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DANTE E LA "MONARCHIA" DI AMORE. L’Arca dell’Alleanza, il Logos, e l’ordine di Melchisedech...

DANTE ALIGHIERI (1265-1321)!!! LA LINGUA D’AMORE: UNA NUOVA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO. CON MARX E FREUD. Una "ipotesi di rilettura della DIVINA COMMEDIA" di Federico La Sala (in un "quaderno" della Rivista "Il dialogo"), con prefazione di Riccardo Pozzo.

AL DI LÀ DELL’EDIPO E DEI VECCHI HEGEL HEIDEGGER HABERMAS E RATZINGER. Nel 200° anniversario della pubblicazione della "Fenomenologia dello Spirito" di Hegel (1807)
martedì 23 ottobre 2007 di Maria Paola Falchinelli
L’Arca dell’Alleanza del Logos e il codice di Melchisedech
La Fenomenologia dello Spirito... dei “Due Soli”. Ipotesi di rilettura della “Divina Commedia”.
di Federico La Sala
IL DIALOGO/Quaderni di teologia, Martedì, 24 luglio 2007

VIRGILIO A DANTE: "«[...]Dunque: che è? perché, perché restai?/perché tanta viltà nel core allette?/perché ardire e franchezza non hai?/poscia che tai tre donne benedette/curan di (...)

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> DANTE ALIGHIERI (1265-1321)!!! LA LINGUA D’AMORE: UNA NUOVA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO. ---Dante, la prima Divina commedia tradotta in cinese arriva dall’Accademia della Crusca. Autore, Agostino Biagi (di Vittorio Coletti)

lunedì 25 ottobre 2021

Dante, la prima Divina commedia tradotta in cinese arriva dall’Accademia della Crusca

Autore Agostino Biagi, un toscano trapiantato a Genova. A donarla la nipote, la deputata Mara Carocci

di Vittorio Coletti (la Repubblica, 21 Ottobre 2021)

È probabile che la novità più singolare e forse davvero unica di un anno dantesco ricco di edizioni, approfondimenti e letture, ma (inevitabilmente) non di inediti, arrivi da Genova. Nei prossimi giorni, infatti, saranno presentate ufficialmente nell’Accademia della Crusca di Firenze diverse e parallele traduzioni in cinese della Divina Commedia, in gran parte elaborate a Genova e ora donate all’Accademia, con un gesto di pura liberalità, dall’on. Mara Carocci, ex parlamentare del Pd, che le ha rinvenute nelle carte di famiglia alla morte della madre. Quella che sembra davvero essere la prima traduzione integrale in cinese e in versi del Poema dantesco, è opera, singolarmente, non di un cinese, come ci si potrebbe aspettare e in genere sempre avviene (chi traduce è perlopiù madrelingua nell’idioma d’arrivo), ma di un italiano, di un toscano trapiantato a Genova, dove ha vissuto a lungo ed è morto nel 1957: Agostino Biagi, di cui la Carocci è pronipote.

Agostino Biagi era nato a Cantagallo, sull’Appennino tosco-emiliano nel 1882. Entrato giovanissimo nell’ordine dei Francescani era andato missionario in Cina, dove aveva imparato il cinese e conseguito il titolo per insegnarlo. Tornato in Italia ed entrato in polemica con la Chiesa di Roma, si era convertito alle confessioni protestanti ed era diventato pastore evangelico ad Avellino e poi a Genova, dove è rimasto sino alla morte. Antifascista della prima ora, picchiato per le sue idee politiche filocomuniste, “attenzionato” per esse dalle questure di mezza Italia, ha vissuto stentatamente insegnando cinese ed altre lingue in varie scuole della Penisola.

La sua biblioteca, che ora, insieme con le traduzioni della Commedia, l’on. Carocci ha donato alla Crusca, testimonia la varietà dei suoi studi e traduzioni in e dal cinese, la sua precoce intuizione del ruolo di leader mondiale che la Cina avrebbe poi assunto in ogni campo, la sua attenzione per i più svariati aspetti della cultura di quel Paese e un ininterrotto studio della sua lingua, attestato da abbozzi di grammatiche (una ha anche circolato come dispensa) e di vocabolari di cinese per italiani.

Dal passato ritorna un fantasma umile e colto, un uomo di fede religiosa e politica ben in anticipo sui tempi del cattocomunismo (anche se per lui sarebbe più appropriato parlare di cristiano-comunismo), un intellettuale di grande curiosità, un linguista capace di maneggiare lingue diverse e tra di loro lontanissime (oltre al cinese, insegnò anche tedesco e inglese).

Commuove pensare ad Agostino Biagi, che vive nella semipovertà del suo ruolo di pastore qui, vicino a noi, con la moglie che cerca senza fortuna un editore per la traduzione della Commedia in modo da raggranellare qualche soldo per curare la sua lunga malattia, con la sua inesauribile passione per la Cina e il cinese, con il suo tenace impegno civile.

Gli studiosi, cui la Crusca metterà subito a disposizione le carte Biagi, diranno del valore letterario di queste traduzioni. Ma i sinologi che già hanno potuto dare una prima occhiata si sono detti meravigliati per la loro varietà metrica, la qualità grafica della scrittura ideogrammatica, la precisione dei disegni che le accompagnano.

Fin da ora, queste traduzioni in versi (ma ce n’è anche una che parafrasa in prosa la Commedia) lasciano intravedere un’impresa lunga e paziente, che ha cercato di portare Dante in Cina prima di chiunque altro.

In vita Agostino Biagi non c’è riuscito, complice le difficoltà prima politiche e poi economiche della sua situazione. Ora, la pronipote, donando la sua opera alla Crusca, la propone all’attenzione e alla considerazione che essa e il suo autore meritano e l’Italia e Genova aggiungono un’altra figura al loro già nutrito albo di uomini illustri.


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