THAILANDIA
Nuovi scontri a Bangkok, ancora morti
Il premier: "Avanti per il bene del Paese"
Otto civili hanno perso la vita, facendo salire a 24 il bilancio dei morti nelle battaglie degli ultimi giorni. I militari invitano i giornalisti a lasciare la capitale. Vejjajiva: "Non lasciamo Thailandia ai gruppi armati"
di Raimondo Bultrini *
BANGKOK - Almeno otto civili sono morti e oltre trenta sono rimasti feriti nei nuovi scontri fra camicie rosse ed esercito a Bangkok. Sale così a 24 il numero delle vittime e 187 i feriti al terzo giorno di violenze fra soldati e manifestanti antigovernativi nel centro della capitale thailandese, devastata dalle azioni di guerriglia urbana 2. Il centro medico statale Erawan ha precisato che le vittime sono tutte civili, e che tra loro non vi sono stranieri.
Giornalisti e fotografi sono stati invitati a lasciare la zona di Bangkok. Lo ha reso noto via Twitter un cronista dell’ANSA sul posto, precisando che l’avviso è stato dato alle 23.30 ora locale nel quartiere di Silom, a sud del quadrilatero di strade in cui sono asserragliate le ’camicie rosse’.
I manifestanti fedeli all’ex premier Thaksin Shinawatra hanno acceso falò attorno al quartiere commerciale che occupano da due mesi per chiedere nuove elezioni. I soldati hanno sparato a una camicia rossa che stava tentando di dare fuoco a un copertone. L’esercito ha rivolto un ultimatum ai manifestanti fedeli all’ex premier Thaksin Shinawatra: se non si disperderanno, scatterà il blitz nell’area occupata da inizio aprile. Gli Stati Uniti hanno evacuato parte del personale della loro ambasciata a Bangkok, già chiusa nei giorni scorsi. ’’I cittadini americani - si legge in un comunicato del Dipartimento di Stato Usa - dovrebbero rinviare tutti i viaggi a Bangkok e tutti i viaggi non essenziali nel resto della Thailandia’’.
Durissime le parole del primo ministro thailandese, Abhisit Vejjajiva, che in tv ha dichiarato che la repressione della protesta delle camicie rosse non si fermerà nonostante il già pesante bilancio di vittime. "Il governo deve andare avanti - ha affermato il premier - Non ci possiamo ritirare. Quello che stiamo facendo è per il bene del paese. Non possiamo lasciare la Thailandia nelle mani di gruppi armati".
Nell’accampamento, dove secondo il governo permangono oramai "solo" 6mila persone rispetto alle 30mila di qualche settimana fa, i leader del movimento segnalano intanto una crescente carenza di generi alimentari, che non possono essere riforniti perché da ieri l’esercito ha sigillato tutte le strade di accesso. Rinforzi dell’esercito sono in arrivo a Bangkok per dare man forte ai soldati schierati per fronteggiare le camicie rosse, rende noto il quotidiano thailandese The Nation.
Testimoni riferiscono via Twitter di aver visto arrivare dieci camion carichi di soldati presso l’incrocio di Ding Daeng, teatro di duri scontri nel corso del pomeriggio. Tutta l’area è stata dichiarata "no entry zone" (accesso proibito). Secondo la stampa locale, l’esercito ha "virtualmente imposto il coprifuoco" nell’area. E dopo il ferimento oggi di un fotografo di The Nation - il quarto cronista colpito da ieri - e di un operatore sanitario, l’unione dei giornalisti ha ordinato ai reporter di lasciare le zone teatro di scontri.
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, ha lanciato un appello per chiedere la fine delle violenze in Thailandia. Ban "segue con crescente preoccupazione il rapido aggravarsi della tensione e delle violenze in Thailandia" ed "è rattristato" dalle notizie che riportano della morte di numerosi civili, fra cui dei giornalisti, si legge nel comunicato diffuso dal servizio stampa dell’Onu. Ban "invita i manifestanti e le autorità thailandesi a fare il possibile per evitare nuove violenze e perdite di vite umane", invitandoli a tornare al dialogo per risolvere pacificamente la situazione.
Intanto la Croce Rossa thailandese teme che nei prossimi giorni ci sarà penuria di sangue per trasfusioni. Perciò, allo scopo di aumentare le scorte, in diverse zone di Bangkok, ha detto la dottoressa Soisa-ang Pikulsod, citata dal sito del quotidiano thailandese Bangkok Post sono state dislocate alcune unità mobili per la raccolta. Il medico ha riferito che attualmente la Croce Rossa ha a disposizione di 3.000 sacche di sangue nella capitale, ma si teme che con il perdurare degli scontri tra forze armate e manifestanti anti-governativi le riserve si rivelino insufficienti. Un appello ai donatori è stato lanciato anche via Twitter, indicando i punti di raccolta di Chatuchak, Mall Bang Kae, Wat Ladprao, Klong Dan e Future Park Rangsit.
* la Repubblica, 15 maggio 2010