La commemorazione del 65° anniversario della difesa di Roma L’omaggio del Capo dello Stato e un fuori programma
Scontro Napolitano-La Russa
su Resistenza e Repubblica di Salò
Il ministro: "I militari combatterono credendo nella difesa della Patria"
Il presidente: "Chi rifiutò l’adesione alla Rsi simbolo della volontà di riscatto del Paese"
ROMA - Scontro sul ruolo e sul significato della Repubblica di Salò tra il presidente della Repubblica Napolitano e il ministro della Difesa Ignazio La Russa nel corso della commemorazione del 65° anniversario della Difesa di Roma.
Intervenendo prima di Napolitano, La Russa ha elogiato il ruolo dei militari della Repubblica di Salò sostenendo che, "dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della Patria". Netta la replica del Capo dello Stato: la Resistenza, ha sottolineato, "andrebbe forse ricordata nella sua interezza". "Per questo ho parlato di un duplice segno della Resistenza: quello della ribellione, della volontà di riscatto, della speranza di libertà e di giustizia che condussero tanti giovani a combattere nelle formazioni partigiane e quello del senso del dovere, della fedeltà e della dignità che animarono la partecipazione dei militari, compresa quella dei seicentomila deportati nei campi tedeschi, rifiutando l’adesione alla Repubblica di Salò".
Il discorso di Napolitano. "Vorrei incoraggiare tutti a rafforzare il comune impegno di memoria, di riflessione, di trasmissione alle nuove generazioni del prezioso retaggio della battaglia di Porta San Paolo, della difesa di Roma e della Resistenza", ha detto Napolitano.
"Tutte le componenti ideali, sociali, politiche, della società italiana, - ha aggiunto - si possono trovare nel sentire come propria la Costituzione, nel rispettarla, nel trarne ispirazione". Il presidente ha esortato tutte le forze politiche ad "animare un clima di condiviso patriottismo costituzionale".
Napolitano ha ricordato: "L’8 settembre 1943 sancì il crollo - nella sconfitta e nella resa, nonostante il sacrificio e l’eroismo dei nostri combattenti - di quel disegno di guerra, in alleanza con la Germania nazista, che aveva rappresentato lo sbocco fatale e l’epilogo del fascismo. Ma quell’8 settembre annunciò nello stesso tempo la nascita della Resistenza, nel duplice segno che la caratterizzò fino all’insurrezione vittoriosa e alla Liberazione del 25 aprile del’45".
Nel clima "di dissoluzione e pauroso sbandamento che seguì l’armistizio con le forze angloamericane, avrebbe davvero potuto essere travolta la patria : così non fu, così non sarebbe stato, perchè nacque in quello stesso giorno un decisivo moto di riscossa e di rinascita, che chiamammo ben presto Resistenza".
L’intervento di La Russa. "Farei un torto alla mia coscienza - ha invece detto il ministro La Russa - se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell’esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d’Italia".
Il ministro ha negato di aver avuto dissensi con il Capo dello Stato. "Nessun contrasto, neanche il più larvato, col presidente Giorgio Napolitano con il quale anzi mi sono intrattenuto fino alla fine in forma cordialissima" ha detto al termine della cerimonia. "A chi volesse cercare a tutti i costi polemiche pretestuose - ha aggiunto La Russa - invito a leggere tutto il mio intervento in cui il breve riferimento, non genericamente ai soldati della Rsi, ma ai militari caduti della Nembo è inserito in un ampio, costante, grato omaggio e riconoscimento a quanti si immolarono in quell’8 settembre per la libertà e la democrazia".
L’omaggio di Alemanno. Anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha reso omaggio agli italiani civili e militari che "per primi eroicamente cominciarono la lotta di liberazione della nostra patria", dopo l’armistizio di Cassibile.
* la Repubblica, 8 settembre 2008
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