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Saper amare il "padre" e la "madre" ... W o Italy!!!

IL PRESIDENTE DELLA CEI ANGELO BAGNASCO: «L’ITALIA MERITA UN AMORE PIU’ GRANDE». BENISSIMO!!! Ma - in nome della Verità (Charitas) - cerchiamo di andare avanti e non "cantare" in "latinorum" sempre lo stesso ritornello. Una precisazione sulla Costituzione italiana - di Federico La Sala

giovedì 18 ottobre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Nella prolusione del presidente della Cei al Consiglio permanente spicca, tra l’altro, un ampio capitolo dedicato alla situazione sociale del Paese. In essa monsignor Bagnasco rileva, da una parte, segnali preoccupanti legati a «un atteggiamento di resa che contrassegna tanta prassi», dove prevalgono «divismo, divertimento spinto a oltranza, disimpegno nichilista»; dall’altra, invece, rimarca i valori ancora condivisi «dalla maggioranza sana». Di qui l’interrogativo sulla «modalità, (...)

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> IL PRESIDENTE DELLA CEI --- Bagnasco confermato alla guida della Cei: strapotere del capitale, serve più politica (di Roberto Monteforte)

giovedì 8 marzo 2012

Bagnasco confermato alla guida della Cei: strapotere del capitale, serve più politica

di Roberto Monteforte (l’Unità, 08 marzo 2012

È arrivata ieri la conferma. Per altri cinque anni l’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco resterà alla guida dei vescovi italiani. Papa Benedetto XVI gli ha rinnovato la sua piena fiducia. Arriva così l’atteso avallo alla linea dell’allievo del cardinale Siri, nominato come successore del cardinale Ruini il 7 marzo 2007. Ringrazia il pontefice il cardinale Bagnasco e rinnova l’impegno suo e dei vescovi italiani a «rafforzare la missione e la testimonianza cristiana in una società che, per quanto segnata da una profonda crisi culturale ed economica, non cessa di sperare in un futuro migliore». Lo festeggiano i vertici della conferenza episcopale italiana. Il segretario generale monsignor Crociata ne ha sottolineato «lo stile rigoroso e l’autorevolezza crescente della sua presidenza, in anni nei quali le nostre Chiese hanno affrontato sfide impegnative e condiviso la fatica del Paese, segnato da una profonda crisi economica e valoriale». Vi è un pizzico d’orgoglio da parte della Cei. In un quadro politico e sociale segnato dall’incertezza e dallo smarrimento, la Chiesa si presenta come un riferimento autorevole, radicato nel paese e vicino alle difficoltà e alle emergenze vissute dalle famiglie.

ora più forte

Nel corso degli anni l’autorevolezza del porporato genovese è cresciuta. Guida ferma nella definizione dei principi, attenta alle problematiche sociali, ma fortemente ancorata alla tradizione teologica e pastorale. Anche i non facili rapporti dei vertici della Chiesa italiana con la segreteria di Stato, paiono aver trovato un punto di equilibrio. Ci sarebbe sintonia dopo l’aperta polemica dei vescovi italiani con il cardinale Tarcisio Bertone che aveva avocato a sé i rapporti con il mondo politico italiano. O lo scontro per il controllo della Fondazione Toniolo - formalmente legata alla curia ambrosiana - da cui dipende l’Università Cattolica, il policlinico Gemelli e la casa editrice Scienza e Pensiero. Come pure il naufragato tentativo di Bertone di salvare l’istituto san Raffaele di don Verzé per costituire un «polo sanitario cattolico» sotto il controllo dalla Santa Sede.

un punto di equilibrio

In un quadro difficile esce rafforzata la figura del cardinale confermato alla guida della Cei. Ieri gli sono giunti riconoscimenti e felicitazioni da parte di esponenti dei diversi schieramenti politici e sindacali. Nella situazione di grave crisi sociale, economica e politica che attraversa il paese Bagnasco è considerato un riferimento solido e un punto di equilibrio. Ha parlato chiaro sull’emergenza sociale, sul diritto al lavoro e al futuro soprattutto per le giovani generazioni. Quando è esploso il caso Ruby che ha coinvolto l’allora premier Berlusconi, non ha fatto mancare il suo monito sulla questione morale e sull’esigenza che la politica recuperasse credibilità e autorevolezza. È stato un interlocutore esigente del laicato cattolico, chiamato insistentemente a ridefinire il proprio impegno sociale e politico al «servizio del bene comune». Ma nel rispetto dei valori «non negoziabili » a partire dal diritto alla vita.

Proprio ieri, nel giorno della sua riconferma, Bagnasco è tornato a parlare al mondo politico. In una prolusione rivolta ai parlamentari, tenuta all’università Santa Croce affronta il nodo della difesa della dignità dell’uomo. In polemica con le concezioni materialistiche e consumistiche, ha richiamato gli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa. Compresa l’apertura alla trascendenza che «andrebbe tutelata e difesa dallo Stato laico come segno di libertà». Polemizza con l’ateismo pratico, con l’individualismo e con le concezioni «contrattualistiche» che «portano al disimpegno, all’ingiustizia e all’indifferenza per la cosa pubblica e per l’altro». Così spiega l’evasione fiscale, la corruzione e l’indifferenza verso i poveri. Insiste sul primato della politica, quella al servizio del bene comune. Deve recuperare una sua centralità sulla tecnica e sulla stessa economia. Troppi i silenzi di fronte «allo strapotere del capitalismo finanziario».


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