L’Europa e il vizio del vecchio lupo
di Moni Ovadia (l’Unità. 09.04.2011)
La vecchia Europa è come il lupo del celebre proverbio, perde il pelo ma non il vizio. Lascia prosperare nel proprio ventre molle la xenofobia. Sarkò, vicino alle prossime elezioni, si vede contendere lo spazio dalla fascista Le Pen, degna figlia di tanto padre, leader di un partito che in una vera democrazia, dopo la vergogna di Vichy, non dovrebbe arrivare oltre lo 0,1 % e forse non dovrebbe neppure esistere. Ma Sarkò invece di difendere i grandi valori della Repubblique preferisce cavalcare la pancia reazionaria della douce France. In Italia, il paese che ha generato i repubblichini, i demofascisti di Berlusconi cercano di abolire il transitorio XII della Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista in ogni forma. Scandalo! E perché?
L’Europa pullula di forze ultrareazionarie. Il nostro governo si regge su un partito xenofobo. E quando i suoi dirigenti più prudenti esprimono un minimo di decenza istituzionale ci pensano i militanti duri e puri a rimetterli in riga come si ascolta e si legge sul web leghista con perle del genere:"invadiamo Lampedusa con i maiali, così i tunisini che sono musulmani scapperanno".
E l’Europa comunitaria, invece di lanciare una conferenza permanente sull’immigrazione per gestirla nel quadro dei principi democratici e del rispetto dei diritti umani, nel migliore dei casi tituba e nel peggiore, lascia prosperare i rigurgiti razzisti dimentica delle devastazioni che causarono alla vecchia Europa. Il posto di xenofobi e razzisti non è la politica, sono quei bar dello sport dove ruttare i miasmi delle loro parole avvelenate insieme a quelli dell’alcol mal digerito.