La storia del coraggio o qualsivoglia “non coraggio” per mancata firma si sta spingendo troppo oltre il mero significato del termine. Ho letto i suoi interventi relativi al pezzo del Morrone prima di leggere il suo commento al mio e le confesso che hanno stimolato il mio interesse tanto da portarmi a visitare il suo blog.
Elucubrazione è un termine che sono abituata a sentire rispetto alle mie “articolazioni” verbali, la deludo, signora Salvadore, nulla di meditato o “trasportato” nei miei pensieri...è solo che, quando ci si trova a viverle dall’interno e “nell’interno” determinate situazioni, a somatizzarli e consolarli alcuni stati d’animo, si reagisce in forma apparentemente “elucubrante” agli eventi, seppur lontani dalla propria realtà attuale. A seguito dell’analisi del termine elucubrazione, passerei a quella dell’appellativo che le ha messo accanto: “perfido” è sinonimo di ingannevole, insidioso, malvagio: la perfidia si traduce negli atti, Signora Salvadore, nelle parole, al più, un assaggio di sapor mordace.
Prima di ricevere accuse da parte sua per non aver risposto in forma diretta alla sua domanda, assolvo velocemente a saziare la sete del suo Perché: l’espressione di un pensiero non ha bisogno di titolari, Di titolari ha, invece, bisogno la proposta, l’iniziativa. Lei ha scelto di promulgare informazione nella sua vita, io no, io le informazioni le assorbo da lei e da chi come lei.
Il mio precedente intervento non aveva altra finalità oltre a quella di chi si proietta a contenere nella propria gabbia toracica il cuore di chi soffre per sentirne un minimo del dolore che pulsa e della rabbia che freme, questo per solidarietà umana, ma anche per sentire il battito muto di una Giustizia che non c’è.
Cordialmente e con “non ironica” stima per il suo, invece, di coraggio. G.G.