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EU-ANGELO E COSTITUZIONE . "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1 Gv., 4. 1-16). «Et nos credidimus Charitati...»!!!!

A GALVANO DELLA VOLPE, IN MEMORIA. Il suo (e nostro) limite, come quello di Galilei, Hegel e Marx, è l’aver letto l’"Inferno" e non "tutto Dante". Una nota di Michele Prospero - a cura di Federico La Sala

"Il suo approdo al marxismo avvenne in realtà su un rigoroso e trasparente profilo di scientificità. E solo di questo si deve parlare".
domenica 13 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Tutta una tradizione teorica, che dall’ontologia mistica di Meister Eckhart (studiata a fondo in un testo apparso nel 1930) passando per l’Hegel romantico e mistico (così si intitola un celebre volume del 1929) perveniva fino a Croce e Gentile, si muoveva entro una dialettica senza discorso o categorialità che dissolveva il sentimento o particolare nell’Idea. E non lo assumeva nella sua irriducibile alterità. Esisteva per Della Volpe una autentica malattia platonica e romantica, che (...)

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> A GALVANO DELLA VOLPE, IN MEMORIA. Il suo (e nostro) limite, come quello di Galilei, Hegel e Marx, è l’aver letto l’"Inferno" e non "tutto Dante". -- Galvano della Volpe: l’ultima «autorevisione» (di Leonardo Allodi)

mercoledì 27 dicembre 2017

Galvano della Volpe: l’ultima «autorevisione» (di Leonardo Allodi)

      • continuazione e conclusione

Il marxismo come scienza

La definitiva svolta di Galvano della Volpe verso Marx avviene tra il 1943 e 1944. Nel 1943 era stato aiutato da partigiani romagnoli a tornare a Messina, dove riprese l’insegnamento, per poi aderire nell’ottobre del 1944 al Pci. Il testo che meglio rispecchia questa svolta è il Discorso sull’ineguaglianza (Roma 1943), dove tenta «una critica del concetto dogmatico-teologico, aprioristico, individualistico della “persona”», che, a suo parere, persiste in Rousseau. Nel 1950, con l’opera Logica come scienza positiva, vuole costruire una logica filosofica come «scienza storico-sperimentale». Nel 1957 con Rousseau e Marx e altri saggi, considerato il suo libro etico-politico più importante, rivede profondamente il giudizio su Rousseau e il suo «uomo astratto»: si dà un’eredità positiva di Rousseau, il cui merito è quello di aver posto il problema del «riconoscimento sociale dell’individuo». Per Galvano della Volpe il problema sociale si risolve soltanto perseguendo una «libertà egualitaria»: il liberalismo è per lui una «libertà senza giustizia», laddove il socialismo costruisce una «libertà con giustizia». Solo negli ultimi anni, dopo la polemica con Bobbio19, riconoscerà, insieme all’importanza del lavoro, anche il valore del «merito», che non dovrebbe essere di­sgiunto da quello dell’uguaglianza. Anche la posizione che vedeva nell’Unione sovietica la realizzazione della società comunista perfetta si attenua. Galvano della Volpe riconsidera le posizioni espresse in Libertà comunista (un libro sbagliato, come dirà Colletti) e riconosce la necessità di pensare le norme dello Stato di diritto borghese in un contesto socialista.

L’ultima «auto-revisione»

Come detto, secondo Colletti Galvano della Volpe non ha trovato la forza di andare fino in fondo, di riconoscere cioè come lo stesso marxismo «scientifico» poggiasse su un assunto sbagliato: l’idea di contraddizione. Il problema non era negare le opposizioni reali, dice Colletti, ma, e qui occorre rifarsi a Kant, riconoscere che le opposizioni reali sono senza «contraddizioni». Coppie di contrari e non di contradditori.

Galvano della Volpe non riesce a uscire dal «prassismo» e per lui il «lavoro» resta la categoria filosofica fondamentale (20). Anche la critica della religione rimane la premessa di ogni critica. Della Volpe solo in minima parte giunge a riconoscere quanto il lavoro, proprio nel contesto del cristianesimo, abbia per la prima volta ottenuto una valorizzazione decisiva, non semplicemente spiritualistica, ma reale e concreta. Il nuovo tipo d’uomo d’onore, l’uomo nobile creato dall’emulazione socialista, è per della Volpe il lavoratore: «Il modello umano del cristianesimo viene così conservato, rovesciandolo, nel marxismo dellavolpiano. L’uomo vero è il Cristo conservato-rovesciato: l’operaio minerario Stackanov che sa di essere attività o prassi storica, transitoria, limitata, contingente» (21).

Giuseppe Colombo, nel suo importante lavoro interpretativo dedicato a della Volpe, ha messo in luce come «gli studi dellavolpiani sul platonismo e sulla teologia cattolica e protestante testimoniano che egli ha saputo cogliere un’istanza positiva nel cristianesimo. Soprattutto in campo cattolico, infatti, a suo avviso, la persona non si perde nel tutto dell’unità a priori» (22). Come «al cristianesimo si debba la prima scoperta dell’universale umano, dell’uomo comune sconosciuto alla città antica» (23).

