Karl Jaspers
Quando la gelosia diventa delirio
di Francesca Bolino (la Repubblica, 15.11.2015)
Se nell’antichità la gelosia era uno slancio appassionato verso qualcosa o qualcuno che si teme di perdere, con l’avvento della modernità qualcosa peggiora. Si trasforma in male di vivere, in impossibilità di dominare se stessi e gli altri. In breve: in delirio. Con il Novecento, il delirio diventa annichilimento di ogni dialettica possibile tra pensiero ed essere. Proprio in questo quadro si inserisce il lavoro di Karl Jaspers.
In questo prezioso testo per la prima volta tradotto in italiano, attraverso la descrizione della vita di pazienti, il filosofo tedesco mette in luce come il delirio diventi metafora delle contraddizioni inscritte nell’uomo. L’essere geloso mette in gioco l’integrità della soggettività.
L’esperienza delirante distorce il giudizio di realtà e la capacità di agire e reagire. E dunque viene meno la possibilità di condividere il mondo con gli altri. Così il mondo diventa abnorme. Nel delirio, afferma Jasper «urtiamo contro ciò che è irrimediabilmente perduto nella non verità».