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IL COMUNE DI ADRO (BRESCIA), L’ITALIA, E IL TRUCCO DEI LADRI E DEI DEI MENTITORI ISTITUZIONALIZZATI. L’OPERAZIONE DELLA "LEGA NORD" COME QUELLA DI "FORZA ITALIA" E DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’" (1994-2010)!!!

"IL SOLE DELLE ALPI" E’ DEL TERRITORIO E DELL’ITALIA: IL COMUNE DI ADRO E L’ABUSO DEL SIMBOLO DA PARTE DELLA "LEGA NORD". Il sindaco Oscar Lancini ha sempre replicato che si tratta di «un simbolo del territorio e non di partito»!!! Note sul tema - a cura di Federico La Sala

RICOMINCIARE DA ADRO (BRESCIA): RESTITUIRE IL SIMBOLO A TUTTI GLI ABITANTI DEL COMUNE, DEL TERRITORIO, DELL’ITALIA!!!
domenica 3 ottobre 2010 di Federico La Sala
Il sindaco di Adro (Brescia) Oscar Lancini ha risposto (...) a quanto si è appreso, Lancini avrebbe espresso la propria disponibilità ad affrontare la questione della rimozione dei simboli sollevando però il problema dei costi dell’operazione.
PER I CITTADINI E I GENITORI DI ADRO, LETTERA DI NAPOLITANO. Rimuovere i simboli del partito dalla scuola. Un conforto per i 185 genitori del comune bresciano che si erano rivolti al Quirinale.
Napolitano - si legge ancora nella missiva - «ha (...)

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> "IL SOLE DELLE ALPI" E’ DEL TERRITORIO E DELL’ITALIA ---- Adro, via i simboli leghisti ma il sindaco minaccia: li ripristino.

martedì 12 ottobre 2010


-  Adro, via i simboli leghisti
-  ma il sindaco minaccia: li ripristino

Il dirigente del polo scolastico ha annunciato ieri sera la decisione dell’Istituto: gli zerbini col Sole delle Alpi verranno arrotolati, gli altri saranno coperti con adesivi. Ma il primo cittadino insiste: se lo fate vi denuncio e rimetto le cose come prima. Un mese di roventi polemiche *

ADRO - Quei simboli leghisti a scuola stanno provocando un durrissimo scontro tra istituzioni locali. Il dirigente del polo scolastico di Adro, Gianluigi Cadei, ha annunciato ieri sera, nel corso di una riunione del Consiglio di istituto, la decisione di procedere alla loro rimozione. Forse entro oggi. A stretto giro di posta si è fatto sentire il sindaco del comune del Bresciano, Oscar Lancini, che quei simboli aveva imposto: "Non mi è ancora stato comunicato nulla. Ho appreso tutto dai giornali. Ma se i simboli vengono rimossi dalla scuola, parte prima la denuncia e poi procedo al ripristino immediato. La volontà dell’ amministrazione comunale deve essere rispettata".

La decisione del dirigente scolastico. I simboli leghisti saranno coperti da adesivi, gli zerbini col Sole delle Alpi semplicemente arrotolati per gli altri si vedrà caso per caso. E la rimozione potrebbe iniziare già oggi. Sempre nella riunione di ieri sera il consiglio di Istituto, secondo quando ha riferito uno dei componenti al termine della seduta, ha deciso di intitolare la scuola ai patrioti risorgimentali Enrico e Emilio Dandolo. Il polo era invece stato intitolato dal sindaco a Gianfranco Miglio. Il consiglio di Istituto, è stato inoltre riferito, ha deliberato di prendere atto della lettera inviata dal provveditore scolastico regionale della Lombardia Giuseppe Colosio al dirigente scolastico di Adro in cui sembra chiedere la rimozione dei simboli. E, sempre il consiglio di Istituto, ha preso atto della lettera che nei giorni successivi a quella di Colosio, il sindaco di Adro ha inviato a Cadei, diffidandolo dalla rimozione dei simboli stessi.

La mobilitazione. La decisione del dirigente illustrata al consiglio d’istituto, convocato in seduta straordinaria, ha sbloccato una situazione si stallo nella quale si rimpallavano responsabilità e decisioni sulla vicenda. Ed è giunta in un momento contrassegnato da una crescente tensione. I Cobas scuola avevano annunciato che Adro sarebbe stata una delle sedi della manifestazione del 15 ottobre. Inoltre, nello scorso fine settimana, due dei soli affissi su una vetrata dell’istituto e collocati tra i bambini stilizzati, erano stati abrasi da sconosciuti facendo scattare anche l’allarme della scuola. Vicenda che si è appresa solo oggi e sulla quale c’e una denuncia ai carabinieri. Il consiglio d’istituto ha ribadito la determinazione delle scorse settimane con la contrarietà alla presenza dei simboli a scuola ed ha dato "la profonda solidarietà", secondo quanto riferito da uno dei componenti del consiglio, genitore di un alunno, al dirigente che ha dovuto prendere "una determinazione ovviamente non facile - ha detto - le cui conseguenze in questo momento sono difficilmente delineabili".

Un mese di polemiche. La polemica sulla scuola di Adro comincia il giorno stesso della inaugurazione dell’edificio del comune della Franciacorta (Brescia) intitolato a Gianfranco Miglio, primo ideologo della Lega Nord. L’11 settembre scorso, durante l’inaugurazione, si scopre che il ’Sole delle Alpi’, simbolo celtico utilizzato dalla Lega, è stato messo sulle vetrate, ma non solo, del nuovo polo scolastico del Comune venuto alla ribalta nei mesi precedenti per le polemiche sulla mensa - non si volevano ammettere gli scolari le cui famiglie non pagavano - e per le prese di posizione del sindaco leghista Oscar Lancini. Il simbolo è anche su banchi di scuola, posacenere, cartelloni in cui s’invita a non calpestare l’erba. Nella scuola, inoltre, i crocifissi sono stati fissati con il cemento nei muri.

La vicenda innesca subito una violenta polemica politica con le opposizioni, scatenate nel chiedere un intervento al governo e al ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, che prende le distanze dall’iniziativa, ma con la stessa Lega che frena: "Il sindaco forse ne ha messi troppi. Avrebbe potuto farne uno bello, che bastava", dice il 19 settembre il leader del Carroccio Umberto Bossi, il giorno dopo che il ministro Gelmini aveva scritto una lettera al sindaco Lancini affinchè provvedesse a togliere il simbolo dalle aule. Ma la replica di Lancini dà fuoco a nuove polveri: "se me lo dice Bossi, obbedisco". Dal paese si giunge a scrivere al capo dello Stato, e Napolitano risponde dicendo di aver preso atto della decisione del ministro Gelmini sulla rimozione dei simboli. Seguono alcuni agitati consigli comunali, con i giornalisti tenuti fuori alla porta, e la discussione su chi dovesse pagare la rimozione dei Soli, fino all’epilogo di questa notte.

* la Repubblica, 12 ottobre 2010


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