Affermazioni importanti, ma ancora lontane dal riconoscere come nel cristianesimo, in virtù del Mistero dell’Incarnazione, trascendenza e immanenza, terra e cielo si siano definitivamente e organicamente saldati, e non certo in una prospettiva spiritualistica, ma in quella della massima valorizzazione della vita materiale e ordinaria.

Ma nessuno avrebbe immaginato che un’ultima auto-revisione fosse alle porte. L’antropologia immanentista, che pure resta la sostanza del suo lavoro, si ferma di fronte al riconoscimento, che leggiamo nella testimonianza di Madre Monica, che alla fine l’unica cosa che conta e rimane è Cristo. Come una volta ha intuito Chesterton, il cristianesimo è davvero il luogo in cui «tutte le verità si danno appuntamento». Anche quella «materialista».

Leonardo Allodi

-  1 Il pifferaio rosso della Volpe, intervista a L. Colletti, a cura di Gianantonio Stella, in «Corriere della sera», 30 giugno 2000.
-  2 Lucio Colletti, Il marxismo ereticale di Galvano della Volpe, relazione tenuta al Convegno su «Galvano della Volpe 1895-1995», Roma, 15 novembre 1995. Poi in: L. Colletti, Fine della filosofia e altri saggi, Ideazione, Roma 1996, pp. 74-86.
-  3 Cfr il recente U. Finetti, Botteghe oscure. Il Pci di Berlinguer & Napolitano, Ares, Milano, 2016, pp. 55-60.
-  4 Riportato in: «Notizia biografica» a cura di C. Violi, vol. VI delle Opere di Galvano della Volpe, Editori Riuniti, Roma 1973, pp. 519-520.
-  5 Il pifferaio rosso della Volpe, cit.
-  6 Cfr É. Gilson, La philosophie au Moyen Âge, Payot, Paris 1952; tr. it. La filosofia nel Medioevo. Dalle origini patristiche alla fine del XIV secolo, La Nuova Italia, Firenze 1973, dove a p. 968 riconosce come quello di della Volpe sia «lo studio d’insieme migliore su Eckhart».
-  7 M. Rossi, Galvano della Volpe: dalla gnoseologia critica alla logica storica, in «Critica marxista», 4-5 (1968), pp. 165-166, citato in G. Giannantoni, Il marxismo di Galvano della Volpe, Editori Riu­niti, Roma 1976, p. 10.
-  8 A. Bellantone, Della Volpe, il filosofo irregolare che non piaceva ai marxisti, in «L’Occidentale», 18 luglio 2010.
-  9 G. della Volpe, Eckhart o della filosofia mistica, revisione del 1952, ora in Opere di Galvano della Volpe, a cura di Ignazio Ambrogio, Editori Riuniti, Roma 1972, vol. I, pp. 211-461; alle pp. 457-461 è riportato il testo latino della Bolla In agro dominico di Giovanni XXII, che condanna alcune proposizioni eckhartiane.
-  10 Ivi, pp. 303 ss.
-  11 Ibidem.
-  12 Ivi, p. 456.
-  13 G.B. Guerri, Giuseppe Bottai fascista, Mondadori, Milano 1998, p. 164.
-  14 Ivi, pp. 167-168.
-  15 Cfr Guerri, op. cit., pp. 168-169.
-  16 G. della Volpe, Estetica del carro armato, in «Primato», n. 10, luglio 1940, p. 11.
-  17 Cfr Mariagrazia Bottai, Vignaiolo delle menti e delle coscienze, in Don Giuseppe De Luca a cent’anni dalla nascita, a cura di P. Vian, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1998, pp. 17-20. Le Edizioni di Storia e Letteratura hanno pubblicato anche il Carteggio 1940-1957, intercorso tra don Giuseppe De Luca e Giuseppe Bottai.
-  18 Cfr Opere di GdV., vol. I, cit., p. 215.
-  19 Si veda in particolare: N. Bobbio, Postilla a un vecchio dibattito, in Studi dedicati a Galvano della Volpe, a cura di Carlo Violi, Herder Editore, Roma 1989, pp. 33-46, in cui sono riportati passi del carteggio Bobbio-della Volpe.
-  20 G. Colombo, Scienza e morale nel marxismo di Galvano della Volpe, Cusl, Milano 1983, p. 35.
-  21 Ivi, pp. 139 ss.
-  22 Ivi, pp. 98, 118, 120.
-  23 Ibidem.

* «Studi cattolici» - settembre 2017


SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:

LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE FELICE: LA NECESSITÀ DI RICOMINCIARE DA "CAPO"!
-  I. BENITO MUSSOLINI E MARGHERITA SARFATTI - II. ARNALDO MUSSOLINI E MADDALENA SANTORO.

VIVA L’ITALIA!!! LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico.

FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. ALLA RADICE DEI SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA EUROPEA ATEA E DEVOTA.


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