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CONTRO UN LUNGO DEFICIT DI LOGICA E DI ETICA...

12 DICEMBRE: SCIOPERO GENERALE. La CGIL ha detto "basta"!!! - a cura di Federico La Sala

"Per amore del mio popolo non tacerò"(Isaia). «La camorra ha assassinato il nostro paese, noi lo si deve far risorgere, bisogna risalire sui tetti e riannunciare la "Parola di Vita"» (don Peppino Diana).
mercoledì 12 novembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
CRISI MUTUI: SCIOPERO GENERALE CGIL IL 12 DICEMBRE *
ROMA - Sciopero generale della Cgil il 12 dicembre. Il documento che dà mandato alla segreteria Cgil di proclamare lo stop dei lavoratori a livello nazionale è stato approvato dal direttivo sindacale all’unanimità. Lo sciopero sarà di almeno di 4 ore anche se le modalità saranno decise dalla segreteria confederale che si riunirà il prossimo lunedì.
L’indicazione è comunque quella di organizzare la mobilitazione a livello provinciale e, (...)

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> 12 DICEMBRE: SCIOPERO GENERALE. La CGIL ha detto "basta" - Divide et impera, questo per la Cgil è il disegno del governo «che spinge verso un accordo separato sulla riforma della contrattazione». Dal vertice è rimasta fuori anche l’Ugl, «pensavamo che la stagione degli incontri separati fosse terminata con la scorsa legislatura - commenta Renata Polverini-. Nel rapporto con il governo c’è ormai una questione di metodo».

giovedì 13 novembre 2008

Sindacati spaccati. Epifani: è sciopero

di Felicia Masocco (l’Unità 13.11.2008)

Bonanni e Angeletti partecipano a un vertice a Palazzo Grazioli, presenti mezzo governo e Confindustria. «Gravissimo» protesta Guglielmo Epifani. E il direttivo Cgil decide: sciopero generale il 12 dicembre.

«È peggio del Patto per l’Italia». L’irritazione di Guglielmo Epifani è evidente, non manda giù l’esclusione dal vertice che l’altra sera ha riunito a Palazzo Grazioli i colleghi di Cisl e Uil, la presidente di Confindustria e mezzo governo. «È gravissimo, non sarà facile da superare», dice al Direttivo Cgil che poi, con unanime convinzione, ha votato lo sciopero generale per il 12 dicembre.

Le avvisaglie non mancavano, ma nessuno si aspettava che l’unità del sindacato italiano toccasse tanto in fretta il punto più basso dal 2002, dalle divisioni sull’articolo 18 e sul Patto per l’Italia, appunto. Ora come allora, il premier è Silvio Berlusconi, i registi sono Tremonti e Sacconi. A capo della Uil c’è ancora Luigi Angeletti. A capo della Cisl c’era Savino Pezzotta che nel febbraio del 2002 passò per la lavanderia di un albergo del centro per incontrare Gianfranco Fini. Ora c’è Raffaele Bonanni, che con Angeletti è stato visto martedì sera lasciare la residenza privata del premier dalla porta posteriore. Escamotage inutile. Entrambi negano, ma le agenzie di stampa che dopo le 21 hanno battuto la notizia non rettificano alcunché.

Il solco è segnato. «Quello che accaduto, se confermato, è un fatto gravissimo, una cosa senza precedenti», attacca Epifani. Il premier «dimostra di non avere rispetto per gli interlocutori che esprimono opinioni diverse dalle sue». Sulla crisi non c’è stato nessun confronto formale, «mentre quelli riservati li tiene con alcuni soggetti, escludendo la Cgil, l’Ugl e le altre rappresentanze di impresa».

La Cgil chiede un incontro immediato con il governo e annuncia che invierà una lettera ai segretari di Cisl e Uil e alla presidente di Confindustria per «chiedere conferma» dell’incontro di Palazzo Grazioli. «Si apre un problema formale nei rapporti con le altre organizzazioni e con la Confindustria». E questo è inedito. Quanto accaduto non pone più solo un problema di «affidabilità politica», di rapporti con un governo «che cerca complicità, che nasconde, che non ha coraggio», ha detto Epifani al Parlamentino Cgil. Dati i trascorsi c’era da aspettarselo. Sorprende e ferisce di più l’atteggiamento dei leader di Cisl, Uil e di Confindustria. Con loro «si apre un problema di affidabilità personale». Ancora ieri sera dai tre nessun contatto, una telefonata, neanche da Emma Marcegaglia che pure con Epifani ha rapporti cordiali.

Divide et impera, questo per la Cgil è il disegno del governo «che spinge verso un accordo separato sulla riforma della contrattazione». Dal vertice è rimasta fuori anche l’Ugl, «pensavamo che la stagione degli incontri separati fosse terminata con la scorsa legislatura - commenta Renata Polverini-. Nel rapporto con il governo c’è ormai una questione di metodo». Non esiste per Cisl e Uil. «Non c’è stato nessun incontro», afferma Raffaele Bonanni; «Non ci sono state trattative con il governo», precisa in serata, «Epifani lo dice per coprire un suo errore, ovvero uno sciopero velleitario che farà da solo». «Non c’è stato nessun invito», gli fa eco Luigi Angeletti. Ma una conferma arriva da Sacconi: «Incontri informali ci sono e ci saranno sempre, quel che contano sono i dati politici».

La spaccatura agita il Pd, il timore è che il governo miri a un bipolarismo sociale d cui il Paese non ha bisogno. Bersani accusa il governo di «irresponsabilità». Dagli ex cislini (Marini, Baretta, Cocilovo, D’Antoni) è partito il pressing su Bonanni perché non consegni la base Cisl a Berlusconi. «È uno dei momenti più delicati della storia sindacale - afferma Pierpaolo Baretta -. La politica dovrebbe fare un passo indietro».


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