NARCISIMO E POLITICA FASCISTOIDE-MAFIOSA. Una nota molto illuminante sul tema è nel lavoro di H. A Rosenfeld ("Il narcisismo distruttivo e la pulsione di morte", in : "Comunicazione e interpretazione", Torino 1989):
"Herbert Rosenfeld è stato uno dei più eminenti teorici clinici d’Inghilterra. Nei suoi studi sui disturbi di personalità narcisisstica egli si è imbattuto in una metafore che, molto tempo dopo la sua morte, ha influenzato generazioni di clinici in tutto il mondo.
Rosenfeld ha paragonato la mente del narcisista a una gang mafiosa, governata da un potente leader - un Don mafioso - che è il distillato di tutte le parti distruttive di una personalità. Manipolatorio, cinico, privo di sensi di colpa, feroce, costringe al silenzio tutte le parti buone della personalità con mere intimidazioni. Liquida le azioni distruttive attraverso un’imposizione di lealtà e fedeltà di gruppo alla parte dominante dfella personalità e crea un senso interiore di coesione basato sull’odio.
Il lavoro di Rosenfeld è il culmine della visione crerativa offerta dalla "psicoanalisi delle relazioni oggettuali". Esso mostra come nel nostro mondo interno noi esistiamo come un insieme di sé diversi legati a oggetti (rappresentazioni mentali di altri e aspetti della realtà esterna) all’interno della mente.
Se siamo equilibrati, allora le rappresentazioni distruttive verranno bilanciate da parte amorevoli, premurose, costruttive ed etiche della personalità" (cit. da: Cristopher Bollas, La mente orientale. Psicoanalisi e Cina, Raffaello Cortina Editore, Milano 2013, pp. 161-162)
Federico La Sala
Sulla psicopatologia di Berlusconi
risponde Luigi Cancrini
psichiatra e psicoterapeuta *
Una persona che ha un comportamento come quello di Berlusconi può essere definito clinicamente paranoico? Io lo considero tale da oltre 20 anni. Tra l’altro trovo conforto nella testimonianza di una Signora che lo conosce molto bene e scrive: «è malato, curatelo». Sono convinto che soffre di tante manie che a volte diventano deliri. LUIGI PINGITORE
Direi di no. Il disturbo di Silvio Berlusconi non è un disturbo paranoico nella misura in cui non è strutturato intorno ad un delirio sostenuto da una passione più o meno infondata e non corrisponde ad una perdita di contatto con la realtà.
I tratti di personalità esibiti nel corso di questi 20 anni fanno pensare piuttosto ad un disturbo narcisistico di personalità perché Silvio Berlusconi è una persona che ha vissuto a lungo nel culto della sua immagine ed ha creduto in modo perfino ingenuo in chi, traendone vantaggio (i Lavitola) o per puro e semplice innamoramento (i Bondi) ha alimentato il suo bisogno di piacersi e la sua illimitata fiducia in se stesso.
È proprio al disturbo narcisistico di personalità, d’altra parte, che si collegano naturalmente la sua tendenza allo svilimento del sesso e della donna che tanta parte ha avuto nel suo declino e la sua tendenza a proiettare sull’altro (il comunista o il magistrato «cattivo») la responsabilità dei suoi insuccessi.
Confuso (il discorso sui figli che vivono come gli ebrei nei lager) e in crisi, il Berlusconi instabile di oggi è il bambino ferito dall’offesa di chi non crede più di lui. Quello di cui avrebbe bisogno ed a cui avrebbe diritto è un lavoro terapeutico capace di farlo mettere in contatto con il bambino spaventato che si nasconde dietro l’angoscia dell’adulto.
* l’Unità, 18.11.2013