Il Quirinale nel patto del Nazareno
risponde Furio Colombo (il Fatto, 19.12.2014)
CARO COLOMBO, quel galantuomo di Berlusconi non vuole giochi sotto il tavolo. Il 14 dicembre ha messo le cose in chiaro: il patto del Nazareno comprende anche l’accordo sul Quirinale. Vuol dire che cosa? Aloisio
VUOL DIRE MOLTO, vuol dire che quel giovanotto che ogni giorno rimprovera alcuni dei suoi di avere qualche dubbio sulla sua straordinaria qualità di giocatore politico, agisce sotto strette condizioni pattuite altrove, e prima che il gioco cominciasse e della sua strepitosa discesa in campo. Persino chi ha i pregiudizi (i miei, intendo, che i lettori conoscono) su Berlusconi ed è persuaso della sua fondamentale separazione da ogni tipo di scrupolo, sa che in questo gioco (il gioco del Nazareno) Berlusconi non ha mai bluffato e non è mai stato smentito. Non nei fatti.
Qualcuno avrebbe immaginato che l’intero Pd (meno cinque) si sarebbe messo nelle mani di Verdini e dei suoi giudizi su persone, cose, leggi, iniziative e divieti? Ma Berlusconi l’aveva detto subito e ormai lo sanno tutti che non cade foglia che Verdini non voglia.
Naturalmente anche Renzi ha i suoi poteri e ce lo fa capire con le minacce non velate di fare fuori tutti i suoi avversari. E infatti ha alle sue spalle, senza tentennamenti, tutte le sue ragazze e i suoi ragazzi. Nuovi, senza passato e senza idee che disturbano. Ma siamo all’interno di un contenitore stagno di “valori” istituito da Forza Italia e poi dal Popolo della libertà, mentre, per dirla con Renzi, l’Ulivo sprecava vent’anni nel niente.
Sarà anche vero. Ma adesso noi (noi italiani) condotti da Renzi, respiriamo l’aria di Berlusconi. E infatti sentite le parole di Berlusconi dette mediaticamente per bocca di Renzi a conclusione dell’ultima, umiliante assemblea del suo partito: “Vorrei giudici che rilasciano meno interviste e scrivono più sentenze”. Frase evidentemente minacciosa dell’esecutivo contro il giudiziario. Proprio per questo, il punto fermo di Berlusconi resta. Sentite la frase, che copio in tempo reale dal cellulare: “Non potrà essere eletto un capo dello Stato che a noi sembri non adeguato”.
La frase non è politichese, è contrattuale. “Non adeguato” è chiunque si sia immischiato, per esempio, negli affari di Berlusconi, e li abbia descritti in tutti gli aspetti, unici al mondo (per il tipo di amici e il tipo di affari) di un capo di governo, che infatti dispone, in tutto il mondo, di una discussa reputazione. Ma quella reputazione è buona abbastanza per Renzi, che fa scenate contro chi dissente. Lui però ubbidisce.
Che il patto sia con te, gli sta dicendo Berlusconi, ma ad alta voce, perché sentano tutti. Quel patto infatti è la forza di Renzi. Una forza che rinvia ad altre forze che neppure Berlusconi, che è uno col cuore in mano, ha mai voluto indicarci.
In ogni caso il contratto prevede (articolo 1) che un antiberlusconiano (nel senso del rispetto delle regole, delle leggi, delle sentenze, della morale corrente) al Quirinale non passa. Né in alcuna altra carica o funzione pubblica (dunque anche Rai, direzione di giornale, responsabilità scientifica, rettorato universitario, primariato, direttore di banca). Chiaro?