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TERREMOTO DEI VALORI E CREPUSCOLO DEGLI IDOLI: "DIO NON E’ CATTOLICO" (Carlo Maria Martini). E L’AMORE ( "CHARITAS") NON E’ MAMMONA (Benedetto XVI, "Deus caritas est", 2006)!!! Fine del cattolicesimo-romano, del "platonismo per il popolo" ...

TUTTO TREMA. NIETZSCHE DICE A RATZINGER CHE IL SUO DIO (Benedetto XVI, "Deus caritas est", 2006) E’ MORTO, MA IL VECCHIO PAPA NON CAPISCE E CONTINUA A PREDICARE CONTRO IL VENTO!!! Note e commenti di Bruno Gravagnuolo, Franco Volpi, Gian Guido Vecchi (e il testo dell’omelia) - a cura di Federico La Sala

Crollo della mente dell’uomo teoretico e fine del "romanzo familiare" edipico della chiesa cattolico-romana
venerdì 10 aprile 2009 di Federico La Sala
[...] Anatema del papa su Nietzsche (...) Ieri in un’omelia ha lanciato un atto d’accusa contro il filosofo tedesco, la sua «superbia distruttiva» e la sua «presunzione che finiscono nella violenza». Lo avrà letto sul serio? [...]
IL "GRANDE RACCONTO" EDIPICO DELLA CHIESA CATTOLICO-ROMANA E’ FINITO.
L’ Amore (Charitas) non è lo zimbello del tempo e di Mammona (Caritas)!!!
OBIEZIONE DI COSCIENZA !!! L’OBBEDIENZA NON E’ PIU’ UNA VIRTU’. LETTERA AI CAPPELLANI MILITARI. LA LEZIONE DI DON (...)

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> TUTTO TREMA. NIETZSCHE DICE A RATZINGER CHE IL SUO DIO E’ MORTO, MA IL VECCHIO PAPA CONTINUA A PREDICARE CONTRO IL VENTO!!! -- "All’ultimo papa". Un libro di M. Vannini (di Paolo Rodari)

domenica 3 aprile 2016

un libro di Marco Vannini

Le vere ragioni delle dimissioni di Ratzinger

di Paolo Rodari (la Repubblica, 04.03.2016)

      • All’ultimo papa di Marco Vannini Il Saggiatore pagg. 205, euro 17

Quali sono le ragioni delle dimissioni di Benedetto XVI? Gli intrighi di palazzo, la pedofilia, le carte trafugate... Ma cosa, in fondo, lo ha spinto a rinunciare? Se lo chiede il filosofo e teologo Marco Vannini, tra i massimi esperti di mistica cristiana, in All’ultimo Papa con una tesi che fa discutere: l’ultimo Papa è Benedetto. La risposta va oltre eventi contingenti per ritrovarsi nel «venir meno dei fondamenti storici della fede».

In sostanza, dice Vannini, Ratzinger resta l’ultimo difensore di una credenza tradizionale, secondo la quale il «vecchio Dio Padre» è rex tremendae majestatis. È il Dio della tradizione ebraica che oggi, dal pronunciamento di Giovanni Paolo I fino al rilancio operato dalla teologia cosiddetta al femminile, è stato sostituito dal concetto di Dio-Madre.

Secondo Vannini, Ratzinger avrebbe dovuto operare un’azione troppo ardita: far passare il cristianesimo da mitologia (appunto la credenza in un Dio potente e superiore) a conoscenza dello spirito nello spirito, un Dio privo di ogni attributo, pura luce: «Un pensiero che non crea né teologie né chiese, perché esso esprime soltanto l’esperienza di una realtà assolutamente diversa ».

Lo si chiama Dio per consuetudine ma, spiega Vannini, «non intendiamo affatto parlare di un ente supremo, lassù nei cieli», quanto della scoperta di ciò che siamo, «il nostro stesso essere».

Ratzinger avrebbe dovuto spostare il cristianesimo su questo secondo livello. Ma, dice Vannini, l’impresa è sembrata «tale da richiedere forze molto superiori a quelle di un vecchio papa». E per non tradire se stesso, per non abbracciare un «nuovo umanesimo », ha preferito ritirarsi.


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