Devo dire che l’articolo è la cosa peggiore mai letta di Spaemann, e intendo: altri articoli, in particolare tra quelli apparsi in lingua tedesca, erano piccoli capolavori di filolosofia. Ma questo...
Quest’articolo abbonda di affermazioni gratuite. E’ necessario che l’uomo riconosca nel mondo la cifra della volontà di Dio perché ci sia una normatività...?!? Ma perché? Il telos aristotelico è normativo, ma non comporta volontà di un dio personale. I lavori di fenomenologia del corpo vissuto, che credo Spaemann conosca bene, vedono un ordine intrinseco nella vita biologica senza bisogno di una volontà superiore, che replicherebbe solo la questione. Forse intendeva dire che il(i) telos della realtà sono il punto di partenza per ogni interrogazione esistenziale su Dio? Va bene, lo concedo. Ma non è indispensabile vedere una volontà di Dio per capire il mondo, casomai il contrario!
Dice che la salute ha spesso caratteristiche morali. Mi pare discutibile e non argomentato, ma può anche essere vero in certi casi: se soffro di disturbi di relazionalità, sarò un amico, un padre e un marito "difficile", se non cattivo: cattivo padre, cattivo etc. etc., NON necessariamente un cattivo uomo. Ma perché dovrebbe valere per l’omosessualità, se intendeva questo con "mancanza di attrazione per il proprio sesso"? Sarei un cattivo cosa, se fossi omosessuale? Un cattivo partner, non credo. Un cattivo uomo neanche. Forse sarebbe cattiva la coppia in sé stessa... ma rispetto a quale telos? E’ però riduttivo e sciocco vedere la natura biologica umana finalizzata alla pura procreazione.
Poi Spaemann fa un "elenchus abominationum" di cose disparatissime: aborto, depravazioni sessuali, omosessualità... Non è chiaro. Dice che nell’illuminismo tutto questo era considerato perverso? Se sì, ha ragione: l’illuminismo è moralista e crudele. Ma messa così, pare che condivida tutto parola per parola.
Infine parla di uno scatenarsi di desideri soggettivi. Ma dove sarebbe questo ribollire di pulsioni volitive? Certo, sulle pagine dei giornali e nella rete ci sono maitre-a-penser all’amatriciana che professano il valore assoluto della libertà negativa e della assoluta scelta, non importa di che cosa. Tuttavia, io non le ho mai visto troppo praticate nella vita reale, neanche da quelli che nei fine settimana proclamano la debauche e la distruzione di tutti i valori. Nella pratica, si rivelano borghesucci, magari un po’ goffi, e un po’ teneri. Si prendono troppo sul serio proclami e manifesti culturali senza costrutto.
Infine Spaemann afferma che senza il metro della natura umana non sarebbe neanche sensato chiederci: questo limite ai desideri individuali che lo Stato impone o questa concessione ai desideri, è cosa giusta? Sono d’accordo, con tutte le precisazioni di sopra. Ma poi Spaemann va avanti dicendo cosa pensa lo stato sia: qualcosa il cui scopo è garantire il mantenimento del genere umano. Accidenti, che fardello! Ma davvero gli Stati hanno quest’onere? e hanno questa possibilità? Lo Stato al massimo risolve questioni relativamente spiccie. Non ha lo scopo- diciamo, il telos - per fare da amministratore totale di un paese, la cui società va avanti comunque da sola: lo Stato è ausiliare, e nulla più. Non diamogli incarichi che non gli spettano, solo per il gusto di limitarlo poi con la "natura umana".
saluti, Marco