Caro Blek,
la tua testimonianza č inquietante quanto vera.
In una recensione (tardiva) di "La societā sparente", Domenico Barberio ha scritto che Alessio e io abbiamo messo San Giovanni in Fiore sullo stesso piano di Locri, Palmi e analoghi, aggiungendo che nella nostra cittā quel tipo di criminalitā non arriverā mai e che possiamo solo lamentare continua emigrazione. Ha usato il termine "apodittico", riguardo al nostro ragionamento che, ribadisco, č il seguente. Gli omicidi a San Giovanni in Fiore, anche con Ak-47, sono stati dolosamente dimenticati. I dati economici mostrano una realtā ambigua, la presenza dilagante di lavoro nero, di sfruttamento e attivitā parallele (varrebbe rileggere, in proposito, gli articoli di Domenico Policastrese su "il Crotonese", a mio avviso il maggiore conoscitore della ’ndrangheta iin zona).
La mancanza di autonomia economica, l’assistenzialismo funzionale alla tenuta del potere e l’assenza d’un confronto democratico hanno giā trasformato la nostra cittā, in cui s’avviano forme di collaborazione con la ’ndrangheta fin qui neppure immaginate.
La politica, di lā dai colori, č ferma e muta.
Mi fa piacere che tu partecipi puntualmente al dibattito su queste pagine elettroniche, con contributi importanti. Mi auguro che altri concittadini lo facciano, vincendo timidezza od imbarazzo.
Ti saluto molto cordialmente.
emiliano