Inviare un messaggio

In risposta a:
COSTITUZIONE, EVANGELO, e NOTTE DELLA REPUBBLICA (1994-2016): PERDERE LA COSCIENZA DELLA LINGUA ("LOGOS") COSTITUZIONALE ED EVANGELICA GENERA MOSTRI ATEI E DEVOTI ...

VIVA L’ITALIA!!! LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico. Una nota (del 2006) - di Federico La Sala

La Costituzione è (...) la nostra “Bibbia civile”, la Legge e il Patto di Alleanza dei nostri ’Padri’ e delle nostre ’Madri’ Costituenti (21 cittadine-sovrane presero parte ai lavori dell’Assemblea).
domenica 31 gennaio 2016 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il messaggio del patto costituzionale, come quello del patto eu-angelico ...e della montagna è ben-altro!!! La Costituzione è - ripetiamo: come ha detto e testimoniato con il lavoro di tutto il suo settennato il nostro Presidente, Carlo A. Ciampi - la nostra “Bibbia civile”, la Legge e il Patto di Alleanza dei nostri ’Padri’ e delle nostre ’Madri’ Costituenti (21 cittadine-sovrane presero parte ai lavori dell’Assemblea), e non la ’Legge’ di “mammasantissima” e (...)

In risposta a:

> VIVA L’ITALIA. LA QUESTIONE CATTOLICA E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Una nota (2006) di Federico La Sala --- Quando i laici sono deboli (di Gianfranco Pasquino).

mercoledì 11 giugno 2008

Quando i laici sono deboli

di Gianfranco Pasquino *

Da una parte sta il Papa che ispira e si trovano i vescovi della Conferenza Episcopale Italiana che stilano il loro programma, non soltanto sui «temi eticamente sensibili», per qualsiasi governo, preferibilmente per quello in carica, e che danno voti. Il capo dell’attuale governo si è subito affrettato a dichiarare che anche il programma dei vescovi, proprio come quello della Confindustria (non è dato sapere se la Cei ha apprezzato il paragone), può diventare quello del suo governo.

Ovviamente facendo finta di niente su tutto quanto riguarda disuguaglianze sociali e trattamento dell’immigrazione. D’altronde, l’intero schieramento di centro-destra è da tempo impegnato a mostrarsi ricettivo, senza nessuno scrupolo di laicità, ma con grande attenzione a prendere i voti (quelli espressi sulle schede elettorali dai cattolici), a quello che viene detto dall’altra parte del Tevere. Anche se non sempre ne conseguono comportamenti concreti, sembra che le dichiarazioni di sintonia funzionino.

Dall’altra parte, di tanto in tanto, tocca a Famiglia Cristiana il compito di fare irruzione sulla scena che viene impropriamente definita dei “valori” dei cattolici, che, invece, per lo più, sono molto più semplicemente, ma anche più corposamente, interessi mondani e politiche di governo.

Questa volta il bersaglio è duplice e la mira ambiziosa. Agli editorialisti del settimanale cattolico, i quali, evidentemente, leggono anche nelle coscienze, sembrerebbe opportuno espellere dal Partito Democratico la sparuta pattuglia dei radicali per i loro (de)meriti laici di un glorioso passato. Se poi, ma la sequenza non mi è chiara, questa operazione di “pulizia” cattolica non riuscisse, sarebbe opportuno che i teo-dem ovvero, immagino, tutti coloro che dentro il Pd si definiscono democratici dovrebbero minacciare oppure, addirittura, eseguire una scissione, cioè andarsene. Dove non è detto, ma appare probabile che tanto l’Udc di Pierferdinando Casini quanto il Popolo delle Libertà accoglierebbero a braccia aperte gli scissionisti (uomini e donne).

L’invito alla scissione è preoccupante anche perché sceglie un terreno delicato sul quale il Partito Democratico ha già tentato di giungere ad un difficile, forse non del tutto convincente, compromesso con il suo (non buono) Manifesto dei Valori. Infatti, i teo-dem, questa sì una pattuglia piccola, ma molto aggressiva, continuano a dichiararsi insoddisfatti e a elaborare loro posizioni intransigenti su tutte le problematiche “eticamente sensibili”. Qui sta la debolezza dei laici, che siano non credenti o credenti, radicali o ex-democratici di sinistra, dentro il Pd. Non hanno attivato la loro cultura politica con l’obiettivo di declinare coerentemente le loro posizioni sui valori (sembra persino difficile sostenere che i laici e i non credenti hanno “valori”) rispetto non soltanto alla vita e alla morte, ma a come si vive (nella diseguaglianza, nell’indigenza, nell’oppressione, anche religiosa) e a come si muore (per fame, per mancanza di risorse, per sfruttamento). Insomma, una vita degna di essere vissuta, tale anche grazie a politiche ridistributive, è un valore allo stesso modo di una morte consapevolmente richiesta con dignità. Non sembrano, peraltro, questi i ragionamenti che interessano né Famiglia Cristiana né i teodem e gli atei devoti i quali, certamente, nella loro rigida devozione sono tutto meno che laici. Molto mondanamente l’obiettivo, non soltanto di Famiglia Cristiana, consiste, da un lato, nel ridurre il potere politico, ahimé, già molto ristretto, del Partito Democratico nella misura in cui i teo-dem si comportano (attenzione, non ho, per il momento, scritto: sono) come una quinta colonna, paralizzandolo sotto la spada della possibile scissione. Dall’altro, meno comprensibilmente, consiste nell’indicare una via alla ricomposizione dei cattolici. Questo, che è più di un suggerimento, mi appare molto meno comprensibile poiché, come hanno oramai sottolineato molti commentatori, la forza politica dei cattolici, in una società che, pure, è molto secolarizzata (e se fosse anche “disperata” come, da ultimo, sostiene il cardinale di Bologna, Caffarra, avranno le loro responsabilità anche i predicatori cattolici autorizzati) dipende proprio dalla loro presenza in schieramenti diversi. Questa diffusione strategica rende visibili e potenzialmente efficaci tutte le espressioni di interessi e di preferenze che vengono dal Vaticano e dalle numerose diocesi. E, purtroppo, di cardinali come Martini non sembrano essercene più. Gli strumenti culturali di riflessione sul rapporto fra politica e religione, magari anche quelli approntati nel seminario di ItalianiEuropei, servono, anche se mi sono sembrati improntati a troppo pessimismo e a poco orgoglio laico. Tuttavia, è il Partito Democratico che deve dare vita e gambe all’operazione che aveva promesso.

Costruire un’organizzazione politica che non soltanto sommasse le culture riformiste liberali, socialiste e cattolico-democratiche, ma ne esaltasse gli elementi migliori a cominciare da quei valori che, detto senza retorica, erano persino riusciti ad entrare nella Costituzione Repubblicana. Non ho una proposta conclusiva mobilitante, ma credo, meglio, ritengo che il Partito Democratico farebbe bene a discutere in maniera tanto appassionata quanto laica, ovvero senza preconcetti, senza pregiudizi e senza soluzioni precostituite, dei rapporti, anche politici, fra le culture, e non soltanto dei limiti fra Stato e Chiesa, segnalando sempre puntigliosamente gli impropri sconfinamenti di quest’ultima. Riconosciuto il ruolo pubblico della religione, il confronto andrà fatto in pubblico secondo le regole del dibattito pubblico che richiedono non imposizioni, ma argomentazioni e giustificazioni.

* l’Unità, Pubblicato il: 11.06.08, Modificato il: 11.06.08 alle ore 10.33


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: