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RIPENSARE L’EUROPA. PER IL "RISCHIARAMENTO" ("AUFKLARUNG") NECESSARIO. ANCORA NON SAPPIAMO DISTINGUERE L’UNO DI PLATONE DALL’UNO DI KANT, E L’IMPERATIVO CATEGORICO DI KANT DALL’IMPERATIVO DI HEIDEGGER E DI EICHMANN !!!

FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. ALLA RADICE DEI SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA EUROPEA ATEA E DEVOTA. Un breve saggio di Federico La Sala, con prefazione di Riccardo Pozzo.

In questa lezione incontriamo un altro Kant (...) Foucault scopre in Kant il contemporaneo che trasforma la filosofia esoterica in una critica del presente che replica alla provocazione del momento storico (...)
martedì 7 maggio 2024
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
SIGMUND FREUD E LA LEZIONE DI IMMANUEL KANT: L’UOMO MOSE’, L’ UOMO SUPREMO, E LA BANALITÀ DEL MALE. I SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA ATEA E DEVOTA E LA RIVOLUZIONE COPERNICANA. NOTE PER UNA RI-LETTURA
QUESTO L’INDICE (il testo completo è allegato - qui in fondo - in pdf):
I
PRIMA PARTE:
SIGMUND FREUD, I DIRITTI UMANI, E IL PROBLEMA DELL’ (...)

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> FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. --- L’INTERNAZIONALE DEL CINISMO. L’Europa come entità politica si mostra in tutta la sua inconsistenza (di Chiara Saraceno).

venerdì 8 aprile 2011

L’internazionale del cinismo

di Chiara Saraceno (la Repubblica, 8 aprile 2011)

Nulla più degli ultimi morti, inghiottiti dal mare in burrasca nella zona di ricerca contesa tra Malta e l’Italia, testimonia il tragico scarto tra l’urgenza del bisogno di chi per sua sventura abita Paesi poveri o segnati da guerre e dittature e la capacità a farvi fronte dei Paesi tra i più ricchi e sviluppati e più orgogliosi della propria democrazia e rispetto dei diritti umani.

Il fatto che questi ultimi morti fossero in fuga da zone di guerra civile - Eritrea, Somalia - quindi potessero aspirare allo status di rifugiati, rende ancora più evidente la sproporzione tra il bisogno di aiuto di chi, non potendo più stare nel proprio Paese pena la vita, rischia la vita propria e dei propri figli per andarsene, e il modo impacciato, spesso conflittuale, ancor più spesso controvoglia, con cui i Paesi ricchi e democratici vi rispondono. Non mi riferisco solo all’Italia, anche se lo spettacolo dato a Lampedusa nelle settimane scorse ha ben esemplificato l’impasto di impreparazione e cinismo con cui il nostro governo si è mosso. C’è il comportamento di Malta, che da un lato rivendica il controllo di un’ampia zona di mare, salvo respingere con fermezza le imbarcazioni che accostano e non essere in grado di prestare soccorso, chiamando ogni volta i mezzi italiani.

Ottenendo così per sé un doppio risultato: nessuna spesa di salvataggio e nessuna responsabilità di accoglimento dei disperati del mare, una volta che questi si trovano su una nave italiana. Soprattutto c’è il comportamento della Francia, in prima fila quando si trattava di bombardare la Libia, anche al di là del mandato dell’Onu, ma altrettanto in prima fila a pattugliare i confini, perché nessuno di coloro di cui "difende la lotta per la libertà" bombardando più o meno indiscriminatamente il loro Paese, eserciti questa libertà duramente conquistata anche a rischio di vita cercando di entrare in territorio francese.

È una bella gara internazionale di cinismo e di scaricabarile, ove l’Europa come entità politica si mostra in tutta la sua inconsistenza, incapace di far valere le proprie stesse norme a fronte dell’autarchia egoistica dei singoli Paesi. Se non muoiono prima, i migranti e il loro disagio divengono uno strumento di ricatto, interno (nella lotta politica) ed esterno (verso gli altri paesi). Corpi da spostare, da controllare, alternativamente da contenere e da esibire per evocare paura, da mandare via, da non fare arrivare, da far sparire. Totalmente depersonalizzati, anche nel linguaggio con cui si parla di loro.

Ogni Paese ha diritto a controllare i propri confini e a regolare gli accessi. E le migrazioni di massa improvvise producono tensioni che non devono essere sottovalutate. Ma le tensioni non devono, non dovrebbero, neppure essere sollecitate da una gestione tanto improvvisata quanto cinicamente strumentale, dimentica del più elementare rispetto dei diritti umani.

Purtroppo, la condizione a cui il governo italiano sembra abbia deciso di concedere i permessi temporanei - solo a coloro che promettono di andarsene altrove, sapendo che altrove saranno ricacciati indietro - e la contromossa francese di un ulteriore irrigidimento del diritto di ingresso sembrano essere solo un’ulteriore passaggio di questa indecente gara a chi è più bravo a disfarsi degli immigrati. L’esito principale sarà l’aumento dei clandestini tra qualche mese, quando scadranno i permessi e molti non saranno riusciti ad entrare in nessun altro Paese europeo.


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