L’educazione sessuale dei bambini
di Luigi Cancrini (l’Unità 20.11.2013)
Esiste un vademecum dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dal titolo «Standard di Educazione Sessuale in Europa» che consiglia di trasmettere ai bambini da 0 ai 4 anni informazioni sulla masturbazione, dai 4 ai 6 sull’amore omosessuale, tra i 6 e i 9 su mestruazioni ed eiaculazione, tra 9 e 12 su esperienze sessuali non protette. Infine tra 12 e 15 su maternità indesiderata, mettendoli in guardia su l’influenza della religione nelle loro decisioni. MARIO PULIMANTI
Dare informazioni fin dalle elementari sulla sessualità è davvero sufficiente a fornire una «educazione sessuale»? Guardando al problema da un altro punto di vista: hanno sufficienti nozioni su questi temi le ragazzine che vendono prestazioni sessuali a 14 anni ed i ragazzini che le pagano?
Quello di cui ci sarebbe bisogno accanto a quella fondate sull’anatomia e sulla fisiologia del sistema riproduttivo e a quella sacrosanta dedicata all’omosessualità e alla naturalezza del suo manifestarsi non sarebbe piuttosto un’educazione sessuale capace di tenere conto dei sentimenti che in condizioni normali precedono, accompagnano e seguono l’esercizio della sessualità? I romanzi di Emily Bronte o di Jane Austen, la Recherche di Proust e I promessi sposi non hanno nulla di utile da insegnare in proposito?
Considerarla fuori dalle sue naturali cornici di ordine affettivo ed emozionale non è un modo di tradire la ricerca, a mio avviso del tutto naturale, fra la fisicità e il bisogno di essere scelti e riconosciuti da un altro significativo che noi riconosciamo e scegliamo. Giulietta e Romeo sono più sani delle adolescenti messe in difficoltà da traumi più o meno gravi. Che vanno aiutate nel bisogno che hanno di ritrovare una qualche forma di rapporto armonico con se stesse. Con il loro desiderio e con i loro bisogni più profondi. Molto più reali di quelli che esibiscono. In superficie.