Undicietrenta: E in video apparve il Berlusconi del 1994
di Roberto Cotroneo *
Ieri i telegiornali hanno dato la notizia che Forza Italia si è sciolta, e si è formato un nuovo soggetto politico con Alleanza Nazionale, ovvero il Partito delle libertà. Fin qui la notizia è quella che è, era previsto, era in agenda, come si potrebbe dire. Come era prevista la solita claque, i lustrini, e persino il Berlusconi che si commuove, che fa riferimento alla sua età con civetteria, che rilegge alcuni passaggi del famoso discorso della discesa in campo. Ma ieri sera, tardi, Studio Aperto, il telegiornale di Italia 1 ha rimandato un breve brano della cassetta video originale, quella che Berlusconi nel 1994 mandò a tutte le televisioni. Non la vedevo da allora. E l’impressione è stata fortissima. Un Berlusconi ovviamente più giovane, rigido, quasi notarile.
Lo sguardo è severo, il momento è importante, ma soprattutto le parole di Berlusconi di allora, risentite oggi dànno esattamente l’idea di cosa fu allora Forza Italia, del perché Berlusconi scese in campo, come ama dire lui: «Le nostre sinistre pretendono di essere cambiate. Dicono di essere diventate liberaldemocratiche. Ma non è vero. I loro uomini sono sempre gli stessi, la loro mentalità, la loro cultura, i loro più profondi convincimenti, i loro comportamenti sono rimasti gli stessi. Non credono nel mercato, non credono nell’iniziativa privata, non credono nel profitto, non credono nell’individuo... Non sono cambiati. Per questo dobbiamo contrapporci a loro».
Queste parole ci ricordano, oggi sempre di più di come, in realtà Silvio Berlusconi non fosse altro che un intermediario, un uomo a cui fu chiesto, un uomo che fu pressato. Pressato da un mondo imprenditoriale e culturale di matrice reazionaria, terrorizzato dall’idea che, nella dissoluzione della prima Repubblica e soprattutto nella fine della Democrazia Cristiana, le forze della sinistra avrebbero preso il potere in Italia.
Tutto questo si sapeva, ma dal video rivisto ieri sera, è apparso evidentissimo, perché contrastava assolutamente con il Berlusconi che ormai negli ultimi anni vuole raccontare agli elettori di essere l’espressione della modernità, di un paese delle libertà, di un paese sorridente, di un paese che guarda al futuro e non al passato.
Non era così. Il video del 1994 mostra un Berlusconi figlio di quel mondo finanziario e politico di impronta reazionaria e illiberale che scelse lui per salvare il suo salvabile, e che è stato la rovina del nostro Paese. Scelse lui per “sdoganare” la destra di Gianfranco Fini, per addomesticare ma a briglia sciolta e non troppo, la parte eversiva della Lega Lombarda.
Poi all’interno di Forza Italia si formarono, ma solo in un primo periodo, delle correnti liberal, che mettevano assieme la tradizione socialista con quella liberale, ma sono state sconfitte. Perché l’origine è un’altra. Ed è quella l’origine che spiega ancora oggi quello che sta accadendo, l’equivoco vero: l’idea che Berlusconi, il partito Forza Italia, e la sua coalizione fossero un fenomeno nuovo nella politica italiana. Quando invece rappresentavano la parte più vecchia e disperante di questo paese, quella che non ci ha mai trasformato in un paese normale. Che poi anche a sinistra di vecchio ci sia molto, è vero, ma questa è un’altra storia.
* l’Unità, 22 Nov 2008