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IL GOLPISMO DEL MENTITORE. PER "SOPRAVVIVENZA", UN CITTADINO RUBA IL NOME DI TUTTO UN POPOLO E LO USA PER FONDARE IL PROPRIO PARTITO-STATO... E PROCLAMA "URBI ET ORBI" DI LAVORARE PER IL BENE "COMUNE"!!!

NANDO DELLA CHIESA METTE IL DITO NELLA PIAGA E (QUASI) ARRIVA A DIRLO: MA ABBIAMO LAVORATO E LAVORIAMO ANCORA PER L’ ITALIA O PER "FORZA ITALIA"?! Ai posteri l’ardua sentenza - a cura di Federico La Sala

In fondo ci siamo dimenticati molto in fretta che Totò Cuffaro, prima di governare la Sicilia per il centrodestra, l’aveva governata con il centrosinistra...
giovedì 17 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Che dire, ad esempio, della Calabria? Di quella famosa inchiesta televisiva andata in onda una domenica sera su Rai3 sulla politica calabrese? Un’inchiesta al termine della quale ti mettevi le mani nei capelli per aver gioito della vittoria di quei rappresentanti del popolo che teorizzavano, anche dall’estrema sinistra, quanto fosse giusto assumere i propri parenti alla Regione? La Calabria, appunto. La terra in cui un consigliere regionale come Fortugno può essere ucciso per (...)

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> NANDO DELLA CHIESA METTE IL DITO NELLA PIAGA E (QUASI) ARRIVA A DIRLO: MA ABBIAMO LAVORATO E LAVORIAMO ANCORA PER L’ ITALIA O PER "FORZA ITALIA"?! --- Ma Galli di quale Italia fa parte?....Meglio Sabina dei moralisti super partes (di GIANNI VATTIMO).

sabato 19 luglio 2008

Meglio Sabina dei moralisti super partes

di GIANNI VATTIMO (La Stampa, 19/7/2008

Ma ci saranno davvero due Italie, come suggerisce Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della sera del 13 luglio, oppure ce n’è anche un terza che ci costringe a rifare i nostri conti? Le due Italie diverse che Galli distingue e descrive sono, come si può immaginare, quella che, a torto o a ragione, vota Berlusconi e che se ne sente rappresentata; l’altra è quella degli intellettuali di sinistra con il loro corteo di comici, attori, nani e ballerine, politici trombati e nostalgici del comunismo.

Che, manco a dirlo, si sentono sempre i migliori, diversi da quella massa di persone che si lasciano abbindolare dalla propaganda berlusconesca e perdonano al cavaliere i tratti leggermente (?) furfanteschi che marcano la sua carriera, e che in fondo sono tanto «italiani», tanto espressivi delle nostre più profonde caratteristiche nazionali. I moralisti di sinistra si sono da ultimo espressi, si fa per dire, nel triste spettacolo di Piazza Navona (peraltro così unanimemente condannato; dunque non sono poi tanti...), mostrandosi per quello che sono, presuntuosi, antipatici, e fondamentalmente antidemocratici, perché disprezzano la volontà della maggioranza che oggi sostiene questo governo.

Ma Galli di quale Italia fa parte? Al di là del popolo bue e degli antipatici moralisti di sinistra, che credono di parlare in nome dei veri interessi dei cittadini ma si crogiolano solo nei loro pregiudizi ideologici, non dovremo riconoscere anche una terza categoria, quella che per l’appunto, in nome di una razionalità davvero super partes, giudica e valuta le altre due posizioni e le ammonisce a vincere finalmente i propri difetti? Si badi che non è un problema da poco, anche filosofico.

La democrazia sarà davvero la lotta tra parti e interessi diversi che a un certo punto si accordano per amore di pace e sopravvivenza, oppure dovrà essere sancita da una istanza superiore - Galli della Loggia e affini - che distribuisce colpe e meriti e distingue i «veri» democratici dai democratici spurii? Sembra che qui si finisca ancora una volta nel vicolo cieco della scomunica papale del relativismo, che però non può nascondere le proprie radici autoritarie. Galli, e quelli come lui, ammettono di essere solo interlocutori del (famigerato ormai) «dialogo», oppure si riservano la, moralistica, parte del giudice? Ma se è così, davvero preferiamo Sabina Guzzanti e il suo irresistibile turpiloquio.


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