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Europa. ITALIA...

LA COSTITUZIONE, LE REGOLE DEL GIOCO, E IL FUORI-GIOCO!!! CRISI POLITICA E CONSULTAZIONI: LA SVOLTA. "Senza Forza Italia non si fa un altro governo". Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sollecita Silvio Berlusconi a comportarsi correttamente e con orgoglio vero (da cittadino italiano!!!) e a gridare con tutta l’anima e con tutta la mente: FORZA ITALIA, VIVA L’ ITALIA. LA PAROLA "ITALIA" E’ DI TUTTI I PARTITI E DI TUTTO IL POPOLO ITALIANO - a cura di pfls

L’aver dimenticato l’importanza della Parola sta portando il Paese direttamente alla devastazione totale e alla guerra civile.
martedì 29 gennaio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] "Senza Forza Italia non si fa un altro governo". Il cuore di questa crisi politica è tutta qua. In questa frase che Giorgio Napolitano si è lasciato scappare nei colloqui della prima giornata di consultazioni. Il punto nevralgico che può evitare al Paese nuove elezioni ad aprile è rappresentato da Silvio Berlusconi. I riflettori del partito del "non voto" sono puntati su di lui. È scattato il pressing per costruire intorno al Cavaliere un muro di gomma che gli impedisca di dire la (...)

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> LA COSTITUZIONE, LE REGOLE DEL GIOCO, E IL FUORI-GIOCO!!! CRISI POLITICA E CONSULTAZIONI: LA SVOLTA. ---- Napolitano: «prendo una pausa di riflessione. la mia decisione sarà motivata».

martedì 29 gennaio 2008

Napolitano: «prendo una pausa di riflessione. la mia decisione sarà motivata»

Berlusconi e Casini: «Subito al voto»

Il leader dell’Udc si schiera con il Cavaliere. Veltroni: «Elezioni nel 2009 o dopo la riforma elettorale» *

ROMA - «Ora prendo una pausa di riflessione. Dopo aver sentito 19 delegazioni politiche, i presidenti di Camera e Senato, e i tre ex presidenti della Repubblica, la situzione è ovviamenete complessa. Qualunque sarà la mia decisione, la renderò nota con una comunicazione motivata». Queste le parole del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, alle 19 di martedì, al termine dell’ultimo giro di consultatzioni.

POSIZIONI - Le posizioni restano inconciliabili. I leader di Forza Italia e Pd salgono al Quirinale e ribadiscono al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le loro richieste per risolvere la crisi dopo la caduta del governo Prodi. Per Silvio Berlusconi «l’unica strada è quella di ritornare al voto per dare al Paese un governo immediatamente operativo». Affermazioni alle quali, nel tardo pomeriggio, si allinea anche Pier Ferdinando Casini: «No a governicchi, meglio andare alle elezioni». Il segretario del Partito democratico, invece, delinea due scenari: elezioni nel 2009, con un governo che si occupi di legge elettorale, salari e costi della politica; oppure entro pochi mesi, il tempo necessario per cambiare almeno il sistema di voto. «Bisogna trovare una soluzione positiva per corrispondere a un bisogno di stabilità - spiega Walter Veltroni - e per avere governi fondati su una coerenza programmatica. Il voto oggi significa instabilità domani».

BERLUSCONI - Berlusconi non è d’accordo. Secondo il Cavaliere, «la presente legge elettorale ha consentito una piena governabilità alla Camera a una coalizione che aveva vinto di soli 24 mila voti, mentre non l’ha consentita al Senato perché lì la sinistra aveva avuto meno voti del centrodestra». L’ex premier chiarisce poi le sue dichiarazioni sulla possibilità di ricorrere alla piazza qualora il capo dello Stato non decida di indire nuove elezioni: «Le mie affermazioni erano proprio di segno contrario. C’è stata disinformazione piena e totale, una vergogna. Ho detto semplicemente che abbiamo ricevuto molte richieste dalla nostra base per organizzare manifestazioni di piazza ma che noi abbiamo rinunciato a farlo». E il dialogo sulle riforme? «Non abbiamo cambiato idea. Ma non è possibile pensare di attuare riforme importanti in tempi brevi».

