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Amore (Charitas), Cupido (Eros) e Immaginazione (Epinoia) ... la "Primavera" in arrivo!!!

PETRARCA, SIMONE MARTINI E LA DIFESA DELLA PITTURA. Giorgio Bertone delinea gli «elementi sparsi» di una teoria dell’immagine e del ritratto nel grande poeta, in linea con il Secondo Concilio di Nicea. Una nota di Bianca Garavelli - a cura di pfls

domenica 9 marzo 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Petrarca non si rivela affatto sulla linea dell’iconoclastia, della condanna dell’immagine in quanto inferiore rispetto alla parola, quanto piuttosto dell’idea che nel ritratto, sulla scia di quello divino della Veronica e delle icone, si ponga un fonda­mento di verità. L’arte del ritratto, e in generale la pittura, è dunque nobile, e in un certo senso divina, dotata com’è del po­tere di suggerire l’identificazione dell’immagine con la realtà che riproduce. È quanto Petrarca (...)

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> PETRARCA, SIMONE MARTINI E LA DIFESA DELLA PITTURA. --- FILOLOGIA E #STORIOGRAFIA. Note a margine della novella dei #tre #anelli (Boccaccio) e della scoperta di "un nuovo Livio di Petrarca".

giovedì 5 gennaio 2023

#STORIA #LETTERATURA #FILOLOGIA E #STORIOGRAFIA: #DANTE, #BOCCACCIO, E #PETRARCA.

#Considerazioni #inattuali a margine della novella dei #tre #anelli (#GiovanniBoccaccio) e della scoperta di "un nuovo Livio di Petrarca":

A) IL #PRIMATO DI #ROMA (E DI #PIETRO), #BEATRICE E L’#AMORE CHE MUOVE IL SOLE E LE ALTRE STELLE, E LA #MONARCHIA DI #DANTE:

      • «Qui sarai tu poco tempo silvano; /e sarai meco sanza fine #cive /di quella Roma onde Cristo è romano. / Però, in pro del mondo che mal vive, /al carro tieni or li occhi, e quel che vedi, /ritornato di là, fa che tu scrive»./ Così #Beatrice; e io, che tutto ai piedi /d’i suoi comandamenti era divoto, /la mente e li occhi ov’ella volle diedi. (Purg. XXXII, 100-109).

B) BOCCACCIO CON DANTE. Nel #Decameron, Boccaccio pone il suo cammino sotto la guida di "#Filomena", sotto il segno della #Legge, della #Giustizia e della #Pace - di "#MELCHISEDECH GIUDEO CON UNA NOVELLA DI TRE ANELLA CESSA UN GRAN PERICOLO DAL SALADINO APPARECCHIATOGLI" (terza novella della “prima giornata” ), e, di #SOLONE (nel "Trattatello in laude di Dante").

C) #FRANCESCOPETRARCA FA DI #LAURA LA SUA #BEATRICE E DELLA #ROMA ANTICA (DANTE) LA BASE #POLITICA DEL SUO #SOGNO MODERNIZZATO:

"Nel capitolo intitolato a Tito Livio dei Rerum memorandarum libri (1, 18, 2-3), composti dall’estate del 1343 fino all’inizio del 1345, Petrarca lamentava che solo un’esilissima parte dei 142 libri degli Ab urbe condita era giunta alla sua epoca e rammentava come si fosse messo sulle tracce della seconda decade sollecitato da re Roberto d’Angiò:

      • Ma, ahimè, che gravissima macchia d’infamia per la nostra generazione! A stento una piccola sezione di quest’opera così grande ed eccellente è sopravvissuta; essendo stata divisa in decadi o dallo stesso autore o, come piuttosto credo, dai disdegnosi lettori dei tempi successivi, di quattordici decadi non ne restano che tre: la prima, la terza e la quarta. Io stesso, per esortazione del defunto re Roberto di Sicilia, di sacra memoria, ho cercato la seconda con somma diligenza, ma finora senza successo. Ebbene, voglia il cielo che il mio vaticinio sia mendace! Infatti presto, se i costumi degli uomini non cambiano, temo che capiterà a quest’opera quello che un tempo si era proposto Gaio Caligola, il più scellerato dei tiranni: a proposito di costui si legge in Svetonio Tranquillo che poco mancò che facesse rimuovere i libri e i ritratti dello storico Tito Livio e del poeta Virgilio da tutte le biblioteche [= Svetonio, Cal. 34, 2]; e poco manca che la pigrizia, indifferente a tutto, stenda gradatamente sull’ingegno celeberrimo di quest’uomo quel velo d’oblio che non poté stendere la crudeltà di un tiranno (Francesco Petrarca, Rerum memorandarum libri, a cura di M. Petoletti, Firenze 2014, p. 53).

Questa sua affannosa ricerca fu vana ma l’insuccesso non comportò una diminuzione d’interesse nei confronti dell’opera che narrava le gesta e la gloria di Roma antica e si prestava a essere utilizzata sia come fonte per la sua produzione storica sia come strumento per la sua rivendicazione politica del primato dell’Urbe presso i contemporanei. [...] (Monica Berte, "Un nuovo Livio di Petrarca: il manoscritto Arch. S. Pietro C. 132 della Biblioteca Apostolica Vaticana", Insula Europea, 24 maggio 2022).

Federico La Sala


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