mercoledì 26 marzo 2008
di Maria Paola Falchinelli
[...] In sede etica e politica semina idee capitali, talvolta fraintese, questo trentaduesimo dramma con cui Sofocle vince il concorso dell’anno 442 a C.: lo Stato non incarna valori assoluti, anzi cova grovigli d’interessi impuri; siamo animali deboli, con midolla manipolabili, vedi quel coro pieghevole, quindi l’unico scudo contro le sbornie comunitarie è l’analisi critica. Chiunque li detti, i dogmi non meritano il sacrificium intellectus, tanto meno quando servano interessi (...)
Vito Mancuso. Alla fine dell’8 marzo queste parole che Antigone rivolge a Creonte: “Non sono nata per condividere l’odio, ma l’amore" (Sofocle, Antigone, verso 523).