Tutto esaurito e applausi alla prima francese di "Tuttodante"
Prossime tappe: Belgio e Germania, prima del salto negli Usa
Benigni: "Dopo la Sardegna
Berlusconi vuole la Corsica"
di LAURA PUTTI *
PARIGI - Benigni ha sopreso ancora. A coloro, la maggioranza, italiani, che aspettavano un tuttobenigni a ruota libera, ha invece porto un "Tuttodante", una vera serata sulla Divina Commedia e sul suo divino autore. Poco Berlusconi, poca situazione politica italiana, molta poesia.
E alla prima, ieri sera al Gran Rex (una delle più belle sale parigine, già teatro, oggi il cinema più grande d’Europa, quasi tremila posti), davanti a un pubblico molto attento - nelle prime file un piccolo "parterre de rois" con Renzo Piano, Giuseppe Bertolucci, Jane Birkin, Carole Bouquet, la moglie Nicoletta Braschi con mamma, tra gli altri - si è scaraventato sul palco accompagnato da una musica circense, poi è uscito di scena, è rientrato, ha detto che voleva abbracciare tutti uno a uno, e ha iniziato a parlare di poesia che avvicina a Dio.
"Perché Dio? Sono andato troppo in alto. E allora scendiamo in basso: Berlusconi" ed è venuto giù il teatro. Soprattutto perché i sottotitoli (annunciati) non c’erano e il suo francese è davvero esilarante: "Quando dico Berlusconi in Italia tutti ridono. E allora mi sono detto, vado all’estero e chissà se ridono. Non sono più in Italia, ho voglia di dire quello che mi pare, tanto poi posso dire che c’è stato un malinteso, che sono stato frainteso". Si rivolge alla Madonna: "Maria aiutami tu. Come? Neanche tu capisci il mio francese?". Cerca di spiegare la situazione politica italiana. "In Sardegna ci sono state le elezioni e ha vinto lui. Ma in realtà è interessato alla Corsica. È convinto che lì siano le sue radici come Napoleone, che pare avesse un figlio che si chiamava Piernapoleone". Ma nel Quinto Canto dell’Inferno Dante è nel girone dei lussuriosi. "L’amore, la lussuria. Berlusconi è stato fotografato in Sardegna con cinque donne sulle ginocchia, Viagra ortopedico". E ancora: "Berlusconi ha vinto due volte: la prima ha detto che a sinistra erano tutti gay; la seconda ha tolto il bollo dell’auto e quello del motorino e la tassa sulla prima casa e ha vinto un’altra volta".
I francesi ridono, come chi pensi l’abbia sparata grossa. Benigni racconta delle intercettazioni telefoniche con la celebre storia delle attricette da sistemare. E inizia una tirata piena di "gros mots" che in Italia sono espressioni correnti, qui molto meno. Ma il pubblico ride. Non parla del presidente francese e di sua moglie italiana. Se la prende piuttosto con il nostro re (che ha una nuora francese) "che un giorno è atterrato e ha chiesto una prostituta a buon mercato. Va bene la prostituta, ma ci pensate che avremmo un re che la vuole a buon mercato".
Da questo momento in poi l’attualità finisce e inizia Dante. Benigni parla del Medioevo e del Rinascimento italiano, racconta di Firenze che al tempo di Dante era una città corrotta e perduta, cita Gerard de Nerval "che ha provato a rifare la Vita Nova", Stendhal "che voleva essere italiano e che ha inventato la celebre sindrome", Voltaire "che detestava Dante che ne ha parlato talmente male che lo ha reso celebre in tutta Europa". Quando ha letto il Quinto Canto, il frastuono, il berciare, le risate, si sono mutati in silenzio. Infranto da caldissimi applausi finali. Il tour mondiale continuerà per tutto il 2009 dall’Europa agli Usa per finire in Argentina.
* la Repubblica, 7 marzo 2009