Breivik l’europeo
risponde Furio Colombo (il Fatto, 18.04.2012)
Caro Colombo, in che mondo stiamo vivendo? In Francia la signora Le Pen è candidata presidenziale senza scandalo di nessuno e Storace va a renderle omaggio, come a dire: siamo in tanti. Lo sono. L’Ungheria è completamente nelle mani di un governo apertamente razzista e di estrema destra. E al processo in Norvegia o stragista Breivik fa il saluto nazista e rivendica il suo delitto.
Alessia
IL SALUTO nazista di Breivik, l’uomo che ha ucciso da solo, per onorare un comandamento fascista (la lotta al multiculturalismo) 77 giovani connazionali, colpevoli di essere “di sinistra”, il saluto nell’aula del tribunale norvegese in cui riconosce e rivendica, come un patriota, il proprio delitto, quella scena ha fatto il giro del mondo.
Il fatto evidente, che conta e che si verifica facilmente ascoltando le sue dichiarazioni, è che Breivik non è incapace di intendere e di volere. È un uomo intelligente, come lo era Goebbels, e criminale, come lo era Hitler. Si direbbe che solo per un disguido Breivik ha agito sulla scena sbagliata. Infatti quella parte di destra americana che si batte seriamente, con normali e potenti strumenti politici, per la espulsione di tutti gli stranieri, senza tener conto del crollo immediato che subirebbe l’economia americana, non è molto lontana, dal sentire dell’assassino norvegese, come non lo sono gli squadroni di volontari che percorrono il deserto tra Stati Uniti e Messico in cerca di migranti da eliminare.
È terribile dirlo, ma i pattugliamenti congiunti (sgherri libici e militari italiani) nel Mediterraneo, che erano uno degli scopi principali del trattato tra Italia e Libia, hanno fatto la loro parte di morti, compresi bambini e donne incinte, abbandonando o respingendo le barche di naufraghi al loro destino, come testimoniano le Nazioni Unite, molte indipendenti fonti internazionali e l’Alta Corte per i diritti umani di Strasburgo. Sì, occorre riconoscere che quel saluto di Breivik all’inizio del suo processo non è di un pazzo e non è l’ossessione di un solitario. Nel dibattito senza fine sulla politica italiana, di questo bisognerà tenere conto: una destra oscura e potente è in movimento e si sta di nuovo avvicinando al potere. Breivik sembra saperlo.