Magritte, pensare con gli occhi
di Tomaso Montanari(il Fatto Quotidiano, 10 febbraio 2014)
«Babbo, cosa c’è scritto sotto quella pipa?»
«Questa non è una pipa».
«Tradimento! Come sarebbe "non è una pipa"? Ma, babbo, io vedo proprio una pipa...»
«Voglio dire che sotto quella pipa, c’è scritto "Questa non è una pipa"»
«Ma perché c’è scritto così, se è proprio una pipa?!?»
«Tu vedi una pipa, ma ...Prova a stendere una mano, a toccarla... ad accenderla!»
«Tradimento! Doppio tradimento!! Ma certo che non la posso accendere, lo sapevo. Non sono mica scema! Cioè, è una pipa, ma non una pipa vera. Insomma... è un quadro che rappresenta una pipa. O no?»
«Certo che sì. E io, che ti avevo detto? “Non è una pipa”. Infatti è un quadro»
«Ma che giochino scemo è? Allora su un quadro con un paesaggio si dovrebbe scrivere "questa non è una valle"? O sotto un ritratto "questo non è una persona vera". Ma tutti lo capiscono benissimo!»
«Hai ragione, Maria. Ma, vedi, per migliaia di anni i pittori e gli scultori hanno cercato di ingannarci facendoci credere che le cose e le persone che rappresentavano erano proprio vere».
«Infatti. Te lo dici sempre che un ritratto sembra vivo, o che un albero dipinto pare di toccarlo. E io mi diverto a vedere se hai ragione o no.»
«Giusto. Ma circa cent’anni fa, i pittori e anche gli scultori hanno cambiato idea, e ora cercano di farci credere che tutto quello fanno sia falso»
«Ma allora ci pigliano in giro?»
«Beh, forse sì. Ma, pensiamoci un attimo, ci prendevano più in giro prima, o ci prendono più in giro oggi? Qual è il tradimento vero: quello di prima, o quello di ora?»
«Non lo so proprio: chi è che dice le bugie?»
«Questo il punto. Se io ti dico "sto dicendo una bugia" dico una cosa strana. Perché se è vero che è una bugia, allora dico la verità. E se invece dico il vero, non sto dicendo una bugia».
«Ma babbo, volevi intendere che era una bugia una cosa che avevi detto prima!»
«Brava Maria! Ma, vedi, i quadri non sono come le parole, perché non hanno il prima e il dopo: succede tutto in un solo momento».
«Non lo so proprio, babbo: è troppo complicato. E io mi divertivo di più quando i quadri creavano un altro mondo. Ora sembra che abbiano paura di farlo».
«Beh, forse anche io mi divertivo di più. Ma questo quadro vuole farti pensare. Vuole farti pensare che le immagini, anche le fotografie, non dicono sempre la verità. O meglio: che per capire la verità che dicono, bisogna sempre pensare.»
«C’è poco da pensare: per conto mio, quella è proprio una pipa. È dipinta così bene che mi sembra di vederne il fumo. E a me piace pensare con gli occhi, quando vedo i quadri».