnasco non abbia trovato il tempo per rispondervi. Lui sì che avrebbe potuto


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: