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"L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE": L’ALLEANZA CATTOLICO-"EDIPICA" DEL FIGLIO CON LA MADRE!!! LEA MELANDRI E GLI ANELLI MANCANTI NELLA DISCUSSIONE SULL’ABORTO - a cura di Federico La Sala

LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE GIUSEPPE E DELLO STESSO "PADRE NOSTRO" ... E CONTINUA A "GIRARE" IL SUO FILM PREFERITO, "IL PADRINO"!!!
sabato 16 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] L’immaginario che cancella il rapporto uomo-donna, sovrapponendogli la coppia madre-figlio, deve essere una delle invarianti piu’ coriacee della cultura maschile, se puo’ accostare senza turbamento l’iconografia cattolica delle Vergini Madri con Bambino allo scenario "irriverente" delle biotecnologie, che trasferisce lo status di essere umano su un "fatto scientifico", isolato in laboratorio - lo zigote -, mentre, come va ripetendo Barbara Duden, trasforma la donna nell’"ambiente (...)

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> "L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE": L’ALLEANZA CATTOLICO-"EDIPICA" DEL FIGLIO CON LA MADRE!!! LEA MELANDRI E GLI ANELLI MANCANTI NELLA DISCUSSIONE SULL’ABORTO - ---- Lasciare tutto questo fuori dalla campagna elettorale, come va predicando la premiata ditta V&B, è un’illusione falsa e truffaldina, che serve a Veltroni per non sbarrarsi il voto cattolico, a Berlusconi per non sbarrarsi il voto femminile. Siamo abituati a una politica che si nutre di confusione, ma ci sono questioni che domandano chiarezza. E se non la ricevono, la fanno (di Ida Dominijanni).

venerdì 15 febbraio 2008

L’aborto è di Stato

di Ida Dominijanni (il manifesto, 15 febbraio 2008)

C’è fra lo Stato moderno e le donne un’antica inimicizia, fatta di esclusione da una parte e di estraneità dall’altra, che la costruzione della cittadinanza non è mai riuscita a sanare del tutto ma solo a lenire. La legge italiana numero 194 è stata una tappa cruciale di questo lenimento: siglando, fra donne e Stato, non la pace ma un armistizio. La procura di Napoli che ha ordinato il blitz del Policlinico, i poliziotti che l’hanno eseguito con zelo in eccesso, i politici che lo approvano, lo sdrammatizzano o lo spoliticizzano, i predicatori che lo cavalcano per testare (scusate la volgarità della citazione letterale) la grandezza dei propri genitali, devono sapere che hanno rotto questo armistizio e assumersene, da adulti e non da bambini, da padri e non da figli in perenne rivolta edipica contro le madri e contro la Madre, le dovute responsabilità.

Da oggi sul tappeto non c’è solo la questione dell’aborto, o la difesa della 194. E sbaglierebbero anche le donne se si lasciassero prendere nella trappola strumentale di questo perimetro. La questione sul tappeto è quella dello Stato costituzionale di diritto. Quello che garantisce - o dovrebbe - che le leggi siano applicate correttamente e non in un clima di emergenza permanente, quello che stabilisce - o dovrebbe - procedure giudiziarie corrette, quello che ci tutela - o dovrebbe- dagli abusi delle forze dell’ordine, quello che difende - o dovrebbe - il rapporto fra medico e paziente da aggressioni e interferenze indebite. Prima di discutere dell’aborto si discuta di questo: a quando un’ispezione nella procura di Napoli? Da quando una telefonata anonima è quanto basta per ordinare un blitz? L’infermiere anonimo verrà gratificato con un encomio allo zelo pro-life? Noi comuni mortali dovremo munirci di avvocato prima di entrare in una sala operatoria? E i medici, prima di fare una disgnosi fetale, dovranno dare un’occhiata ai giornali per vedere che aria tira?

Non è la prima volta e non sarà l’ultima che l’aborto si fa segno di più generali questioni: proprio perché l’aborto, al contrario di quanto sostiene la scellerata campagna sulla sua «faciloneria», si colloca su un delicato crinale, fra coercizione e libertà, fra garanzie collettive e decisione individuale, fra specie e singolarità.

Bombardare questo delicato crinale a colpi di cannone significa bombardare, con la cittadinanza femminile, l’edificio dello Stato di diritto, tornare a uno Stato violento da un lato e paternalista dall’altro, che si fida più dei poliziotti che delle donne, e delle donne fa quando va bene delle vittime incapaci di intendere e di volere, quando va male delle assassine: feticide, come recita il brillante neologismo.

Lasciare tutto questo fuori dalla campagna elettorale, come va predicando la premiata ditta V&B, è un’illusione falsa e truffaldina, che serve a Veltroni per non sbarrarsi il voto cattolico, a Berlusconi per non sbarrarsi il voto femminile. Siamo abituati a una politica che si nutre di confusione, ma ci sono questioni che domandano chiarezza. E se non la ricevono, la fanno.


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