VELTRONI - «Le elezioni anticipate sono un’alternativa che non corrisponde ai bisogni del Paese - spiega invece il sindaco di Roma -. Questa ipotesi appare anche contraddittoria a quanto dichiarato da tutti i partiti politici in questi mesi». «L’Italia ha forse bisogno di entrare in una campagna elettorale infuocata? - chiede il segretario del Pd - L’Italia ha bisogno di tornare forse a governi formati da 12-13 partiti? O ha bisogno di usicre di tutto questo?». «Alcuni partiti che chiedono il voto - aggiunge Veltroni - sono gli stessi che hanno raccolto migliaia di firme per cambiare la legge elettorale. Noi abbiamo presentato due ipotesi: fissare la data delle elezioni per la primavera dell’anno prossimo e affrontare una serie di riforme», oppure «fissare la data delle elezioni entro qualche mese, nel primo semestre di quest’anno, e cambiare almeno il sistema di voto». Poi la stoccata al centrodestra: «Perché si ha tanta fretta di votare se si è sicuri di vincere? E non si è invece disposti ad aspettare due mesi e avere una legge elettorale che garantisca stabilità? Eravamo a un passo da un accordo possibile e io credo che possiamo partire dalla prima bozza Bianco e da lì cercare una possibile convergenza per dare al Paese stabilità e ai governi governabilità». Berlusconi ha chiarito che le forze del centrodestra si presenteranno assieme in caso di voto (precisando che «Casini non si sfilerà»): e il Pd? «Se ci saranno elezioni subito - risponde Veltroni - il Partito democratico si presenterà con uno schieramento che avrà al centro un programma di governo e non lo schieramento stesso».

UDC - Per alcune ore, subito dopo le dichiarazioni di Berlusconi e Veltroni, tiene banco la posizione dell’Udc, soprattutto in seguito all’apertura di Mario Baccini a un governo guidato da Franco Marini: «Se, al termine delle consultazioni, il capo dello Stato decidesse di dare l’incarico per formare un nuovo esecutivo a una persona di alto profilo, come il presidente del Senato, per salvare il Paese dal declino, questo appello non resterà inascoltato». Seguono una serie di repliche e precisazioni, con Berlusconi che dice «no ai giochi di palazzo», Gianfranco Rotondi (Dc per le autonomie) che prevede addirittura una «spaccatura» dell’Udc, Roberto Maroni (Lega) che lancia l’ultimatum: «Se si sta con noi si è contro qualsiasi altro governo diverso». Alla fine, tocca a Pier Ferdinando Casini dettare la linea del partito: «Abbiamo cercato di lavorare per un atto di pacificazione fra le due parti. Poiché le disponibilità necessarie non sono maturate, tanto vale non perdere ulteriore tempo e andare verso le elezioni anticipate perché credo a nessuno servano né governicchi né pasticci».

NAPOLITANO - La situazione resta dunque ingarbugliata. Dopo aver incontrato anche i presidenti emeriti della Repubblica (Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi), già mercoledì mattina Napolitano potrebbe tentare di dare una soluzione alla crisi affidando l’incarico a una personalità di rilievo. Lo stesso Cossiga propende per questa ipotesi: «Credo che ci sia l’orientamento di dare un incarico esplorativo. Mi auguro che l’opposizione, di fronte alla formazione di un governo che abbia un programma limitato, non faccia nulla per impedire questo tentativo». Anche perché, stando ad alcune indiscrezioni, il capo dello Stato avrebbe verificato che «sul voto anticipato non c’è attualmente una maggioranza». Indiscrezioni trapelate però prima della netta presa di posizione di Casini.

* Corriere della Sera, 29 gennaio 2008


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