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COSTITUZIONE (ART. 87): IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E’ IL CAPO DELLO STATO E RAPPRESENTA L’UNITA’ NAZIONALE... "FORZA ITALIA"!!!

ROMA: "DEMOLIZIONE IN CORSO" DEL QUIRINALE. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SI E’ GIA’ TRASFERITO AD ARCORE E GLI ITALIANI NON SE NE SONO ACCORTI. Un’analisi di Michele Ainis - a cura di Federico La Sala

EMERGENZA BALLISMO. UN CITTADINO, RUBATO IL NOME DI TUTTO UN POPOLO, NE HA FATTO LA BANDIERA DEL PROPRIO PARTITO PERSONALE E HA REALIZZATO LA PIU’ GRANDE BOLLA DELLA STORIA DELLA SPECULAZIONE ITALIANA...
martedì 14 ottobre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Napolitano ha già alzato la voce contro la pioggia di decreti, contro lo stallo alla vigilanza Rai, contro la rissa quotidiana fra i partiti. Semplicemente non gli danno retta. D’altronde sono caduti nel vuoto anche gli appelli su una riforma costituzionale condivisa. C’è forse chi abbia visto un testo, un’ipotesi, un progetto? L’aria che tira è questa: ossequio formale, irriverenza sostanziale. Il Quirinale resta l’istituzione più popolare fra la gente, ma nel Palazzo è come il (...)

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> ROMA: "DEMOLIZIONE IN CORSO" DEL QUIRINALE. ---- Il capo dello Stato scrive una lettera alla Stampa: "Eserciterò con rigore le mie prerogative costituzionali".

martedì 7 ottobre 2008

Decreti, vigilerò con rigore

di GIORGIO NAPOLITANO (La Stampa, 7/10/2008)

Gentile Direttore,

ho vivamente apprezzato il senso delle istituzioni cui era ispirato l’articolo di Michele Ainis (pubblicato su La Stampa di ieri), e la sua preoccupazione per ogni erosione delle prerogative e degli equilibri costituzionali.

In Italia si governa - come in tutte le democrazie parlamentari - con leggi discusse e approvate dalle Camere nei modi e nei tempi previsti dai rispettivi Regolamenti, e solo «in casi straordinari di necessità e di urgenza» con decreti (cioè «provvedimenti provvisori con forza di legge») che al Parlamento spetta decidere entro sessanta giorni se convertire in legge. Continuerò a esercitare a questo proposito - nessuno ne dubiti - con rigore e trasparenza le prerogative attribuitemi dalla Costituzione.

In quanto alla mancata elezione, da parte del Parlamento, del giudice costituzionale chiamato a sostituire il prof. Vaccarella dimessosi dalla carica nell’aprile 2007, il professor Ainis ricorda di certo come nella storia della Repubblica accadde più di una volta che si ritardasse a lungo nel colmare simili vacatio per l’assenza di un accordo tra maggioranza e opposizione. Ma non accadde mai che la soluzione venisse trovata attraverso la contestuale «contrattazione» della nomina di un giudice costituzionale che debba succedere ad uno dei cinque nominati dal Presidente della Repubblica. Non accadrà neppure questa volta: stia certo il professor Ainis che considero semplicemente ingiuriosa l’ipotesi che il Presidente possa piegarsi ad una simile, impropria e prevaricatoria, contrattazione tra partiti.


-  Il capo dello Stato scrive una lettera alla Stampa: "Solo in casi
-  di straordinaria necessità e urgenza si governa con decreti"

-  Napolitano: "Eserciterò con rigore
-  le mie prerogative costituzionali"

ROMA - "Continuerò ad esercitare con rigore e trasparenza le prerogative attribuitemi dalla Costituzione". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera al quotidiano La Stampa, risponde alla preoccupazione per ogni erosione delle prerogative e degli equilibri costituzionali.

"In Italia si governa, come in tutte le democrazie parlamentari con leggi discusse e approvate dalle Camere - scrive Napolitano - nei modi e nei tempi previsti dai rispettivi regolamenti e solo in casi di straordinaria necessità e urgenza con decreti". Su questo punto, il Capo dello Stato ha assicurato che eserciterà con rigore le prerogative attribuitegli dalla Costituzione.

In quanto alla mancata elezione da parte del Parlamento del giudice costituzionale, in sostituzione del dimissionario prof. Vaccarella, il presidente Napolitano ribadisce che non accadrà mai - sebbene la nomina possa ritardare per la mancanza di un accordo tra maggioranza e opposizione - che questa avvenga con una contrattazione tra partiti.

"Non è mai accaduto e non accadrà neppure questa volta - assicura Napolitano - considero semplicemente ingiuriosa l’ipotesi che il Presidente possa piegarsi ad una simile, impropria e prevaricatoria contrattazione tra partiti".

* la Repubblica, 7 ottobre 2008


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