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RIPENSARE L’EUROPA. PER IL "RISCHIARAMENTO" ("AUFKLARUNG") NECESSARIO. ANCORA NON SAPPIAMO DISTINGUERE L’UNO DI PLATONE DALL’UNO DI KANT, E L’IMPERATIVO CATEGORICO DI KANT DALL’IMPERATIVO DI HEIDEGGER E DI EICHMANN !!!

FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. ALLA RADICE DEI SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA EUROPEA ATEA E DEVOTA. Un breve saggio di Federico La Sala, con prefazione di Riccardo Pozzo.

In questa lezione incontriamo un altro Kant (...) Foucault scopre in Kant il contemporaneo che trasforma la filosofia esoterica in una critica del presente che replica alla provocazione del momento storico (...)
martedì 7 maggio 2024
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
SIGMUND FREUD E LA LEZIONE DI IMMANUEL KANT: L’UOMO MOSE’, L’ UOMO SUPREMO, E LA BANALITÀ DEL MALE. I SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA ATEA E DEVOTA E LA RIVOLUZIONE COPERNICANA. NOTE PER UNA RI-LETTURA
QUESTO L’INDICE (il testo completo è allegato - qui in fondo - in pdf):
I
PRIMA PARTE:
SIGMUND FREUD, I DIRITTI UMANI, E IL PROBLEMA DELL’ (...)

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> FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. ---- Quello che deve essere detto (di Günter Grass)

mercoledì 4 aprile 2012

Quello che deve essere detto

di Günter Grass (la Repubblica, 04.04.2012)

-  Perché taccio, passo sotto silenzio troppo a lungo
-  quanto è palese e si è praticato
-  in giochi di guerra alla fine dei quali, da sopravvissuti,
-  noi siamo tutt’al più le note a margine.

-  E’ l’affermato diritto al decisivo attacco preventivo
-  che potrebbe cancellare il popolo iraniano
-  soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo organizzato,
-  perché nella sfera di sua competenza si presume
-  la costruzione di un’atomica.

-  E allora perché mi proibisco
-  di chiamare per nome l’altro paese,
-  in cui da anni - anche se coperto da segreto -
-  si dispone di un crescente potenziale nucleare,
-  però fuori controllo, perché inaccessibile
-  a qualsiasi ispezione?

-  Il silenzio di tutti su questo stato di cose,
-  a cui si è assoggettato il mio silenzio,
-  lo sento come opprimente menzogna
-  e inibizione che prospetta punizioni
-  appena non se ne tenga conto;
-  il verdetto «antisemitismo» è d’uso corrente.

-  Ora però, poiché dal mio paese,
-  di volta in volta toccato da crimini esclusivi
-  che non hanno paragone e costretto a giustificarsi,
-  di nuovo e per puri scopi commerciali, anche se
-  con lingua svelta la si dichiara «riparazione»,
-  dovrebbe essere consegnato a Israele
-  un altro sommergibile, la cui specialità
-  consiste nel poter dirigere annientanti testate là dove
-  l’esistenza di un’unica bomba atomica non è provata
-  ma vuol essere di forza probatoria come spauracchio,
-  dico quello che deve essere detto.

-  Perché ho taciuto finora?
-  Perché pensavo che la mia origine,
-  gravata da una macchia incancellabile,
-  impedisse di aspettarsi questo dato di fatto
-  come verità dichiarata dallo Stato d’Israele
-  al quale sono e voglio restare legato

-  Perché dico solo adesso,
-  da vecchio e con l’ultimo inchiostro:
-  La potenza nucleare di Israele minaccia
-  la così fragile pace mondiale?
-  Perché deve essere detto
-  quello che già domani potrebbe essere troppo tardi;
-  anche perché noi - come tedeschi con sufficienti colpe a carico -
-  potremmo diventare fornitori di un crimine
-  prevedibile, e nessuna delle solite scuse
-  cancellerebbe la nostra complicità.

-  E lo ammetto: non taccio più
-  perché dell’ipocrisia dell’Occidente
-  ne ho fin sopra i capelli; perché è auspicabile
-  che molti vogliano affrancarsi dal silenzio,
-  esortino alla rinuncia il promotore
-  del pericolo riconoscibile e
-  altrettanto insistano perché
-  un controllo libero e permanente
-  del potenziale atomico israeliano
-  e delle installazioni nucleari iraniane
-  sia consentito dai governi di entrambi i paesi
-  tramite un’istanza internazionale.

-  Solo così per tutti, israeliani e palestinesi,
-  e più ancora, per tutti gli uomini che vivono
-  ostilmente fianco a fianco in quella
-  regione occupata dalla follia ci sarà una via d’uscita,
-  e in fin dei conti anche per noi.

(Traduzione di Claudio Groff)


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