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Manzini, magistrato antimafia o collusa con la ‘ndrangheta? Maroni e Alfano rispondano subito a Menardi, Napoli e a tutta Italia

domenica 23 novembre 2008 di Francesco Saverio Alessio
La testimone di nozze, l’apprezzato magistrato e l’argine sono la stessa persona: Marisa Manzini, piemontese di Novara, lombarda di origine, fino al 2003 a Lamezia Terme e poi alla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro con delega, appunto, su Vibo Valentia.

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> Manzini, magistrato antimafia o collusa con la ‘ndrangheta? Maroni e Alfano rispondano subito a Menardi, Napoli e a tutta Italia

domenica 23 novembre 2008
Gentilissima Anna Rita, non volevo rispondere ma considerato la tua chiusura (...ma almeno io ci provo ad essere qualcos’altro,non mi arrendo al mio "destino da calabrese",ed invito anche te a farlo...) che da ieri continua a tenermi per la gola, lo faccio! Quando sono stato arrestato per appartenenza alla ’ndrangheta ero un giovane laureato di 31 anni, 2 figli di 7 e 4 anni, lavoravo dove sto lavorando adesso (cooperativa sociale) e tutto mi sarei apettato dalla vita, dopo una brutta esperienza che mi aveva profondamente segnato (ventitreenne, nel 1985, venivo arrestato perché sorpreso nell’abitazione di un mio parente all’interno della quale trovava ospitalità un ricercato mio omonimo) all’infuori di essere accusato di appartenenza a qualsiasi cosa che non fosse prevista e normata dalle leggi vigenti della Repubblica italiana. Mi sono difeso gridando, con tutta la forza che avevo in corpo, prima al Pubblico ministero e poi al Gip, la mia innocenza! E che nella maniera più assoluta avevo mai visto e conosciuto il signor "alfa", pentito che attraverso la visione di una mia fotografia asseriva di conoscermi, prima come figlio di un boss e successivamente, anche se non parente di quel boss, comunque amico di quel suo figlio che anni prima avevo favorito nella latitanza! Ecco, non ho avuto la fortuna di scegliermi ne il luogo di nascita ne le generalità e sono nato a casa dei miei genitori del quale padre ho preso il cognome. Il direttore della DIA che ha condotto quell’inchiesta, insieme al pentito, suo sodale, ha fatto sia il Pubblico ministero sia il Gip; tutto, impunemente ed arbitrariamente, in nome della lotta alla ’ndrangheta. Ecco Annarita, tu credi veramente che la ’ndrangheta siano i paralitici-disadattati-cialtroni? Io no: La ’ndrangheta è chi non rispetta le leggi, la dignità umana, i diritti dei più umili; chi serve consapevolmenti i corrotti, i politici indegni, i magistrati collusi. Ok, per adesso mi fermo! A proposito, sono ancora in attesa che la Cassazione ponga la parola fine a quel processo: condannato in primo e secondo grado, dovrò scontare 3 anni di carcere! Mia figlia intanto ha già compiuto 22 anni e sta per diventare mamma, io nonno! Vedi Annarita? ... tutti siamo contro le mafie, ma se non la si conosce veramente a fondo si rischia di andarci a bracceto senza accorgersene. Ti dicono qualcosa i tanti parlamentari che sostengono le iniziative antimafiose organizzate, il più delle volte, da persone poi coinvolte in gravi fatti di mafia? Un Caro Saluto bartolo iamonte

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