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ITALIA. COSTITUZIONE E IDENTITA’ .....

ALL’ITALIA, IL SUO NOME E IL SUO ONORE!!! INTERROMPERE IL DELITTUOSO SOGNO POLITICO DEL CITTADINO SILVIO BERLUSCONI: RUBARE LA PAROLA "ITALIA", FONDARE IL PARTITO DI "FORZA ITALIA", E MIRARE A FARE DI TUTTO IL NOSTRO PAESE LA SUA AZIENDA-STATO PERSONALE. VIVA L’ITALIA!!! Un appello - di Federico La Sala

martedì 14 ottobre 2008 di Maria Paola Falchinelli
PER LA COSTITUZIONE. A TUTTI I CITTADINI E A TUTTE LE CITTADINE, A TUTTI GLI STUDENTI E A TUTTE LE STUDENTESSE D’ITALIA...
MATURITA’ 2008. TEMA D’ITALIANO. Traccia 1. FASCISMO. LA VIA ITALIANA AL TOTALITARISMO. Fondando il Partito "Forza Italia", il cittadino Silvio Berlusconi si è appropriato indebitamente della Parola: ITALIA. Si svolgano proprie riflessioni sul fatto, sotto forma di Lettera al Presidente della Repubblica, il cittadino Giorgio Napolitano
ITALIA. Memoria della (...)

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> ALL’ITALIA, IL SUO NOME E IL SUO ONORE!!! ---- Fini apre ad un Lodo costituzionale. -"Nessun complotto anti-Berlusconi".

domenica 15 novembre 2009


-  L’EX LEADER DI AN: PARLARE DI GOLPE E’ DELIRANTE

-  Fini apre ad un Lodo costituzionale
-  "Nessun complotto anti-Berlusconi"

Il presidente della Camera: «No al voto anticipato, sarebbe fallimento» *

ROMA «Le elezioni anticipate sarebbero il fallimento della legislatura, ma anche del Pdl» che rappresenta «il fatto nuovo di questa legislatura di cui Silvio Berlusconi può a buon diritto menar vanto». Il presidente della Camera Gianfranco Fini mette così fine alle voci, sempre più insistenti nei palazzi del potere, di un ritorno alle urne in tempi brevi.

«Questa legislatura - spiega Fini alla trasmissione tv "In mezz’ora" condotta da Lucia Annunziata - è nata con una maggioranza molto ampia, insieme alla Lega, per Berlusconi. Si tratterebbe di spiegare agli italiani che con una maggioranza tanto alta non si riesce a governare; le spiegazioni a volte convincono, altre no. E poi questa legislatura nasce con un grande fatto politico di cui Berlusconi può menar vanto, la nascita del Pdl». Dunque, Fini non pensa che le elezioni anticipate «possano essere evocate, a meno che non ci si convinca della bizzarra teoria del complotto» che lui respinge con forza. «In ogni caso - aggiunge - a Costituzione vigente nessuno può sciogliere le Camere se non il Capo dello Stato».

Il co-fondatore del Pdl, infatti, non ci sta a passare per un «complottista» («siamo al delirio...») per le sue posizioni anche sulla giustizia. «Se avessi voluto esercitare una leadership personale - avverte - mi sarei tenuto stretto un partito al 13%. Io invece credo nel Pdl», ribadisce, invitando a superare le vecchie logiche e ad accantonare il «clima parossistico» che si respira nel partito. Un’operazione per la quale, sostiene, un nuovo congresso «mi sembra una non soluzione. Un partito del 35-40% ha il dovere di guardare al di là del contingente. Dare fastidio se chiedo ciò, non toglie niente alla mia serenita». E allora, sottolinea, non si tratta «di formare un nuovo partito, archiviare il Pdl o avere in testa un complotto: chi lo pensa - afferma - non ha capito niente».

Per questo, invita, Silvio Berlusconi a dire la sua: «Se ha qualcosa di rilevante da dire lo faccia; e magari lo faccia in Parlamento». Fini poi, dopo aver auspicato che un’eventuale ripristino dell’immunità di cui si parla in questi giorni non si trasformi in »immunità«, chiede l’apertura di un confronto sul lodo costituzionale: anche con il Pd. E questo perchè, è il ragionamento di Fini, »se c’è la volontà di risolvere il cortocircuito attuale, senza garantire a Berlusconi l’impunità, nessuno può pensare di abbatterlo per via giudiziarià«.

E il lodo Alfano per via costituzionale? Per Fini può benissimo essere portato avanti dal Parlamento insieme al ddl per i processi brevi. «L’una cosa non esclude l’altra», sostiene, ricordando che il provvedimento che fissa in sei anni la durata dei processi «non deve destare scandalo» dal momento che l’Unione Europea ha condannato più volte l’Italia per i suoi ritardi. E dal momento che un conto è garantire alle più alte cariche dello Stato di poter governare affrontando eventuali processi alla fine del mandato. Altro è assicurare ai cittadini «il diritto di vedersi riconosciuto il torto o la ragione in tempi rapidi».

Le due cose, assicura Fini, possono «marciare di pari passo». La «condizione preliminare» per un suo via libera al ddl per i processi brevi, comunque, è che «ci sia anche uno stanziamento in Finanziaria per il settore giustizia, affinchè gli uffici giudiziari possano celebrare davvero in tempi rapidi i processi. Senza fondi adeguati, insiste, il ddl sarà difficilmente applicabile».

* La Stampa, 15/11/2009 (14:37)


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