Sull’arresto di Del Turco dice: "Spesso teoremi accusatori sono infondati"
L’Anm: "Il premier discredita la magistratura senza conoscere i fatti"
Berlusconi: "Serve riforma
radicale della giustizia"
PARIGI - Non basta. Non basta lo scudo penale per le quattro più alte cariche dello stato. Non basta la norma "blocca processi" diventata "slitta processi". Per il premier "c’è la necessita ab imis di una riforma del sistema giudiziario italiano". Berlusconi parla con i cronisti a Parigi al termine del vertice Euromed. Anche con la separazione delle carriere? "Io credo - risponde il premier - che si debba fare di più". Quanto di più? "Molto di più..." aggiunge il premier.
I teoremi "infondati" delle procure. L’occasione questa volta non sono i "suoi" processi e le inchieste che lo vedono coinvolto. Bensì l’arresto del presidente della regione Abruzzo Ottaviano del Turco (Pd) al centro, secondo le accuse, con la sua giunta di centrosinistra di un comitato di affari che lucrava sul sistema sanitario regionale. "Spesso i teoremi accusatori sono infondati" dice Berlusconi molto colpito dall’inchiesta della Guardia di finanza. "Mi sembra molto strana - aggiunge - una decapitazione completa, quasi una retata, di un intero governo di una regione". Il premier poi fa notare come per lui "non ha alcuna che venga colpita una parte politica o l’altra". Il fatto è che "molto spesso i teoremi accusatori non vengono confermati".
"Serve riforma totale". Da questa constatazione, muove la necessità di una riforma ab imis, cioè totale e in tutte le sue parti del sistema giudiziario italiano. Qualcosa che vada ben oltre la già temuta e più volta respinta dalle toghe separazione delle carriere. "Serve di più - insiste il premier- molto di più". E anche se le ultime riforme - lodo Alfano e slitta processi - vanno "nei binari e nella direzione auspicati", Berlusconi annuncia di voler andare avanti.
La reazione dell’Anm. "Ancora una volta il premier discredita la magistratura" attacca l’Anm. Il sindacato delle toghe che ha appena avuto il tempo di compiacersi per la norma slitta processi, la modifica sostanziale dell’emendamento al decreto sicurezza che riconsegna ai Presidenti dei tribunali la facoltà di far slittare i procedimenti per crimini avvenuti prima del 2 maggio 2006 e puniti con una pena inferiore ai quattro anni di carcere. E subito deve rimettersi in guardia per le ulteriori modifiche annunciate dal premier. Per il segretario Giuseppe Cascini la generica accusa alla magistratura inquirente di procedere per teoremi non corrisponde ad un metodo di critica "informata e fondata sulla conoscenza degli atti" e "finisce per gettare discredito all’istituzione giudiziaria nel suo complesso". Il "giusto diritto di critica" - osserva il segretario del sindacato delle toghe - dovrebbe essere sempre basato "sulla conoscenza dei fatti e delle carte, soprattutto da parte di chi ricopre incarichi istituzionali".
* la Repubblica, 14 luglio 2008.