De Pedis. “La tomba non è del Vaticano”
di Rita Di Giovacchino (il Fatto, 01.04.2012)
Fu il cardinal Ugo Poletti, il 10 marzo 1990, a rilasciare il nulla osta della Santa Sede alla tumulazione di De Pedis nella Cripta di Sant’Apollinare. La cosa era nota, ma il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, pressata da Walter Veltroni, lo ha scoperto soltanto ora. In ogni caso la sua risposta all’interpellanza del vicepresidente dell’Antimafia offre un crisma di ufficialità a questa strana storia di vescovi e gangster.
Sulla questione “dell’extraterritorialità” il ministro, pur asserendo che l’ormai famosa chiesa “non è territorio dello Stato Vaticano”, rimanda a una norma del Concordato (l’articolo 16 della legge n. 810/29) in base alla quale San-t’Apollinare, come tutte le basiliche anche minori “gode di un particolare regime giuridico, definito dalla Corte Costituzionale privilegio di extraterritorialità”. Privilegiata è anche la tumulazione di Renatino nella cappella accanto a quella di Roesler Franz, il pittore di Roma Sparita, ma la Santa Sede può dare “all’immobile l’assetto che crede, senza bisogno di autorizzazioni di autorità governative, provinciali e comunali”. Anche la sepoltura di Renatino è affar suo.
L’unico delegato a dare l’autorizzazione era il Cardinale vicario di Roma, per l’appunto Poletti che, a quanto racconta Sabrina Minardi, di Renatino era amico. La soluzione fu rapidissima: De Pedis fu ucciso il 20 febbraio e tumulato al Verano. Il parroco Don Vergari si rivolse a Poletti che si mobilitò: “La famiglia De Pedis il 23 marzo 1990 ottenne dall’autorità comunale l’autorizzazione all’estumulazione della salma del congiunto (...) per il successivo trasferimento alla Basilica di S. Apollinare in Roma e il 24 aprile ottenne l’autorizzazione al trasporto della salma alla chiesa di Sant’Apollinare, Stato Città del Vaticano”. Il cerchio si chiude, resta il caustico commento di Andreotti: “Forse De Pedis non era un benefattore dell’umanità, ma di Sant’Apollinare si”.