’’Guardati come ’ladri in giacca e cravatta’, si trovano ad affrontare anche il disprezzo sociale’’
Galimberti: ’’Manager in caduta rischiano rifugio in psicofarmaci’’
Il filosofo all’Adnkronos Salute: "Essendo abituati al problem solving immediato preferiranno andare dal farmacista che sul lettino dello psicanalista’’. E sottolinea: ’’Se l’identificazione con il proprio ruolo è stata totale sarà difficilissimo adattarsi a lavori di minor prestigio"
Roma, 4 ott. (Adnkronos Salute) - La crisi finanziaria potrebbe avere risvolti devastanti sul piano psicologico per i top manager che si troveranno a perdere il lavoro e lo status sociale, travolti dal terremoto dei mercati. E, vista la loro abitudine a risolvere i problemi in tempi rapidi, per combattere un probabile stato depressivo "sceglieranno di andare dal farmacista piuttosto che dallo psicanalista", rifugiandosi così, erroneamente, negli piscofarmaci con l’illusione di una cura immediata. A descrivere i rischi in agguato per chi "ha identificato se stesso con la propria carriera", è lo psicanalista e filosofo Umberto Galimberti (nella foto), che illustra all’ADNKRONOS SALUTE "la forte crisi d’identità" che rischiano i grandi manager della finanza, una volta caduti ’in disgrazia’.
Oggi poi la minaccia per l’equilibrio psicologico dei manager ’decaduti’ è ancora più forte perché - spiega Galimberti - "si trovano ad affrontare anche il disprezzo sociale. Non solo non hanno più il loro posto di prestigio e tutti i soldi che avevano prima, ma sono anche guardati dall’opinione pubblica quasi come dei ’ladri in giacca e cravatta’". In generale - riferisce l’esperto - queste persone "che già oggi frequentano spesso gli studi di psicanalisti e psichiatri, hanno sostanzialmente identificato se stesse con il loro mestiere e la carriera. Non sanno chi sono, di solito hanno grosse carenze affettive, trascurano la famiglia con cui non hanno un vero dialogo. E sono maledettamente attaccati al proprio status perché senza di esso perdono l’identità".
Ora, di fronte alla crisi finanziaria e a una perdita di potere, "se la loro identità è collocata solo in quello che fanno, il giorno in cui non possono più farlo non sanno più chi sono", e si ammalano. Così - aggiunge Galimberti - "essendo abituati al problem solving immediato, di solito, per affrontare il problema, preferiscono andare dal farmacista piuttosto che sul lettino dello psicanalista. Ma - avverte - dimenticano che con gli psicofarmaci si riducono i sintomi e non la depressione che è alla base". Una depressione "che - sottolinea - quando deriva dall’identificazione nella propria funzione, è seria e può anche portare al suicidio".
Qualora poi dovessero riciclarsi in un nuovo lavoro meno gratificante o di potere, "se sono riusciti a conservare un minimo di identità sganciata dalla funzione ce la faranno, ovviamente rimboccandosi le maniche e adattandosi a lavori di minor prestigio. Se invece - sostiene l’esperto - l’identificazione con il proprio ruolo è stata totale sarà difficilissimo per loro scendere nella scala sociale".